Parchi, foreste e Natura 2000

IT4090004 - ZSC - Monte San Silvestro, Monte Ercole e Gessi di Sapigno, Maiano e Ugrigno

Superficie: 2172 ettari
Province e Comuni interessati: RIMINI 2166 ettari (Novafeltria, Sant'Agata Feltria, Maiolo, Pennabilli); FORLI'-CESENA 6 ettari (Sarsina)

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4090004 (pdf167.69 KB)

Note esplicative al formulario (pdf1.26 MB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (pdf2.14 MB)

Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (pdf15.78 MB)

Piano di Gestione (pdf1.56 MB)

Seleziona dal Riepilogo le Misure regolamentari del settore agricolo previste nel Sito e cartografate (visualizzabili in formato KMZ e scaricabili in formato SHP).

Descrizione e caratteristiche

Querceto misto con acero fico: da Savio-Marecchia verso Sud, Acer obtusatum (o Acero d'Ungheria, che presenta foglie pubescenti di sotto) sostituisce l'analogo A.opalus (lamina fogliare non pubescente). Foto Stefano Bassi, archivio personaleIl sito individuato dalla Regione Emilia-Romagna amplia il SIC marchigiano Monte S. Silvestro - Monte Ercole (IT5310020), istituito nel territorio di Sant'Agata Feltria su parte (1400 ettari) dell'area floristica protetta di Monte Ercole, aggiungendo l'area dei Gessi di Sapigno, Maiano e Ugrigno, dislocata più a nord-ovest nel territorio del medesimo Comune, e classificando il tutto (2172 ettari) come ZSC dal 2019.
Si tratta di due aree ben distinte, l'una submontana prevalentemente forestale (monti del crinale di Sant'Agata Feltria) digradante tra i Fossi di Ca' Martino e Cedrino fino al Marecchia, l'altra collinare (quella dei Gessi), di tipo agreste e per certi versi più varia, gravitante attraverso il Fanantello sul Savio.
L'area di Monte San Silvestro giace in parte su formazioni marnoso-arenacee a lungo ricoperte da boschi di castagno, talvolta con cerro abbondante, in parte sulla colata gravitativa della Valmarecchia, con argille e plaghe franose poco boscate. A Monte Ercole, su blocco di arenarie scure di Monte Senario, vegeta un raro e prezioso bosco di roveri, con spiccata acidofilìa. Per un ampio tratto si rinvengono formazioni erbacee, spesso di origine postcolturale, mesofile, che rappresentano ambienti idonei per lo sviluppo dell'avifauna. Il contesto a tratti semipianeggiante e la continuità della copertura forestale in particolare nella parte alta, conferiscono agli ambienti, di per sè freschi e montani, un tono placido in armonia con il carattere eremitico e contemplativo dei nuclei abitati della Badia Monte Ercole, sicuramente presenti fin dall'antichità pagana. I Gessi di Sapigno, Maiano e Ugrigno invece costituiscono un'importante seppur ridotta e seminascosta area carsica con grotte e forre, disposta intorno al bacino del Rio Fanantello, più bassa e in generale più arida, sicuramente più contrastata della precedente. La zona di Pietrabassa - Rio Gambone, con inghiottitoi e valloni boscosi, è la più nota, mentre quella di Maiano al di fuori di Cà Guidi e lo stesso Fanantello sono meno accessibili e per così dire meno esplorati. Geologia e carsismo profondo, ma anche il più antico accesso alla miniera di Perticara, sono gli aspetti salienti di un settore molte diversificato, collinare eppure aspro e selvaggio, con qualche aspetto rupestre e con l'olivo e antichi insediamenti che salgono fino al largo spartiacque.
Il sito è relativamente poco antropizzato ma presenta insediamenti localizzati storico-residenziali (Pietrabassa, Maiano) e turistici (Badia Montercole). Caccia, selvicoltura, gestione dei castagneti e agricoltura residua meritano di essere mantenuti in un contesto di pianificazione territoriale sostenibile e integrata, dove in particolare la facile accessibilità tramite un fitto reticolo stradale impone l'applicazione di regole e necessarie limitazioni.
17 tipi di habitat d'interesse comunitario, dei quali 5 prioritari, ricoprono oltre il 20% del territorio, con prevalenza per i tipi forestali e prativi. Caratteristici habitat arbustivi, nonchè il consueto mosaico di garighe, rocce e grotte che accompagnano i gessi, completano un quadro ambientale ricchissimo, di transizione tra collina e montagna e tra continente e mediterraneo.

