Superficie: 1656 ettari
Province e Comuni interessati: FORLI'-CESENA (Portico e San Benedetto, Tredozio)

Territorio confinante con IT5140005 ZSC "Muraglione - Acqua Cheta" della Regione Toscana e con IT4080003 ZSC-ZPS

Il sito ricade quasi interamente nel Parco nazionale Foreste Casentinesi

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4080002 (PDF - 202.9 KB)

Enti gestori

Parco nazionale Foreste Casentinesi

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 92.8 KB)

Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (PDF - 1.6 MB)

Misure Specifiche di Conservazione - Realizzazione (PDF - 1.7 MB)

Misure Specifiche di Conservazione - Progetto LIFE EREMITA

Seleziona dal Riepilogo le Misure regolamentari del settore agricolo previste nel Sito e cartografate (visualizzabili in formato KMZ e scaricabili in formato SHP) 

Descrizione e caratteristiche

Verso le sorgenti del Tramazzo. Foto Sandro Bassi, archivio personale

Estrema propaggine nord-occidentale delle Foreste Casentinesi in Romagna, il sito confina a lungo con la Toscana e si sviluppa su contrafforti distanti dal crinale appenninico ad abbracciare la zona sorgentifera del torrente Tramazzo, tributario del Lamone e del fosso Fiumicino, più il medio e basso corso del torrente Acquacheta fino alla confluenza nel Montone presso San Benedetto in Alpe. L’area ricade quasi interamente nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e per gran parte nel Complesso demaniale regionale Foresta Alto Montone e Tramazzo, dotato di Piano di Assestamento. E' adiacente ad aree naturali e forestali toscane di analogo, grande interesse naturalistico in zona Lavane-Pollaio e sorgenti dell'Acerreta, nonchè storico e antropologico (Eremi di Gamogna, Trebbana, Romiti, Tusci). Il substrato marnoso arenaceo dell’omonima formazione miocenica romagnola caratterizza l’intero sito, con stratificazioni monotone ma sconvolte da assetti orogenetici grandiosi e insoliti con gigantesche faglie, sinclinali e anticlinali da cui deriva non un pettine “classico” di valli orientate verso la pianura ma un’orografia disforme, con i rilievi più pronunciati (oltre i 1000 m) intorno al valico del Tramazzo e quindi distanti dal crinale principale, un bizzarro orientamento dei solchi vallivi e frequente instabilità idrogeologica latente o attiva. All’estremo Ovest un brusco salto determina la celebre Cascata dell’Acquacheta e la vicina Caduta del Fosso di Ca’ del Vento, il luogo più frequentato di un sito soggetto ad una certa pressione antropica per interesse turistico-ricreativo. La copertura forestale interessa circa il 70% della superficie, con popolamenti di faggeta e dell’orizzonte dei querceti misti mesofili, qualche rimboschimento di conifere e pochi castagneti; le praterie, spesso arbustate e quasi sempre derivate da ex-coltivi (l’appoderamento era a tratti intenso) caratterizzano la restante superficie. Sedici habitat d’interesse comunitario, dei quali sette prioritari, coprono un quarto della superficie del sito, con sei tipi forestali e ben otto di natura erbacea o arbustiva quattro dei quali in variegate situazioni rupestri.

Vegetazione

Scilla bifolia. Foto Stefano Bassi, archivio personale

Nella compagine forestale prevalgono i boschi mesofili a querce e latifoglie miste del Laburno-Ostryon, con prevalenza di Cerro o Roverella e Carpino nero, accompagnati da Orniello, aceri, sorbi e Castagno, quest’ultimo anche in popolamenti misti derivati da antiche selve castanili. Il passaggio con la soprastante faggeta è per lo più brusco, solo a tratti si manifesta con gradualità, in corrispondenza di profondi e freschi valloni: qui compare il Tiglio, con Olmo montano, Frassino maggiore ed aceri. La faggeta appare più spesso quasi monospecifica, sovente con caratteri mesotermofili e calcifili per via del substrato marnoso, talora, presso l’Acquacheta, il Sasso Bianco e il Colle del Tramazzo, con aspetti più freschi tipici dell’Abieti-Fagetum, segnalati da felci come Phyllitis scolopendrium e Polystichum aculeatum o nemorali come Cardamine trifolia. Localizzato su versanti caldi e aridi è qualche lembo di roverelleto xerofilo. Rimboschimenti di conifere montane completano il panorama forestale, caratterizzato da cedui invecchiati, in parte convertiti all’alto fusto e da alcune fustaie sia pure di sviluppo non sempre eccelso. Alcuni esemplari, come il faggio monumentale della Valdanda, sono segnalati per le notevoli dimensioni. Praterie fresche o xeriche allignano ovunque, con vegetazione erbacea naturale o seminaturale e una componente arbustiva che può concentrarsi in densi cespuglieti di ginestre (soprattutto Cytisus scoparius), Ginepro comune, Nocciolo. Estremamente localizzati (Becco, Valdanda) sono lembi di brughiera a Calluna vulgaris. Il piccolo Lago di Ponte e alcuni tratti semipianeggianti dell’Acquacheta e del Tramazzo sono fiancheggiati da vegetazione ripariale e praterie umide o bordure eutrofiche con romiceti ed epilobieti. Tra le presenze floristiche di rilievo, sono segnalati Saxifraga rotundifolia, Galanthus nivalis, Scilla bifolia, Leucojum vernum, Lilium croceum e numerose orchidee, tra le quali Orchis ustulata, O. militaris, O. mascula, O. provincialis, Himantoglossum adriaticum, Neottia nidus-avis.

Fauna

Aglia tau, raro lepidottero tipico della fascia di transito dai querceti freschi alle faggete. Foto Stefano Bassi, archivio personale

E’ stabile la presenza del Lupo (Canis lupus) e da poco accertato il ritorno del Gatto selvatico (Felis sylvestris). Altri mammiferi segnalati sono Puzzola (Mustela putorius) ed Istrice (Hystrix cristata); per quanto riguarda i Chirotteri è segnalata la presenza del Vespertilione smarginato Myotis emarginatus. Per quanto riguarda gli uccelli, nidificano regolarmente Succiacapre, Tottavilla e Averla piccola. E’ stabile la presenza dell’Aquila reale (Aquila chrysaetos). Nel sito si riproducono, tra gli altri, il Prispolone (Anthus trivialis), la Rondine montana (Ptyonoprogne rupestris), il Codirossone (Monticola saxatilis)e il Culbianco (Oenanthe oenanthe). I vertebrati minori annoverano importanti popolazioni di Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), Ululone appenninico (Bombina pachypus) e Tritone crestato (Triturus carnifex) più Tritone alpestre (Triturus alpestris), Geotritone (Speleomantes italicus), Raganella (Hyla italica) e Rana appenninica (Rana italica). Tra i Rettili è presente Colubro d'Esculapio (Zamenis longissimus). La ricca fauna acquatica riporta il Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), il Mollusco Gasteropode Vertigo angustior (specie in pericolo di estinzione a livello europeo) e diversi pesci quali Barbo canino (Barbus meridionalis), Cobite comune (Cobitis taenia), Lasca (Chondrostoma genei) e Vairone (Leuciscus souffia), oltre al Ghiozzo padano (Padogobius martensii). Gli insetti registrano oltre al Lepidottero Eterocero Callimorpha quadripunctaria, i Coleotteri Nebria fulviventris, Percus passerinii e Lucanus cervus.

Per saperne di più

Itinerari nel Parco

Cartografia

Carta di dettaglio (PDF - 4.5 MB)

Inquadramento territoriale