IT4050015 - ZSC-ZPS - La Martina, Monte Gurlano
Superficie: 1107 ettari
Province e Comuni interessati: BOLOGNA (Monghidoro, Monterenzio)
Territorio confinante con IT5140001 "Passo della Raticosa, Sassi di San Zanobi e della Mantesca" della Regione Toscana
Formulario
Formulario Natura 2000 del sito IT4050015 (PDF - 160.8 KB)
Note esplicative al formulario (PDF - 1.2 MB)
Enti gestori
Strumenti di gestione
Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 91.5 KB)
Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (PDF - 5.2 MB)
Misure Specifiche di Conservazione - Progetto LIFE EREMITA
Piano di Gestione (PDF - 7.9 MB)
Descrizione e caratteristiche
Il sito si trova sull'Appennino bolognese orientale in area submontana (tra i 400 e i 950 m s.l.m.) e occupa il largo e articolato versante destro idrografico dell'Idice fino al pianeggiante spartiacque col Sillaro, tra il Sasso della Mantesca e il Monte Gurlano (Tre Poggioli), al margine occidentale della Romagna fitogeografica e al confine con la Toscana, in continuità con analogo sito. Si tratta di caratteristici affioramenti ofiolitici tozzi e di limitata estensione emergenti dal circostante "mare" di argille scagliose, tra praterie e boscaglie di Cerro, l'uno (Sasso della Mantesca, sul margine esterno al sito) costituito da un'elegante rupe di gabbri verdi, l'altro (Monte Gurlano) limitato a una zattera lenticolare e blocchi sparsi di serpentiniti e gabbri rossi, con un'antica miniera di rame attiva ancora nel secolo scorso. Tra i due, scendendo verso l'Idice, in corrispondenza di affioramenti arenacei si trova la Martina, area di rimboschimenti a conifere e di vasti castagneti parzialmente coltivati, caratterizzati da un ricco corredo floristico di specie protette. Queste della colata del Sillaro costituiscono le rupi ofiolitiche più orientali della regione, essendone la successiva ed ultima colata del Marecchia sostanzialmente priva. Il paesaggio è a tratti desolato (le argille scagliose e in particolare le ofioliti sono ricche di metalli e componenti tossiche per gli organismi viventi, che vi risiedono con difficoltà tramite adattamenti e specializzazioni), a tratti verdeggiante di praterie pascolate, tendenzialmente xeriche, boscaglie e boschi cedui di Cerro accompagnato, nelle zone più fresche, da Carpino nero. Laghetti, ginepreti e limitati coltivi completano un mosaico dai contorni agro-pastorali in declino e improntato da progressiva naturalizzazione con (lenta) espansione della componente forestale. I boschi occupano poco meno della metà della superficie del sito, le praterie circa il 25% e gli arbusteti circa il 15%. Una parte del sito (La Martina) è gestita come Parco provinciale (155 ha, Comune di Monghidoro); sono incluse due Zone di Ripopolamento e Cattura e un'Azienda Faunistico Venatoria. Dodici habitat d'interesse comunitario, dei quali due prioritari, coprono circa il 10% della superficie del sito con netta caratterizzazione per praterie arbustate e ginepreti. Sia gli habitat rocciosi sia pozze-zone umide, fuori e dentro la variata compagine boschiva, sono poco riconosciuti quindi sottostimati.
Vegetazione
Le cerrete, con Carpino nero, Nocciolo, Sorbo montano e Maggiociondolo, dominano i boschi spesso ridotti a boscaglia; pregevoli sono i castagneti della Martina dove compaiono anche coniferamenti a Pino nero, abeti e Douglasia. Le praterie sono spesso punteggiate di ginepri; sono presenti vari tipi di arbusteti, lembi di brughiera a Calluna vulgaris, macchie e boscaglie a sorbo montano, maggiociondolo, nocciolo e geniste. Pascoli e praterie più o meno aride oppure fresche tra le ondulazioni con laghetti e piccoli bacini artificiali sfumano in aggruppamenti pionieri con specie annuali e formazioni rupicole su suoli ridotti o superficiali. Resistono i lembi di vegetazione serpentinicola specializzata: tra graminacee, composite, cariofillacee e presenze particolari come Polygala flavescens, si distingue Minuartia laricifolia, l’Elicriso, vari Sedum e sassifraghe tra le quali S. granulata e S. paniculata, muschi e licheni. Le condizioni analogamente selettive dell’ambiente calanchivo favoriscono Ononis masquillierii. Sono infine presenti numerose specie (una quarantina) protette dalla L.R.2/77; tra le orchidee si possono ricordare Neottia nidus-avis, varie Ophrys, Orchis coriophora, Orchis mascula, Serapias vomeracea, Coeloglossum viride.
Fauna
La fauna merita uno specifico e completo monitoraggio. L'avifauna in particolare è favorita dalle praterie di crinale aperto, che attirano i migratori e dispongono condizioni di variata alimentazione. Sicuramente nidificante è l’Ortolano (Emberiza hortulana). Sono presenti specie comuni nell'orizzonte collinare con formazioni boschive e macchie meso-xerofile: tra le specie segnalate compaiono il Cuculo, l'Upupa, il Torcicollo e il Codirosso. Anfibi di interesse comunitario sono Tritone crestato e, forse, Ululone appenninico (non più segnalato con certezza); è presente anche Rana italica endemismo appenninico, oltre ai due tritoni alpestre e punteggiato. Tra i Rettili sono presenti anche l'orbettino, il Saettone o Colubro di Esculapio (Zamenis longissimus), la Luscengola (Chalcides chalcides), non mancano segnalazioni delle due Coronelle (austriaca e girondica). I pesci annoverano quattro specie di interesse comunitario: Barbo, Lasca, Cobite comune e Vairone. Particolari sono gli Insetti, con il Coleottero Carabus alysidotus e il Lepidottero Eterocero Catocala fraxini; quest'ultima specie, sebbene diffusa su un ampio areale, è molto localizzata oltre che ricercata dai collezionisti. Un'indagine pubblicata nel 2013 rileva la probabile presenza sia della Martora (Martes martes) che del Gatto selvatico (Felis silvestris), favoriti anche e soprattutto dallo scarso peso antropico sulle selve, che appaiono in continua espansione, della zona che si apre agli scambi soprattutto con la Toscana.
Per saperne di più
La miniera di rame di Monte Gurlano e la storia di Campeggio
Cartografia
Carta di dettaglio (PDF - 5.1 MB)