PAGINA IN FASE DI AGGIORNAMENTO

Sito ampliato con DGR N. 1562/24

Superficie: 1404 ettari (agg. alla DGR N. 1562/24)
Province e Comuni interessati: PIACENZA - 953 ettari (Ferriere), PARMA - 443 ettari (Bardi, Bedonia)

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4020008 (PDF - 172.1 KB)

Note esplicative al formulario (PDF - 1.2 MB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna    

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 182.3 KB) 

Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (PDF - 17.1 MB)

Misure Specifiche di Conservazione - Progetto LIFE EREMITA

Piano di Gestione (PDF - 410.7 KB)

Seleziona dal Riepilogo le Misure regolamentari del settore agricolo previste nel Sito e cartografate (visualizzabili in formato KMZ e scaricabili in formato SHP)

Descrizione e caratteristiche

La dorsale del Monte Ragola. Foto Antonio Mortali, Consorzio Comunalie Parmensi

Il sito, localizzato nell'alto Appennino piacentino a cavallo tra Val Nure e Val Ceno, comprende i versanti settentrionali e occidentali di Monte Ragola (1711 m), Monte Ragolíno (1645 m) e Monte Camulara (1563 m), blocchi ofiolitici con suoli molto superficiali, e numerose aree umide d’alta quota tra le quali le vaste conche lacustri estese fino al Monte S. Martino (1203 m), sopra Cassimoreno (PC). Gli imponenti affioramenti ofiolitici conservano evidenti testimonianze dell'ultima giaciazione wurmiana. L'area risulta di notevole importanza per gli aspetti geologici, geomorfologici, per la presenza di biotopi rari e estremamente localizzati, per la presenza di fitocenosi relitte e per l'elevatissimo grado di naturalità complessivo dell'area.
Tra gli ecosistemi più conservati e caratteristici dell'area, vanno citate le innumerevoli stazioni umide localizzate lungo i versanti su ripiani di origine glaciale e caratterizzate da diversi stadi di interramento, con relative, differenti successioni vegetazionali. Il versante settentrionale del Ragola è sede di due circhi glaciali adiacenti, ai piedi dei quali si trova un vasto ripiano acquitrinoso. Un terzo circo posto sul versante nord-orientale domina l'estesa conca paludosa di Prato Bure. Un altro circo (l'Arco) è presente sul lato nord-orientale di Monte Camulara, con zone di alimentazione distribuite tra Monte Megna (1380 m), Poggio dell'Orio (1509 m), Monte Rocchetta (1404 m) e Roccone (1412 m) a separare le distinte lingue glaciali confluenti nel Lago Moo. A testimonianza dell'azione erosiva e delle successive fasi di avanzamento e ritiro degli antichi ghiacciai, i versanti sono modellati secondo una serie di ripiani intervallati da salti di pendenza, costituiti da monte verso valle da Prato Grande (antico bacino lacustre colmato), dalla torbiera di Pramollo, dal Lago Bino, dal Lago Moo, dal Lago Rocca. Il Bino e il Moo sono laghetti di esarazione glaciale racchiusi da anfiteatri morenici, il primo costituito da due conche lacustri distinte e separate da una colata detritica, il secondo in stato di interramento avanzato. Tutta l’area racchiude poi altre torbiere e pozze temporanee, laghi e ristagni, anche esternamente al sito, oltre Monte Megna quasi fino a Ferriere ed ben oltre Cassimoreno verso il Ceno. Orgogliose popolazioni locali, residenti ai piedi del massiccio, si sono a lungo contese il monte comune, soprattutto i boschi e le boscaglie anche d’alta quota (50%) e le vaste praterie e i pascoli (40%) solo in parte migliorati. La variegatissima mosaicatura ambientale comprende anche diversi habitat rupestri e detritici. In totale sono almeno 20 gli habitat d’interesse comunitario presenti, 6 dei quali prioritari, a ricoprire quasi l'84% della superficie del sito, con prevalenza - in estensione - per faggete e brughiere cacuminali.

Vegetazione

Il Pino uncinato in regione è presente solo sul Monte Nero e sul Ragola. Foto Giuseppe Vignali, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003

