Superficie: 4022 ettari
Province e Comuni interessati: BOLOGNA (Budrio, Medicina, Molinella)

Territorio confinante con IT4060001 SZC-ZPS e con IT4060017 ZPS

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4050022 (PDF - 646.0 KB)

Note esplicative al formulario (PDF - 1.2 MB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna  

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 93.4 KB) 

Misure Specifiche di Conservazione e Piano di Gestione - Quadro conoscitivo (PDF - 5.6 MB) 

Descrizione e caratteristiche

Valle Marzara. Foto Roberto Tinarelli, archivio personale

Il sito è di bassa pianura e si estende su un’area ampia e articolata, caratterizzata da conche geomorfologiche con terreni prevalentemente limoso-argillosi di origine alluvionale, in parte occupata fino al XVIII secolo da paludi. L’area è stata progressivamente bonificata con trasformazione delle paludi prevalentemente in risaie, ma ancora alla fine del XIX secolo presentava superfici paludose. Nei comuni di Medicina e Molinella sono state conservate fino al 1950-1960 numerose zone umide utilizzate come casse di accumulo delle acque per le risaie, per la pesca e per la caccia, ma con la rapida diminuzione delle superfici coltivate a riso la maggior parte delle zone umide è stata prosciugata. Tra il 1991 e il 2002, attraverso l’applicazione di misure agroambientali comunitarie finalizzate alla creazione e alla gestione di ambienti per la fauna e la flora selvatiche su seminativi ritirati dalla produzione, numerose aziende agricole hanno ripristinato un migliaio di ettari in zone umide, praterie arbustate e siepi. Le principali zone umide attualmente presenti nel sito sono, da Nord, per Molinella anzitutto la Vallazza, poi quelle di Selva Malvezzi (Barabana, La Boscosa, Cantoncello, La Storta) e quelle di Marmorta (Cassa Boschetti, La Fiorentina, Lunardina e il Botticino). Per Medicina, più a Sud, le principali zone umide sono situate tra Sant’Antonio e Buda-Portonovo: Cassa del Quadrone, Valle Bentivoglia, Valle Fracassata, Marzara, Scossaborsella, Tenuta Bosco e la Vallona. Alcune di queste contengono gli ultimi biotopi relitti (Vallazza, Bentivoglia, Fracassata) di zone umide della pianura bolognese; più frequenti sono le plaghe riallagate per effetti delle azioni di ripristino ambientale. Sono ricompresi a comporre una complessa rete di collegamenti ecologici tratti significativi dei torrenti Idice, Quaderna e dei canali Botte, Lorgana, Garda, Menata, Sesto Alto e Centonara, che collegano tra loro le zone con ambienti naturali e seminaturali. Le Oasi di protezione della fauna “Cassa del Quadrone” e “Sinibalda bolognese”, interamente comprese, testimoniano l’alto valore del sito in relazione alla tutela dell’avifauna presente, in particolare di estivanti e migratori. Il contesto generale tuttavia è quello di un elevato grado di antropizzazione e di un rischio costante di alterazioni accentuate dalla generalmente ridotta estensione dei biotopi. La riduzione da 4486 a 4022 ettari, deliberata a fine 2016 in seguito a sentenze del TAR, è stata apportata a carico di seminativi e altri terreni in contesto agricolo attivo presso la Cassa Argentana, a Marmorta non lontano da Campotto. Il sito contiene sette habitat d’interesse comunitario: due prativi (di cui uno prioritario, il 6210 con vegetazione a Bromus erectus che si sviluppa sui pendii aridi degli argini), tre acquatici e due forestali che, complessivamente, ricoprono circa il 10% della superficie del sito. Due sono le punte di diffusione per pioppeti-saliceti (92A0) e vegetazione acquatica galleggiante meso-eutrofica (3150) di non eccellenti generali condizioni ma di rapidissima se pur discontinua diffusione ed evoluzione. Per ora esclusa è la presenza di *3170, che tuttavia è documentata nelle vicine Valli di Campotto, anche se  è visibile qualche graminacea del genere Crypsis su terreni parzialmente inondati.

