Superficie: 5 ettari
Province e Comuni interessati: BOLOGNA (Castel d'Aiano)

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4050028 (PDF - 116.2 KB)

Note esplicative al formulario (PDF - 1.2 MB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna  

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 91.0 KB)

Piano di Gestione (PDF - 8.6 MB)

Descrizione e caratteristiche

Aspetto dei Festuco-Brometalia con orchidee. Foto Matteo Poli, archivio personale

Nei pressi della borgata di San Cristoforo di Labante, si trova la Grotta di Labante: si tratta della più grande grotta primaria nei travertini d'Italia, fenomeno geologico naturale quantomai bizzarro e singolare. La sorgente di San Cristoforo di Labante, frequentata fin dall’antichità, è all'origine dell’imponente deposito calcareo di roccia travertinosa, nel quale si è formato un complesso di grotte primarie da tempo noto e studiato, con rupi stillicitose e una spettacolare cascata. Collocata su depositi argillosi della Formazione alloctona di Bismantova, la rupe accompagna la risalita di acque fortemente calcaree che alimentano la spettacolare sorgente e che stanno all’origine del particolarissimo fenomeno carsico, in un ambiente suggestivo e ricco di elementi naturali e storici, di gran pregio anche turistico. E’ riconoscibile un’ex-cava di travertino a cielo aperto, ormai del tutto rinaturalizzata. Il fenomeno ipogeo, a tutti gli effetti da tutelare quale grotta naturale (8310) nonostante una forma di parziale apertura alla visita peraltro priva di impiantistica o attrezzature d’accesso specifiche, consiste in due cavità di notevole sviluppo, dato il tipo carsico specifico, rispettivamente di 51 e 27 metri di sviluppo, con nicchie e ripiani a testimoniare una frequentazione umana prolungata nel tempo. La più grande ha quattro ingressi, un laghetto e pozze d’acqua; la più piccola è più concrezionata e asciutta. Sul Monte Nuvoleti, circa 5 km a Nord-Ovest, si trova un’area carsica su analoga formazione calcarenitica di Bismantova, con doline e forme carsiche di superficie, ma senza fenomeni ipogei finora esplorati. Al geosito di Labante (sorgente, rupe, grotta) si associano gli habitat naturali (rocciosi) e seminaturali (praterie, arbusteti e un boschetto) e una popolazione di Chirotteri troglofili: nonostante la ridotta superficie (meno di cinque ettari) e il contesto collinare (circa 600 m s.l.m.) fortemente antropizzato, permangono 5 habitat d’interesse comunitario dei quali tre collegati al travertino (la grotta 8310, la rupe calcareo travertinosa in facies con vegetazione casmofitica dell’8210 e con muschi su stillicidio del 7220) e due di prateria termoxerofila annuale dei Thero-Brachypodietaea (6220) e perenne del Festuco-Brometalia (6210).

Vegetazione

Tra siepi di ginestra odorosa e boschetti termofili di Roverella (Quercus pubescens) su versante meridionale degradante fino al torrente Aneva, spiccano margini e almeno tre lembi per un totale di circa un ettaro di praterie a bromo con componenti termofile. Non esiste uno specifico elenco floristico, che peraltro dovrà essere prodotto e monitorato, e tra le orchidee presenti va ricordato almeno il fior di legno Limodorum abortivum. Presso la sorgente e in basso verso l’Aneva ci sono pioppi e salici, ma non tali da giustificare l’attribuzione a formazioni boschive ripariali d’interesse comunitario.

Fauna

Il sito è relativamente ricco di specie faunistiche tendenzialmente mediterranee. Per quanto riguarda i mammiferi, attualmente mancano dati certi sulla presenza di Istrice, Puzzola e Tasso, mentre viene dato per certo il topolino d’oro (Moscardinus avellanarius). Tra i chirotteri – e sono tra le presenze più significative - nella grotta sono segnalati i ferri di cavallo maggiore e minore (Rinolophus ferrum-equinum e R. hipposideros) con popolazioni da meglio definire. L’avifauna è presente con specie di ambiente termofilo collinare, tuttavia manca un elenco esauriente. Per ora si segnalano solo Rondine e Codirosso, quasi certamente non mancano Averla piccola (Lanius collurio), Succiacapre (Caprimulgus europaeus), Usignolo, Picchio verde, e almeno alcune Silvie. Sono presenti il Tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris) e la rana agile (Rana dalmatina), tra i rettili, il Saettone (Zamenis longissimus) e il biacco (Coluber viridiflavus). Non ci sono dati sui vari invertebrati di interesse naturalistico. Oltre a Cervo volante (Lucanus cervus) e Cerambice Eroe (Cerambix cerdo), coleotteri legati agli ambienti forestali, va verificata la presenza del lepidottero Euplagia quadripunctaria e forse anche del Tritone crestato per i quali comunque, per dimensioni e ambiente, il sito non è specificatamente vocato.

Per saperne di più

Grotte protette

Cartografia

Carta di dettaglio (PDF - 889.7 KB)

Inquadramento territoriale