IT4010019 - ZSC-ZPS - Rupi di Rocca d'Olgisio
Superficie: 70 ettari
Province e Comuni interessati: PIACENZA - (Pianello Val Tidone)
Formulario
Formulario Natura 2000 del sito IT4010019 (PDF - 158.6 KB)
Note esplicative al formulario (PDF - 1.2 MB)
Enti gestori
Strumenti di gestione
Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 6.6 MB)
Descrizione e caratteristiche
Area collinare situata in territorio piacentino, in sinistra del torrente Chiarone e confinata all’interno del perimetro descritto dai pendii della formazione geomorfologica localmente conosciuta come “valle a canoa”. Si tratta di una sinclinale “sospesa”, modellata dall’erosione differenziale a struttura alveolare, più evidente in esposizione sud, edificata dalle arenarie della Formazione di Ranzano che costituiscono un geosito roccioso emergente a spalti, comprendente anche una porzione speculare in destra Chiarone. L’imponente affioramento roccioso della Rocca presenta particolarità naturalistiche che lo rendono unico nel suo genere in tutto il territorio provinciale. Il substrato arenaceo fortemente permeabile e l’esposizione a sud creano condizioni di aridità, favorendo l’insediamento di una vegetazione dalle spiccate caratteristiche termofile, almeno nei settori più esposti.
Tre sono gli habitat d'interesse comunitario individuati, due di tipo rupestre e uno forestale costituito da lembi di castagneto, per un complessivo 7% della superficie del sito.
Vegetazione
Roverelle, cerri, scotani e ginestre costituiscono gran parte della copertura arborea e arbustiva dell’area. Numerose sono le peculiarità floristiche. Oltre alla presenza di specie naturalizzate molto particolari come il fico d’india nano (Opuntia compressa) e l’amarillide giallo (Sternbergia lutea), le condizioni microclimatiche consentono l’insediamento di specie mediterranee come Orchis anthropophora. All'opposto, il locale querceto, pur governato a ceduo, ospita l’agrifoglio Ilex aquifolium. Ai margini delle formazioni boschive è presente la cerrosughera (Quercus crenata), in una delle poche stazioni in Emilia. Sempre ai margini dei boschi termofili si rinviene il corbezzolo Arbutus unedo, specie caratteristica della vegetazione mediterranea, estremamente rara in regione e presente nel piacentino solo in questa stazione probabilmente da origini subspontanee, ma Aquilegia atrata, Armeria arenaria e Saxifraga paniculata sembrano indicare la vicinanza con stazioni alto-appenniniche
Fra le piante dello strato erbaceo risaltano alcune specie protette, tra cui varie specie di orchidee. L’area comprende la seconda stazione provinciale fino ad ora rilevata per la già citata orchide ballerina Orchis anthropophora (o Aceras anthropophorum ) da ritenersi comunque estremamente minacciata. Notevole importanza naturalistica assume, inoltre, la vegetazione rupestre che si instaura sull’arenaria compatta. Da segnalare è anche la presenza sulle rupi del raro eliantemo degli Appennini Helianthemum apenninum. Le praterie sassose ospitano specie protette quali i garofanini del genere Dianthus, oltre ai rari pennellini (Staehelina dubia) e ad Asperula purpurea.
Fauna
La componente faunistica, oltre all'ornitofauna tipica della fascia collinare, annovera alcuni mammiferi come l'istrice, il moscardino e diversi pipistrelli (i due rinolofi maggiore e minore, il pipistrello nano e l'orecchione). Meno nota la componente di anfibi, rettili e invertebrati. Se la presenza più interessante è forse quella del serpente Coronella girondica, quelle di interesse comunitario riguardano gli insetti: la falena dell'edera Euplagia quadripunctaria e il Cervo volante Lucanus cervus
Per saperne di più
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Cartografia
Carta di dettaglio (PDF - 1.8 MB)