Superficie: 2526 ettari
Province e Comuni interessati: PARMA (Bardi, Valmozzola, Varsi)

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4020012 (PDF - 162.0 KB)

Note esplicative al formulario (PDF - 1.2 MB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna    

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 1.9 MB)

Misure Specifiche di Conservazione - Progetto LIFE EREMITA

Misure Specifiche di Conservazione del sito IT4020012 - Quadro conoscitivo (PDF - 27.1 MB)

Piano di Gestione (PDF - 2.0 MB)

Descrizione e caratteristiche

Rupe ofiolitica sul Torrente Ceno. Foto Mario Vianelli, archivio Servizio Valorizzazione e Tutela del Paesaggio della Regione Emilia-Romagna

Nel Medio Appennino parmense, a cavallo tra le valli del Taro e del Ceno e più precisamente tra la Valmozzola e Bardi, si estende una vasta e complessa area montagnosa gravitante sul Monte Barigazzo (1284 m) e sull’aerea cresta che lo collega, verso Ovest, col Pizzo d’Oca (1004 m). Il sito comprende gli estesi versanti settentrionali che degradano da questa cresta, con boschi e grandi bancate di arenarie della Formazione di Ranzano (placca epiligure del Barigazzo-Pizzo d’Oca - flysch arenaceo eocenico), innestati come una freccia nell’arco disegnato ad Ovest dal Ceno e dal suo affluente Torrente Noveglia, in ambienti più aperti su marne, argille e terreni caotici. Si va dunque dalle faggete montane con laghi e torbiere alle rupi, ai boschi misti, a praterie xeriche fino a greti e terrazzi fluviali, ampi e tendenzialmente aridi, tagliati tra i diaspri di Bardi e le ofioliti presso Varsi. Nella porzione sud-ovest il sito confina con la zona di ripopolamento e cattura "Noveglia", includendone circa 3 ha. Predominano gli ambienti forestali con faggete e boschi misti di latifoglie; sono diffuse praterie cespugliate, dominate da Ginepro comune e sono abbastanza ridotte le colture, esclusivamente di tipo estensivo. Sono caratteristici i corsi d'acqua, torrentizi a corrente veloce con greti ghiaiosi e vegetazione riparia legnosa; non mancano piccoli laghetti montani che tendono al prosciugamento e torbiere con vegetazione palustre. Ad alta quota abbondano le aree rocciose con vegetazione pioniera. Il grado di antropizzazione del sito, tutto circondato da frazioni in parte ancora abitate, è abbastanza contenuto, e anche ricco di testimonianze storico-artistiche: esso contiene tracce, anche in quota, di insediamenti antichissimi (Umbria, Gravago). Il fattore di alterazione antropica più evidente è l’attività estrattiva di ghiaie dal Ceno. La ricca mosaicatura ambientale ospita almeno 16 habitat d’interesse comunitario, dei quali due prioritari, estesi su circa un quarto della superficie del sito. Foreste (faggete, castagneti, ontaneti, ginepreti), praterie (semiaride, pioniere su roccia) e habitat d’acqua dolce fluviali e di torbiera formano un quadro vario e interessante.

Vegetazione

Le aree forestali, estese su metà del sito e per oltre il 40% di tipo arboreo, presentano coperture a prevalenza di Carpino nero e specie dei querceti misti (tra le quali Carpino bianco e Rovere), sovrastate dalla faggeta, che presenta aspetti termofili e la localizzata presenza di esemplari di Taxus baccata. Degni di nota sono i vetusti esemplari di faggio presso la cima del Barigazzo e la presenza di Sorbo degli Uccellatori e Maggiociondolo alpino. Il settore nord-orientale del sito è caratterizzato da vasti castagneti. I terrazzi e le adiacenze dei greti sassosi del Ceno e del Noveglia ospitano boschi alluvionali ad Ontano (soprattutto Ontano nero) e formazioni riparie boschive a pioppi e salici arbustivi a Salix eleagnos. La varietà di ambienti determina la presenza di moltissime specie di interesse floristico: tra le più rare occorre citare le orchidee Himantoglossum adriaticum di interesse comunitario, Dactylorhiza incarnata legata alle torbiere e Coeloglossum viride, oltre il limite superiore della faggeta. Sono ulteriormente degne di nota la rara Orchis ustulata ed alcune genziane (G. asclepiadea, G. ciliata, G. cruciata, G. kochiana). Nei castagneti e nei querceti freschi sono segnalati Erithronium dens-canis e numerose nemorali a fioritura precoce. In attesa di ulteriori, specifici aggiornamenti floristici (e faunistici), si rileva che il corrispondente quadrante nell’ambito del Censimento della Flora regionale protetta (1996), riporta un contingente di ben 45 specie diverse.

Fauna

Il Lupo è presente sporadicamente, nell'ambito di erratismi che interessano anche altri siti appenninici. Per quanto riguarda altri mammiferi, è plausibile la presenza dei seguenti chirotteri: Pipistrellus pipistrellus, P. kuhli, Hypsugo savii, Myotis daubentoni. Tra i vertebrati minori si ha notizia della Salamandra salamandra, di tritoni (Triturus carnifex, T. vulgaris e T. alpestris) della Raganella e delle Rane temporaria e appenninica. Per quanto riguarda gli uccelli, sono nidificanti nel sito il Succiacapre, il Falco pecchiaiolo e l'Averla piccola, sono da confermare Tottavilla (Lullula arborea) Prispolone (Anthus trivialis), Saltimpalo (Saxicola torquata) e Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros). La ricca fauna ittica conta cinque specie di interesse comunitario: Barbo (Barbus plebejus), Barbo canino (Barbus meridionalis), Lasca (Chondrostoma genei), Vairone (Leuciscus souffia) e Cobite comune (Cobitis taenia). Sono presenti 3 insetti d’interesse comunitario, i Coleotteri Lucanus cervus e Cerambix cerdo e il Lepidottero Euplagia quadripunctaria (prioritario negli Allegati UE) più il caratteristico Gambero di fiume Austropotamobius pallipes

Per saperne di più

Flora piacentina

Cartografia

Carta di dettaglio (PDF - 1.4 MB)

Inquadramento territoriale