Superficie: 308 ettari
Province e Comuni interessati: MODENA (Montefiorino, Palagano)

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4040006 (PDF - 142.0 KB)

Note esplicative al formulario (PDF - 1.2 MB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna 

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 55.6 KB) 

Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (PDF - 3.1 MB)

Descrizione e caratteristiche

Cephalanthera rubra, orchidea di querceti ombreggiati. Foto Ivano Togni, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003

Nella zona sub-montana e montana tra i Comuni di Montefiorino e Palagano, si estendono i Cinghi di Boccassuolo, l’affioramento ofiolitico più imponente dell’Appennino modenese, principalmente sviluppato sul versante destro del torrente Dragone intorno al Poggio Bianco Dragone (905 m), fino ai 1075 m del Cinghio del Corvo. Affioramenti rocciosi più ridotti si trovano sul versante opposto, al Poggio di Medola e al Monte Calvario (tra 600 e 780 m). I blocchi ofiolitici, derivati per metamorfosi da antichi basalti, poggiano su un letto di marne e argille del Complesso Caotico e danno origine a un paesaggio aspro e variato, ricco di boschi (50%), soprattutto cerrete anche coniferate, arbusteti e ginepreti (20%), garighe, praterie ed ambienti rocciosi di vario tipo. Il letto del torrente Dragone e gli ambienti ripariali connessi sono abbastanza ben conservati. A monte della fascia collinare più antropizzata e a valle dell’alto appennino più ricco di ambienti naturali, il sito mantiene diverse peculiarità ambientali legate al substrato ofiolitico, antiche miniere metallifere e alcune memorie storico-architettoniche di pregio (antiche vie di transito e insediamenti medievali). Quattordici habitat di interesse comunitario, dei quali quattro prioritari, coprono circa un quinto della superficie del sito, con prevalenza per i tipi erbaceo arbustivi (5) e di ambito roccioso - sia di ghiaioni, sia di rupi, con tanto di grotte non carsiche ma da vecchie miniere (4). Quattro habitat forestali integrano un quadro nel quale i boschi fanno più da sfondo che da protagonisti (sono rappresentati i due tipici submontani fluviali, i roverelleti e i castagneti) e che potrebbe essere rivisto in seguito all'approfondimento conoscitivo della medesima componente boschiva (pino silvestre spontaneo - da confermare - e lembi di forra).

Vegetazione

Pipistrello del Savi (Hypsugo savii). Foto Antonio Ruggeri, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003

Nonostante la notevole diffusione, i boschi (cerrete, ostrieti, pinete di pino nero d’impianto artificiale e qualche castagneto) non costituiscono gli habitat più importanti del sito in quanto non differiscono sostanzialmente dalle analoghe formazioni del medio appennino emiliano. Sono piuttosto i massicci ofiolitici, in particolare il Calvario e il Poggio Bianco Dragone, ad ospitare peculiarità floristiche da un lato legate al chimismo dei serpentini, dall’altro alle particolari condizioni morfologiche e microclimatiche, spesso adatte ad ospitare specie mediterranee, soprattutto su pietraie assolate e rade praterie con pochi arbusti e alberi sparsi. Non sono segnalate specie di interesse comunitario, tuttavia sono presenti numerose specie rare o di pregio naturalistico, tra le quali la graminacea Stipa etrusca (pennata) a Poggio Calvario, la felce Asplenium septentrionale (a Poggio Bianco Dragone), la composita Scorzonera austriaca, specie rare di ambiente montano come Paeonia officinalis, Lilium martagon o Doronicun columnae e alcune orchidee tra le quali Orchis pallens, Limodorum abortivum, Anacamptis pyramidalis, A. morio, Ophrys bertolonii e O.fuciflora.

Fauna

Sicuramente in parte ancora da investigare, la fauna del sito ospita almeno quattro mammifero d’interesse comunitario: il Chirottero Ferro di Cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) e il minore (R. hipposideros) e i due grandi Myotis myotis e blithii, troglofili presenti nelle antiche miniere, più il lupo, elusivo frequentatore ormai di tutti gli ambienti appenninici, e un Invertebrato, il Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes). Tra i chirotteri sono segnalati anche gli antropofili Serotino e il Pipistrello di Savi.
Per quanto riguarda l’avifauna, il sito rappresenta un importante sito di nidificazione per Succiacapre (Caprimulgus europaeus), Tottavilla (Lullula arborea) e Calandro (Anthus campestris). E’ presente tra gli Anfibi il Tritone alpestre (Triturus alpestris).

Per saperne di più

Le miniere della Val Dragone

Le miniere modenesi

La flora delle ofioliti

Cartografia

Carta di dettaglio (PDF - 3.2 MB)

Inquadramento territoriale