L'area si distingue per un'elevata ricchezza vegetazionale e un’eccezionale concentrazione di specie montane protette e di elevato interesse fitogeografico. Di interesse comunitario sono il Gladiolo palustre reticolato e, da accertare con precisione, l'asteracea Klasea o Serratula lycopifolia. Tra gli elementi artico-alpini ad areale disgiunto sono presenti: Crotonella alpina (Lychnis alpina), rarissima e localizzata solo nelle praterie di crinale del Ragola, Astro alpino (Aster alpinus), Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi), Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata), Orchide candida (Leucorchis albida); tra gli elementi circumboreali d’interesse floristico sono presenti: Brugo (Calluna vulgaris), Mirtillo rosso(Vaccinium vitis-idaea), Pennacchio a foglie strette (Eriophorum angustifolium), Trifoglio fibrino (Menyanthes trifoliata), Giuncastrello alpino (Triglochin palustre), Coralloriza (Corallorhiza trifida). Associata alla flora alpina, sulle rupi c’è quella serpentinicola, con endemismi quali Asplenium cuneifolium e Minuartia laricifolia subsp. ophiolitica. Legati a suoli superficiali oligotrofici, sono anche la rara Poligala falso bosso (Polygala chamaebuxus), Reseda pigmea (Sesamoides pygmaea), alchemilla aipina (Alchemilla alpina), Iberide sempreverde (Iberis sempervirens), Costolina appenninica (Robertia taraxacoides). Lungo le pendici su substrato ofiolitici sono presenti anche nuclei di pino mugo (Pinus uncinata), relitti alpini di grande significato biogeografico, gli unici della regione insieme a quelli del vicino Monte Nero. Alla base delle cime ofiolitiche domina la faggeta (con lembi acidofili del Luzulo –Fagion), interrotta da aree a pascolo e brughiere a mirtilli con la presenza dei rari Ginepro nano (Juniperus nana) e Sorbo montano (Sorbus chamaemespilus); nei pascoli è rinvenibile il garofano a pennacchio (Dianthus superbus), qui al limite meridionale del suo areale e la rarissima Soldanella (Soldanella alpina). Per quanto riguarda le compagini boschive, sono presenti rimboschimenti di conifere a pino nero (Pinus nigra, presso Monte Megna), lembi di querceto misto con Roverella (Quercus pubescens) e, sul pianoro di Lago Moo, un boschetto di Ontano bianco (Alnus incana).
Un aspetto vegetazionale peculiare è dato dalle differenti successioni legate agli ambienti umidi, presenti in diversi stadi di evoluzione, cioè di interramento (laghetti, pozze temporanee, stagni, torbiere, prati acquitrinosi). Le bordure elofitiche sono composte da diverse specie di carici (Carex spp.), giunchi (Juncus spp.) e tife (Typha spp.); negli stagni galleggiano idrofite quali Ninfea gialla (Nuphar luteum) e Ranuncolo d'acqua (Ranunculus trichophyllus); i prati acquitrinosi ospitano Sesleria delle paludi (Sesleria uliginosa), Calta palustre (Caltha palustris), Olmaria comune (Filipendula ulmaria), eriofori (Eriophorum spp.), Sanguisorba (Sanguisorba officinalis), Giuncastrello alpino, Parnassia (Parnassia palustris), Trifoglio fibrino, Genziana mettimborsa (Gentiana pneumonanthe), oltre alle rare orchidee Elleborine palustre (Epipactis palustris) e Orchidea palmata (Dactylorhiza incarnata). Esemplificativa per lo sviluppo di cinture concentriche di vegetazione in corrispondenza di profondità de! bacino decrescenti risulta la conca dei Lago Moo. Negli ambienti di torbiera, tra gli sfagni (Sphagnum spp.) si rinviene la pianta carnivora Drosera (Drosera rotundifolia). Degne di nota infine in quanto rare e protette sono, tra le altre, le orchidee Coeloglossum viride, Epipactis atrorubens, E. muelleri, Epipogium aphyllum, Goodyera repens, Traunsteinera globosa e Orchis ustulata, poi Euphorbia spinosa ligustica, Iberis sempervirens, Antennaria dioica, Erica carnea, Parnassia palustris, Viola calcarata, Serratula tinctoria macrocephala, Brachipodium genuense, Aconitum variegatum, Aquilegia atrata, A. vulgaris, Armeria seticeps, A. marginata, A. plantaginea, Arnica montana, Convallaria majalis, Doronicum columnae, Erythronium dens-canis, Galanthus nivalis, Lilium martagon, Taxus baccata, Trollius europaeus.

Fauna

Tre specie ornitiche di importanza comunitaria nidificano regolarmente nell'area: Averla piccola, Tottavilla, Calandro. Nidifica irregolarmente il Falco pecchiaiolo. L'aquila reale (Aquila chrysaetos) ha avuto in alta Val Nure, fino agli anni ’50, alcuni siti di nidificazione (valle del Torrente Lardana, Monte Carevolo), è attualmente tornata a nidificare in Val Trebbia e non è da escludere un suo ritorno anche in alta Val Nure. E’ da completare il censimento faunistico dell’area, tuttavia sono attualmente segnalabili, per la loro importanza, il Tritone alpestre (Triturus alpestris) e rilevanti popolamenti di Sympetrum flaveolum, Odonato legato alle piccole raccolte d'acqua stagnate e soprattutto alle torbiere di quota, noti in particolare per il Lago Moo. Altri Invertebrati di interesse comunitario, prioritari, sono il Lepidottero Eterocero Euplagia quadripuntaria e il Coleottero Cerambicide Rosalia alpina.

Per saperne di più

Flora piacentina

Cartografia

Carta di dettaglio (PDF - 4.0 MB) (agg. alla DGR N. 1562/24)