Vegetazione

Bosco ripariale di salici e vegetazione galleggiante. Foto Stefano Mazzotti, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003

La vegetazione spontanea si localizza soprattutto nelle zone umide e nelle aree ad esse limitrofe ed è rappresentata da comunità acquatiche, terrestri e di transizione tra i due tipi d’ambiente. Le comunità vegetali spontanee si trovano immerse peraltro nel paesaggio tipico della pianura, fortemente antropizzato e dominato da colture di vario tipo. Il valore ambientale delle comunità vegetali presenti è alquanto variegato: accanto a comunità acquatiche rare e di elevato pregio naturalistico, si ritrovano compagini vegetali di ampia diffusione e con buone capacità di adattamento a situazioni di disturbo e piccoli lembi di bosco igrofilo. Benché la superficie degli habitat forestali d'interesse sia ridotta rispetto alla superficie del Sito, essa è molto importante quale relitto della vegetazione planiziale e, attualmente, di rifugio per diverse specie di uccelli nidificanti, nonché insostituibile punto di partenza per la ricostituzione della rete ecologica in una zona oggetto di opere di bonifica. Nei bacini di Valle La Boscosa sono state segnalate alcune comunità acquatiche rare (Utricularietum neglectae, Potamogetonetum lucentis, Nymphaeetum albo-luteae) e una rarissima comunità palustre a Eleocharis acicularis propria dei suoli coperti da un sottile strato di acqua. Altre comunità acquatiche di pregio sono state segnalate per la Cassa del Quadrone (Limnanthemetum nymphaeoidis) che pure ospita comunità del Nymphaeetum albo-luteae. Quest’ultimo è stato segnalato anche alla Valle Fracassata dove, su terreni stagionalmente inondati, sono pure presenti interessanti comunità a specie erbacee annuali dominate da Ranunculus sceleratus (Ranunculetum scelerati). Tutte queste segnalazioni (AA. VV., 1998) non trovano però riscontro in indagini più recenti, indice questo di un probabile peggioramento delle attuali condizioni ambientali, almeno per quanto riguarda queste comunità di particolare pregio e rarità. Nelle Valli che più possono aver risentito di rimaneggiamenti recenti (Valle Bentivoglia e Valle Scossaborsello) le comunità vegetali presenti sono rappresentate quasi esclusivamente da canneti a Phragmites australis o da tifeti a Typha angustifolia insieme a comunità non ben strutturate del Caricetum ripariae. Il canneto, il tifeto e il cariceto rappresentano d'altra parte le comunità vegetali più diffuse all’ijterno delle zone umide. Sono presenti anche formazioni boschive ben sviluppate, quali ad esempio il Salicetum albae di Valle la Boscosa, o meno ben strutturate, quali i boschetti di salici bianchi e pioppi bianchi alla Cassa del Quadrone o alla Valle Fracassata. La copertura forestale è tuttavia scarsa e caratterizzata da isolati nuclei relitti ed assai degradati di boschi idrofili planiziali. Le specie prevalenti sono salice e pioppo bianco, poi farnia, olmo campestre e frassino ossifillo, anche con soggetti isolati e residui di filari. Infine, il sito, vasto e sparso a comprendere luci e ombre di bonifiche antiche e recenti, è comunque ancora abbastanza ricco di specie relitte della bassa pianura, sia acquatiche sia dei contesti planiziali arborei o erbacei naturali ormai quasi del tutto scomparsi, ma sorprendentemente ancora visibili magari solo in certi fossi e margini o ridiffusi nelle zone sottratte all'agricoltura intensiva e riallagate con misure agroambientali. Tra le specie rare e/o minacciate presenti nel Sito figurano Leucojum aestivum, Sagittaria sagittifolia, Senecio paludosus, Nymphoides peltata, Salvinia natans, Utricularia vulgaris, Eleocharis acicularis, Gratiola officinalis, Serapias vomeracea

