IT4080011 - ZSC-ZPS - Rami del Bidente, Monte Marino
Superficie: 1361 ettari
Province e Comuni interessati: FORLI'-CESENA (Bagno di Romagna, Santa Sofia)
Territorio confinante con IT4080003 ZSC - ZPS
Formulario
Formulario Natura 2000 del sito IT4080011 (PDF - 182.8 KB)
Enti gestori
Strumenti di gestione
Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 4.3 MB)
Descrizione e caratteristiche
Dei cinque siti afferenti al complesso forestale più grande d’Italia (le Foreste Casentinesi) sul versante adriatico, questo è il più submontano. Comprende il corso inferiore dei tre rami torrentizi che formano il Bidente fino alla loro confluenza e la soprastante area, in fascia “montana inferiore”, chiusa tra i contrafforti di Ripastretta-Cerviaia-Moricciona a Sud e di Monte Marino a Nord, il tutto su Formazione Marnoso-Arenacea. Il Bidente di Corniolo, il Bidente di Ridracoli e il Bidente di Pietrapazza formano tre distinti sottobacini, con qualche differenza soprattutto geotettonica a caratterizzare per aspetti morfologici i rispettivi corsi, più largo il primo, più incassato il secondo, più mosso e variato il terzo, ma in un contesto ripariale appenninico abbastanza simile, caratteristico e ben conservato. La sinclinale estesa tra il Monte Cerviaia e il Monte Marino, centrata sul Passo del Vinco a separare le larghe valli dell’Alpicella e dei Tagli verso Ridracoli e di Strabatenza verso il Pietrapazza, a lungo si mantiene sopra i 500 m (ma quasi mai supera i 1000 m) in un contesto tipicamente submontano di estese foreste di latifoglie miste di querce, carpini e castagni che sfumano a monte nella soprastante, grande faggeta. E' singolare il contesto di Monte Marino, aereo massiccio nero di boschi precipiti verso nord, appoggiato invece sul lato opposto su larghi versanti assolati, con curiose formazioni marnoso-pelitiche calanchiformi al margine delle quali occhieggia la Voragine di Monte Marino, profondo abisso impostato su spaccatura in arenaria. Il sito ricade per oltre l'80% su terreni di proprietà demaniale regionale dotati di piano d’assestamento forestale, ed è adiacente al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi col quale confina. Predominano le formazioni forestali: boschi misti mesofili di Cerro e Carpino nero, rimboschimenti di conifere, querceti xerofili con Roverella e rare faggete ricoprono complessivamente il 50% della superficie. Prati mesoxerofili (ca. 15%), praterie cespugliate ed arbusteti a Ginepro che diventano garighe su versanti esposti (10%), plaghe rocciose e ambienti fluvio-ripariali completano il quadro relativo a un territorio relativamente poco antropizzato. Ventidue habitat di interesse comunitario, dei quali sei prioritari, coprono circa un quarto della superficie del sito, con prevalenza di tipi forestali, di prateria-arbusteto e rocce in un contesto ricco di situazioni ripariali collinari e montani che riassume tutto ciò che la natura appenninica nordadriatica propone su questo tema.
Vegetazione
Gli aspetti vegetazionali del sito in questione non si discostano molto dal contesto submontano tipico delle Foreste Casentinesi sul versante romagnolo: dominano Cerro e Roverella (quest’ultima nelle esposizioni calde) con Carpino nero, Orniello, Castagno (di antica diffusione antropica) e altre latifoglie come aceri e sorbi. Qualche Agrifoglio (sul Monte Marino) e frequente rinnovazione spontanea di Abete bianco riflettono l’influenza della vicina Foresta della Lama e dei soprastanti ambienti di faggeta. Alcuni Lecci abbarbicati verso il crinale di Poggio la Vecchia e il Ginepro coccolone a Spugna rappresentano all’opposto gli ultimi spruzzi di una lontana onda mediterranea. Significative di un contesto abbastanza ben conservato sono la sporadica presenza di Quercus crenata, la locale distribuzione del raro Vischio quercino (Loranthus europaeus) e la diffusione, anche su rupe, dell’interessante Salix apennina. Il contesto fluvio-ripariale è particolarmente variato: situazioni rocciose, ghiaiose, sabbiose si alternano a frequenti colate travertinose, determinando microambienti diversi, sempre caratterizzati da buona qualità delle acque. Romiceti, epilobieti, gruppi elofitici si accompagnano a saliceti arbustivi estremamente variati: interessanti sono le stazioni di Tipha minima, i densi gruppi di Epipactis palustris (forse la più rappresentativa delle tante orchidee presenti nel sito) e il folto corteggio di epatiche, equiseti e felci.
Fauna
Per quanto riguarda i mammiferi, sono presenti tutte le specie del Parco, inclusi il Lupo e l’Istrice. Mancano dati precisi sui pipistrelli. Oltre che nei vasti ambienti forestali, i chirotteri trovano rifugio nei ruderi delle vecchie case sparse e potrebbero essere presenti anche in alcune grotte tettoniche, la più importante delle quali è la Voragine di Monte Marino. Gli uccelli contano tra i nidificanti molte specie, tra le quali Succiacapre, Tottavilla e Averla piccola. I più rappresentativi del sito comunque sono il Merlo acquaiolo, l’Astore, lo Sparviere e l’Allocco. Tra i vertebrati minori, sono da ricordare l’Ululone (Bombina pachypus), il Geotritone (Speleomantes italicus), la Rana appenninica (Rana italica). E’ presente il Colubro d'Esculapio (Zamenis longissimus). La qualità delle acque è segnalata dalle notevoli popolazioni dei pesci Barbo (Barbus plebejus) e Vairone (Leuciscus souffia), nonché dalla contemporanea presenza sia del Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) che del Granchio di fiume (Potamon fluviatile), circostanza quest’ultima estremamente rara nei siti dell’Emilia-Romagna. Per altri invertebrati, in particolare insetti lepidotteri e coleotteri, manca un censimento preciso tuttavia il riferimento all'adiacente Parco Nazionale è inevitabile: di rilievo la presenza tra gli insetti di Rosalia alpina, Falena dell'edera, Bombice del susino, Cervo volante e del mollusco Retinella olivetorum.
Per saperne di più
Cartografia
Carta di dettaglio (PDF - 2.2 MB)