IT4080017 - SIC-ZPS - Borletto, Alto Ausa
Superficie: 121 ettari
Province e Comuni interessati: FORLI'-CESENA (Bertinoro)
Formulario
In fase di aggiornamento
Enti gestori
Strumenti di gestione
In fase di aggiornamento
Descrizione e caratteristiche
Il sito, localizzato sulla collina romagnola in provincia di Forlì-Cesena tra Vincareto e Polenta, è ricompreso nella fascia gessoso-calcarea romagnola, immediatamente a monte dell’emergenza rocciosa dello "spungone" di Bertinoro, calcarenite organogena pliocenica di notevole rilievo ambientale.
Si estende sull’alto bacino del piccolo torrente Ausa, privo d’acqua corrente per gran parte dell’anno ma selvaggio con tratti chiusi tra scoscesi versanti e accompagnato da margini palustri tra pioppeti e saliceti arbustivi.
Geomorfologicamente vario con asperità e forre, ma anche con forme calanchive e dolci ondulazioni per lo più incolte, il sito annovera rari gessi microcristallini (i Gessi di Polenta), Colombacci, arenarie tenere e blocchi sparsi in un eterogeneo complesso accumunato da terreni variabili da sciolti a compatti argillosi, tenacissimi, nel quadro estremamente vario della fascia mio-pliocenica preappenninica romagnola a ridosso della soprastante formazione marnoso-arenacea.
Diffusi sono i caratteri mediterranei alternati a localizzate plaghe fresche d’alto appennino, con una certa acidofilìa determinata dalla disgregazione della roccia sabbiosa e friabile, che tende a originare substrati calciocarenti. Prevalgono aree fresche con flora marcatamente mesofila nei boschi e nel castagneto relitto del Borletto.
La copertura forestale si estende su oltre metà del sito, in gran parte costituita da boschi dell’orizzonte dei querceti misti, in parte da neoformazioni e arbusteti molto diversificati. Praterie aride e mesiche, tradizionalmente sfalciate a stagione avanzata e qualche coltivo (meno di un quarto della superficie, in regresso) completano il panorama. Nonostante una certa pressione antropica dovuta alla vicinanza di centri abitati e di attività agricole (la quota, a partire dai 100 m non supera mai i 298 m s.l.m.), il sito è remoto, selvaggio e poco antropizzato.
Quattro habitat principali di interesse comunitario, dei quali tre forestali, ricoprono almeno un terzo della superficie del sito. Non mancano quattro piccoli stagni (impluvi seminaturali) costellati da vegetazione igrofila e limitate plaghe rocciose, anche sotto copertura arborea, di interesse geologico (calcareniti, gessareniti, arenarie tenere) in situazioni differenziate e poco note ma permeate da diffusa naturalità.
Vegetazione
I boschi, a impronta di cedui, abbondano di necromassa e di piante vetuste e sono dominati da Roverella e Carpino nero. Compaiono Farnia, Cerro, Carpino bianco e Tiglio in alcune aree particolarmente fresche.
Almeno una stazione di forra con flora marcatamente mesofila è caratterizzata dal raro Borsolo (Staphylea pinnata).
Le vallecole incassate ed esposte a nord della zona sorgentizia dell’Ausa hanno mantenuto un’importante vegetazione forestale a tratti ricca e lussureggiante con elementi inconsueti per la quota, tra i quali soprattutto il castagno.
Il Castagneto relitto (9260) già esplorato da Zangheri potrebbe essere stato impiantato in epoca medioevale dai Camaldolesi di Santa Maria in Vincareto e costituisce l’elemento vegetazionale di maggior interesse tra roverelleti mediterranei (91AA, anche con Scotano e Cisto cretico), carpineti con farnia del 91L0, radure con orchidee (*6210) e Himantoglossum adriaticum e frequenti Serratula tinctoria, asteracea acidofila di impronta atlantica, e giglio rosso. Vanno verificate le presenze floristiche, in particolare la diffusione di geofite precoci e di felci. Di recente è stata accertata la presenza della rarissima idrofita "carnivora" Utricularia.
Fauna
Il sito è relativamente ricco di specie faunistiche mediterranee.
Sicura è la presenza di Chirotteri, per i quali è rifugio anche l’antica Chiesa di Polenta. Tra gli altri mammiferi è presenti certamente l’Istrice, oltre all'onnipresente Ghiro (Glis glis).
L’avifauna fa registrare presenza di specie tipiche dell'ambiente calanchivo (Albanella minore, Succiacapre, Calandro, Averla piccola). Da accertare la presenza di rapaci.
L'erpetofauna conta la presenza di Raganella (Hyla intermedia) e Colubro di Esculapio (Zamenis longissimus), non manca il Tritone crestato (Triturus carnifex) e merita di essere cercato l’Ululone dal ventre giallo (Bombina pachypus).
Tra gli invertebrati, è segnalato il Cervo volante (Lucanus cervus), coleottero legato agli ambienti forestali e il Granchio di fiume.
Per saperne di più
Inquadramento su Appennino romagnolo
Cartografia
Carta di dettaglio (PDF - 5.2 MB)