IT4030025 - SIC-ZPS - Rio Giorgella
Superficie: 802 ettari
Province e Comune interessati: REGGIO EMILIA - (Baiso, Castellarano, Viano)
Formulario
In fase di aggiornamento
Enti gestori
Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Emilia Centrale
Strumenti di gestione
In fase di aggiornamento
Descrizione e caratteristiche
L’area collinare in destra Tresinaro a Est di Baiso, tra Rio Giorgella e Rio Spigone, include rilievi eminentemente calanchivi dal Monte Lusina al Monte Bradisnera – Pra Cavallazzo, già inseriti nel contesto del Paesaggio Naturale e Seminaturale Protetto “Collina Reggiana – Terre di Matilde”.
L’area, più forestale nel settore nord verso San Romano, è brulla e poco abitata, nel panorama tipico di altri siti della zona quali la Media Val Tresinaro, Val Dorgola (a ovest) e il San Valentino, Rio della Rocca verso nordest, in una sorta di allineamento parallelo all’Appennino che passa per il Monte Duro e Benale.
Particolarità geologiche e ambienti naturali imprimono a quest’area collinare, tra i 200 e i 558 m s.l.m. un carattere selvaggio e ancestrale.
Anche il sito di Rio Giorgella comprende due distinti contesti: l’uno più boscato a matrice rocciosa, con nuclei relitti di Pino silvestre autoctono, in corrispondenza del Flysch a strati marnosi e arenacei del Monte Cassio emergente soprattutto verso il Rio Spigone e uno più arido, calanchivo seminudo a discontinua copertura erbacea condizionato da colate di Argille scagliose varicolori e dalle Brecce argillose (Melange) di Baiso.
Di conseguenza, due habitat principali, quello forestale con Pinete appenniniche di pino silvestre - Ambiente forestale a predominanza di pino silvestre (Psy) e quello prativo di Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia - *stupenda fioritura di orchidee, 6210) caratterizzano ambienti naturali che sfumano in coperture boschive a Roverelleto, con qualche castagno, o francamente arbustive di ginepreto, con puntiformi situazioni ripariali e di ristagno idrico in contesto calanchivo a forte impronta stagionale, con praterie annuali aride del 6220.
Vegetazione
Le componenti floristiche e le loro aggregazioni in senso vegetazionale hanno impronta pioniera, quasi primaria nella componente boschiva di Pino silvestre appenninico, con nuclei uniformemente distribuiti accompagnati soprattutto dal castagno. Accanto a roverelleti a prevalenza di Quercus pubescens, Fraxinus ornus e Acer campestre, sussistono rimboschimenti anche di abete rosso e cipresso, con qualche castagneto (Lusina e Visignolo) e selve di cerro e carpino nero. Presso il Rio Spigone allignano pioppeti e qualche salicone.
Sono segnalate specie mediterranee di macchia e gariga come Cotynus coggygria, Crepis sancta, Staehelina dubia, ma in situazioni fresche compaiono curiosamente anche Aster amellus (Visignolo) e Paeonia officinalis. Non mancano accenni di brughiera con Serratula tinctoria e Campanula glomerata.
I nuclei spontanei di Pinus sylvestris si trovano qui al limite meridionale della distribuzione europea, nelle stazioni nord-appenniniche, le uniche extra-alpine esclusivamente emiliane, distribuite soprattutto tra il parmense e il reggiano. Comprensibili caratteri secondari emergono nella copertura erbacea in corrispondenza di praterie polispecifiche perenni a dominanza di graminacee emicriptofitiche, da aride a semiaride, di piani bioclimatici submesofili, tendenti al brachipodieto e a frequente sfumo in compagini annuali fortemente stagionali.
Praterie ed aree incolte sono dominate da Bromus erectus, Brachypodium rupestre, Pheum bertolonii, Carex flacca, Sanguisorba minor e specie dei prati aridi.
Visto il contesto e come indicato nel corrispondente quadrante nel Censimento della Flora protetta regionale (1996), non dovrebbero mancare orchidee tipiche: oltre a molte Ophrys tra le quali O. fuciflora, O bertolonii e O. insectifera, in zona si segnalano Serapias vomeracea e Spiranthes spiralis.
Fauna
Certamente occorre un censimento faunistico orientato sia agli ambienti rifugio che il contesto impervio concede, sia alle variazioni stagionali e alle opportunità alimentari e di sosta che questi ambienti offrono a specie in transito, peraltro non distanti dal deserto antropico che la non lontana pianura padana presenta a chi migra verso nord.
Attualmente sono rilevate specie ornitiche di ambienti aperti come Succiacapre (Caprimulgus europaeus) oltre che di invertebrati di ambiente forestale come il Cervo volante (Lucanus cervus). Le conoscenze sulla fauna presente nel sito sono al momento scarse; tuttavia, non dovrebbero mancare prossime conferme sulla presenza di avifauna in particolare delle praterie e delle aree marginali, habitat preferenziali dell'Albanella minore, del Cuculo e di altre specie di interesse comunitario (Calandro, Tottavilla, Ortolano, Averla piccola), di mammiferi e vertebrati minori (rettili o anfibi quali Zamenis longissimus, Triturus carnifex, T. alpestris, Hyla arborea ), pesci e insetti (lepidotteri e coleotteri).
Per saperne di più
Cartografia
Carta di dettaglio (PDF - 4.7 MB)