Superficie: 132 ettari
Province e Comuni interessati: RAVENNA (Bagnacavallo, Russi)

Il sito include l' Area di riequilibrio ecologico Villa Romana di Russi

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4070022 (PDF - 216.1 KB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 467.0 KB)

Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (PDF - 9.5 MB)

Piano di Gestione (PDF - 575.8 KB)

Seleziona dal Riepilogo le Misure regolamentari del settore agricolo previste nel Sito e cartografate (visualizzabili in formato KMZ e scaricabili in formato SHP) 

Descrizione e caratteristiche

Cicogna bianca (Ciconia ciconia). Foto Stefano Volponi, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia Romagna 2003

E’ un importante sito della bassa pianura ravennate, con prevalenze ripariali, strategicamente proteso quale corridoio ecologico a collegare Appennino e Delta. Include il tratto del fiume Lamone, che qui scorre pensile tra alti argini in parte boscati, compreso tra Boncellino e Traversara (c.a 6 km), e si estende nel suo tratto intermedio alle vasche dell'ex zuccherificio, al contesto agricolo del seicentesco grandioso palazzo rurale di S.Giacomo e all’area naturalistica e archeologica della Villa Romana, che si trovano verso oriente all’altezza di Russi.
La bassa pianura russiana, adagiata su terreni molto fini a prevalente composizione argillosa come risultato dell’apporto alluvionale storico del fiume, è profondamente antropizzata e trasformata, con elevate densità abitative e diffuse aziende agricole e industriali. Permea il paesaggio la cosiddetta “larga”, unità colturale vasta e continua che costituisce eccellente riferimento per la fauna ornitica. All'estremità orientale dell’area, per 17 ettari, è compresa l’Area di riequilibrio ecologico "Villa Romana di Russi", sito naturalistico ricreato nella cava esaurita di argilla dove, nel 1938, vennero scoperte le vestigia di una ricca villa di epoca romana nonché resti e sepolture dell’Età del Ferro. L'importante ritrovamento archeologico testimonia come la zona, emergente dalle paludi, fosse abitata già 2.700 anni fa, per poi scomparire circa 1.500 anni orsono sotto la coltre delle alluvioni tardoantiche del vicino Fiume Lamone. All’interno di un ciglio che percorre alla quota della campagna circostante tutto il perimetro, l’area abbina al sito archeologico alcuni ambienti parzialmente rimboschiti e naturalizzati nell’ambito dell’omonima Area di Riequilibrio Ecologico (bosco igrofilo, bosco mesofilo, praterie umide e allagate, prato stabile, stagno) che peraltro riproducono gli ambienti naturali un tempo presenti in zona e occupano avvallamenti e depressioni fino a ben 11 metri sotto il piano di campagna. Oltre all’Area di Riequilibrio Ecologico "Villa Romana di Russi", il sito include parte della zona di ripopolamento e cattura "S. Giacomo" (7 ha). Ancora fossi e canali con acque ferme o debolmente correnti e canneti completano il quadro degli ambienti, più una porzione di recente acquisizione, destinata al mantenimento di varietà locali e tradizionali di alberi da frutto. I circostanti coltivi hanno carattere prevalentemente estensivo, mentre la fascia fluviale appare boschiva a Salici e Pioppi, con qualche lembo più complesso a ontani. Ben nove sono gli habitat di interesse comunitario presenti, da quelli forestali ripariali ai due habitat di prateria più o meno umida ai cinque habitat acquatici, dei quali quattro di acque ferme o lente con vegetazione sommersa e galleggiante e uno di vegetazione effimera adiacente alle acque correnti del Lamone.
Vera e propria “isola naturale” in un intorno intensamente urbanizzato e coltivato, l’area risulta vulnerabile a numerosi fattori antropici che riguardano la gestione della sicurezza idraulica del Lamone e delle limitrofe fasce golenali, dei coltivi, delle aree industriali, dell’attività venatoria e delle reti tecnologiche (strade, ferrovia, linee aeree) che finiscono coll’interferire con gli habitat e con la fauna. Ulteriore fattore di disturbo agli habitat umidi è la presenza di nutrie (Miocastor coypus). La gestione dell’ARE, affidata con convenzione alla ONLUS "Villa Romana" formata da WWF e Legambiente, avviene attraverso un piano di gestione approvato dal comitato scientifico e attuato dal comitato tecnico, col contributo decisivo del volontariato locale.