Fauna

Il sito è relativamente ricco di specie faunistiche. Le informazioni disponibili indicano che il sito costituisce per l’avifauna acquatica una delle aree più importanti della regione e d’Italia. Sono segnalate complessivamente 60 specie di interesse comunitario, delle quali 24 nidificanti, e 145 specie migratrici, delle quali 84 nidificanti. E’ un sito con popolazioni nidificanti importanti a livello nazionale per Sgarza ciuffetto (20 coppie), Tarabuso (4-6 maschi territoriali), Moretta tabaccata (8-12 coppie), Mignattino piombato (100-200 coppie), e con popolazioni nidificanti importanti a livello regionale per Nitticora, Garzetta, Airone bianco maggiore, Airone rosso, Cavaliere d’Italia. Altre specie di interesse comunitario che nidificano regolarmente sono Tarabusino (40-80 coppie), Falco di palude (7-10 coppie), Albanella minore, Schiribilla, Voltolino, Sterna comune, Martin pescatore, Forapaglie castagnolo, Averla piccola, Averla cenerina, Ortolano; l’Avocetta è nidificante irregolare.Tra le specie nidificanti non di interesse comunitario il sito ospita una delle più importanti popolazioni di Cormorano dell’Italia continentale, la seconda popolazione italiana di Pittima reale (3-5 coppie) e popolazioni significative di Canapiglia (10-20 coppie), Marzaiola (35-50 coppie), Mestolone (12-15 coppie) e Moriglione, oltre che di Corriere piccolo e Pavoncella. Le colonie di Ardeidi e Cormorano sono ubicate in particolare nella Valle La Boscosa, mentre le altre specie nidificanti sono distribuite nelle numerose zone umide. Il sito è particolarmente importante per la migrazione degli Acrocefali ed i canneti ospitano regolarmente dormitori autunnali di Rondine (oltre 20.000 esemplari). Le zone umide all’interno del sito sono di rilevante importanza a livello regionale e nazionale per la sosta e l’alimentazione di Ardeidi, Rapaci, Limicoli e Anatidi migratori e svernanti.
Nelle varie zone umide e nei canali all’interno del sito è diffusa la Testuggine palustre Emys orbicularis, specie di interesse comunitario. Particolarmente diffuse sono alcune specie in corso di rarefazione a livello regionale quali Biacco Coluber viridiflavus, Natrice tassellata Natrix tessellata, Ramarro Lacerta bilineata. Segnalato tra gli Anfibi. il Tritone crestato Triturus carnifex, specie di interesse comunitario. Degna di nota in alcune zone umide con boscaglie igrofile è l’abbondanza di Raganella Hyla intermedia.
La ricca ittiofauna comprende 2 specie di interesse comunitario (Lasca Chondrostoma genei e Barbo Barbus plebejus) e specie in forte declino in Emilia-Romagna quali Luccio Esox lucius, Ghiozzo padano Padogobius martensii, Scardola Scardinius erythrophthalmus.
Tra gli Invertebrati sono segnalate 3 specie di interesse comunitario: i coleotteri Graphoderus bilineatus e Cerambyx cerdo e il Lepidottero Lycaena dispar, legato agli ambienti palustri. Degna di nota la presenza dei Lepidotteri Ropaloceri Apatura ilia e Zerynthia polyxena.
Tra i mammiferi è segnalata la presenza del Pipistrello di Savi Hypsugo savii più altri tre chirotteri antropofili come il serotino, il nano e l'albolimbato. Il contesto dei mammiferi e faunistico in generale è purtroppo dominato da specie esotiche d’invasione naturalizzate (Myocastor coypus, Rana catesbeiana, Procambarus clarkii, Trachemys scripta).

Per saperne di più

Il territorio del Consorzio Bonifica Renana

Cartografia

Carta di dettaglio (JPEG - 1.7 MB)

Inquadramento territoriale