IT4070026 - ZSC - Relitto della piattaforma Paguro
Superficie: 66 ettari
Province e Comuni interessati: RAVENNA (Ravenna)
Sito marino dell'Emilia-Romagna
Formulario
Formulario Natura 2000 del sito IT4070026 (PDF - 98.4 KB)
Enti gestori
Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Delta del Po
Strumenti di gestione
Misure Specifiche di Conservazione - Coordinate (PDF - 67.4 KB)
Piano di Gestione (PDF - 3.0 MB)
Descrizione e caratteristiche
A circa 11 miglia dalla costa, nei fondali al largo di Ravenna, si trova il relitto della piattaforma di perforazione "Paguro", costruita dall'AGIP a Porto Corsini nel 1963 per l'estrazione del metano. Si tratta di una struttura artificiale collassata nel 1965 in seguito ad esplosione, con cratere tuttora evidente sul fondale fangoso a sud del relitto, di profondità massima che raggiunge i 33 m, mentre la parte più alta dei tralicci che costituiscono il relitto giace a 10 m di profondità. La struttura sommersa, accresciuta nel tempo per successiva collocazione in loco di masse ferrose provenienti dalla rimozione di altre piattaforme, ha assunto il ruolo di "artificial reef", di vera e propria scogliera artificiale la cui ubicazione, su fondali fangosi molto distanti da altre scogliere, rende il sito un polo d'attrazione per la flora e la fauna marina. Per giunta, l'area è caratterizzata da elevata trofia, dovuta agli apporti fertilizzanti del Po, quindi nonostante la modesta e discontinua estensione del fenomeno, l'area risulta ad elevata produttività e diversità biologica, una concentrazione di vita per specie che hanno trovato idonee condizioni per crescere e riprodursi. Questo relitto in sostanza rappresenta oggi un’importante peculiarità ed ambiente per gli organismi di substrato duro in assenza di forme naturali.
La trasparenza delle acque è molto variabile: la visibilità può passare da poche decine di centimetri fino a un massimo di 15/18 metri. E’ sempre presente una corrente Nord-Sud, che risente notevolmente delle escursioni di marea. Nella zona più alta del reef (da -9 a -12 metri) le strutture metalliche sono interamente ricoperte da mitili (Mitylus galloprovincialis), ostriche (Ostrea edulis), ed altri organismi sessili (Tunicati, Poriferi, Briozoi, Policheti e Celenterati). Gli invertebrati mobili più presenti sono Echinodermi, Olotulidi ed Asteroidi; abbondantissimi gli Ofiuridi. I pesci sono quelli tipici dei fondali rocciosi, difficilmente riscontrabili in altre parti dell’Adriatico nord-occidentale: Corvine (Sciaena umbra), Occhiate (Oblada melanura), Mormore (Lithognathus mormyrus), Scorfani neri (Scorpaena porcus), Spigole (Dicentrarchus labrax) e Gronghi (Conger conger). Sul fondale fangoso attorno al reef vive una rigogliosa fauna: numerose esemplari di Pinna pectinata, molti Celenterati, Asteroidi ed Ofiuridi.
L’area attualmente occupata dal relitto del Paguro e dalle piattaforme posizionate negli anni 1990-1991 e 1999-2000 è di circa 15.000 mq. I due siti, limitrofi, hanno caratteristiche diverse e possono offrire alla ricerca scientifica ed ai subacquei notevoli potenzialità ed interessi, soprattutto in relazione alla loro particolare ubicazione (Alto Adriatico) ed alla incredibile vita che ha colonizzato le strutture, offrendo spettacoli di impareggiabile bellezza e fascino, difficilmente riscontrabili anche nelle aree più rinomate del nostro Paese.
L'area istituita quale Sito di Rete Natura 2000 - un rettangolo di 66 ettari - si trova al centro della Zona di Tutela Biologica istituita dal Decreto del Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali del 21 luglio 1995, con la quale sostanzialmente coincide.
Caratteristiche biologiche
Indubbiamente la caratterizzazione biologica relativa ad habitat e specie di un sito terrestre non è confrontabile con quanto si riscontra in un sito marino. I parametri per quest'ultimo sono altri e non sono, in fin dei conti, limitabili all'area oppure alle condizioni (geo)morfologiche. In altre parole, se sulla terra le condizioni microstazionali sono (relativamente) circoscritte e stabili, in mare i collegamenti sono molto più diretti e ampi, più sfumate e fluttuanti le condizioni. In questo sito marino, unico per l'Emilia-Romagna, va evidenziata una straordinaria dinamica biologica. Successioni e cambiamenti avvengono con straordinaria rapidità e frequenza sia perchè si tratta di ambienti ad alta produttività, sia in conseguenza dei repentini cambiamenti che tutto l'alto Adriatico spesso registra, per eccessi eutrofici con sottosaturazione di ossigeno, oppure per stress osmotici dovuti alle piene dei fiumi che abbassano la salinità o per improvvise concentrazioni di torbidità con abbassamenti dell'illuminazione e contrazione dei popolamenti algali, il tutto ovviamente condizionato dalle correnti marine, attive tanto nel deprimere quanto nel ripristinare quantità e qualità biologica. Il Paguro, schematicamente rappresentato dall'habitat 1170 corrispondente alle scogliere sommerse, è descritto come caratterizzato da popolamenti fitoplanctonici, organismi filtratori e comunità collegate di invertebrati e pesci più concentrati nella parte alta (profondità da -10 a -15 m), mentre nello stato più profondo diminuiscono Tunicati e Bivalvi pur restando rigogliosa la fauna bentonica del fondale fangoso.
Tra le specie d'interesse conservazionistico più interessanti che frequentano il sito si segnalano anzitutto la Testuggine di mare Caretta caretta e il delfino Tursiops truncatus. Vi dimorano inoltre invertebrati quali Astice, Granceola, Aragosta e Riccio di mare; tra i pesci si segnalano le Bavose, tipiche di scogliera e alcuni pelagici quali la Ricciola, predatrice di Boghe, e l'elegante Corvina. Cospicua è la lista di alghe, spugne, celenterati, molluschi, policheti (vermi marini), crostacei, echinodermi e tunicati che popolano la comunità biologica di questo insolito e straordinario reef.
Per saperne di più
Il sito dell'Associazione Paguro
Creazione di Parchi Marini Subacquei in Adriatico
Cartografia
Carta di dettaglio (PDF - 60.2 KB)