Vegetazione

Fiori e viluppi di Clematis viticella. Foto Stefano Bassi, archivio personale

Il recupero e la rinaturalizzazione del contesto della “Villa Romana” sono stati compiuti a partire dagli anni ’90 nell'ambito di progetti regionali (L.R. n. 11/88). Flora e vegetazione attuali sono il risultato di insediamenti preesistenti, colonizzazione spontanea, gestione orientata dei livelli idrici e dei rilievi di scarpata, messa a dimora di numerosi esemplari di specie arboree ed arbustive. Nel complesso la vegetazione è formata da specie autoctone e tipiche degli ambienti planiziari padani, con l’unica eccezione di pochi esemplari arborei ornamentali entro i confini dell’area archeologica.
La concomitanza di habitat diversi permette la presenza un numero elevato di specie vegetali, molte delle quali reintrodotte: si osservano l'Ontano nero, il Pioppo bianco, il Salice bianco, il Frassino meridionale, la Farnia, l'Acero campestre, il Carpino bianco, la Roverella, la Rovere, il Biancospino, il Pero selvatico, il Prugnolo, l'Evonimo, il Corniolo, la Frangola, l'Agazzino e la Sanguinella. Nelle zone allagate e negli stagni sono presenti molte specie di idrofite tra le quali: Polygonum, Potamogeton, Lemna, Ceratophyllum. Più appariscenti sono le elofite; in acque abbastanza profonde vegetano due specie di Typha, l'Iris palustre, il giunco e la carice, mentre la cannuccia è dominante nelle acque meno profonde e nei terreni umidi.
L’ambiente ripariale, per quanto alterato e in parte oggetto di recenti sistemazioni a carattere divulgativo, presenta aspetti non meno interessanti: a fianco delle specie arboree ripariali già citate compaiono Aristolochia, Bryonia, Luppolo e Clematis viticella, quest'ultima diffusa anche al margine dei campi.  I 14 ettari dell’ex cava di argilla presso la Villa Romana di Russi furono oggetto di indagine floristica (Cacciato 2003) recentemente (Montanari 2013) riesaminata a confronto con quella delle vasche di Mezzano, situate in ambiente apparentemente simile 8 km più a Nord. 284 specie furono censite, con maggiore evidenza per ciperacee e idrofite che a Mezzano, in effetti, sono in regresso. Nel 2010-2013 lo stesso autore analizza il tratto fluviale rilevando ben 400 specie (opportuniste, esotiche, ruderali ma anche tante acquatiche di pregio come Carex tomentosa, Stellaria acquatica, Salvinia natans) in un ambiente ripariale inaspettatamente ricco. Di notevole interesse nel sito è la presenza di Leucojum aestivum, il campanellino dei terreni umidi di pianura protetto dalla legislazione regionale e di alcune specie palustri a distribuzione frammentaria o in via di regressione quali, ad esempio, il Lino d'acqua Samolus valerandi, poi Hottonia palustris e l’orchidea Orchis laxiflora. A proposito di orchidee, sono presenti anche Anacamptis pyramidalis, Cephalanthera damasonium e Orchis simia.

Fauna

Gli uccelli sono componente di grande pregio dell’area, con tredici specie di interesse comunitario, delle quali tre nidificanti, proprie degli ambienti umidi d'acqua dolce o aperti anche coltivati (Albanella minore, Averla piccola). Di particolare interesse la nidificazione di Tarabusino e Cavaliere d'Italia. Sono complessivamente censite oltre 110 specie ornitiche in questo importante sito di sosta e svernamento per Ardeidi e Caradriformi (varie specie di limicoli), e soprattutto per una numerosa e varia comunità di piccoli Passeriformi. I vertebrati minori annoverano l’importante presenza di Tritone crestato, Testuggine palustre e Cobite comune, oltre a nuclei di Rospo smeraldino, Raganella italica e Biacco. Va condotto uno studio approfondito delle presenze ittiche caratterizzanti questo tratto del Lamone, mentre tra gli invertebrati, l'area è oggetto di indagini entomologiche che ne attestano l’alto valore. Per quanto riguarda i lepidotteri (Bendazzi, 2006), l’unica specie di interesse comunitario accertata è il Lepidottero Lycaena dispar, legato agli ambienti palustri, tuttavia sono attestate anche Cupido argiades e Lycaeides abetonicus, d’ambiente umido e una serie di farfalle di bosco, analogamente rare soprattutto in pianura.

Per saperne di più

L'Area di riequilibrio ecologico Villa Romana di Russi 

Itinerario floristico sul Lamone 

Lepidotteri a Russi 

Segnalazioni specie nidificanti alla Villa Romana di Russi

Cartografia

Carta di dettaglio (PDF - 5.3 MB)

Inquadramento territoriale