Vegetazione

Il Campanellino Leucojum vernum, geofita non comune di boschi freschi, qui al margine sud-orientale della sua distribuzione in Italia. Foto Sandro Bassi, archivio personale.La cartografia provinciale (PU 2009) della vegetazione riporta numerosi tipi forestali, tra i quali più frequenti i castagneti del Melampyro italici-Castanetum sativae (9260), le cerrete meso-termofile dell'Acer obtusati-Quercetum cerris e i roverelleti del Peucedano cervariae-Quercetum pubescentis (*91AA).
Più localizzato è l'ostrieto mesofilo del Lamiastro galeobdoli-Ostrietum carpinifoliae, attribuito al 92A0 come i popolamenti ripariali a salici e pioppi e vicino, qualora siano presenti aceri e tigli, al *9180.
Le diffuse praterie xeriche (brometi e brachipodieti), più o meno colonizzate da arbusti sparsi o raggruppati, rientrano nei Centaureo bracteatae-Brometum erecti e Ononido masquillerii-Brometum erecti (*6210), talora anche con ginepri, non disgiunti da mosaicature con popolamenti erbacei aperti e discontinui del Coronillo minimae-Astragaletum monspessulani su galestri e argille (*6220). L'arbusteto più tipico, che deriva dal sottobosco dei roverelleti, è lo Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii, dominato dalla ginestra odorosa, in grado di emergere anche sui mosaici vegetazionali calanchivi. 
Sono in realtà alcuni boschi mesofili, in facies acidofila e con aspetti relittuali, a costituire l'eccezione più interessante e a conservare in maniera localizzata alcune tra le specie più rare. La selva di Monte Ercole, al margine del castagneto come, probabilmente, residuo non trasformato, è un raro bosco di rovere con carpino bianco e flora acidofila, apparentemente simile come variante della cerreta al 91L0 di Fiordinano (FC), ma più fresco per via della quota e forse anche del substrato (Arenarie paleoceniche di Monte Senario, e non cappellaccio quaternario sabbioso). Del resto le caratteristiche dell'area floristica protetta, oltre ad Acer obtusatum e addirittura Acer pseudoplatanus, annoverano specie molto mesofile, di alto Appennino, quali Tilia cordata, Lathyrus sylvestris, Tanacetum vulgare, Arisarum proboscideum, Iris graminea, Doronicum columnae e, stazione più meridionale per l'Emilia-Romagna, non riscontrabile con certezza nelle Marche, il Campanellino Leucojum vernum.
Mancano dati certi su Himantoglossum adriaticum (che potrebbe essere segnalato nel sito), mentre è presente come caratteristica di terreni acidi la non rara ma localizzata Erica arborea

Fauna

Ramarro (Lacerta bilineata). Foto Matteo Poli, archivio personaleLa fauna del sito è un po' tutta da verificare, soprattutto per quanto riguarda gli uccelli.  Le aree prative sono importanti per la nidificazione di Succiacapre (Caprimulgus europaeus) e Averla piccola (Lanius collurio). La varietà degli ambienti favorisce molte specie: tra i rapaci sono comuni Poiana, Gheppio e il notturno Assiolo, non mancano l'allodola e il pendolino.
I mammiferi, oltre ai chirotteri Ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), maggiore (R. ferrumequinum) e Miniottero (Miniopterus schreibersii), di interesse comunitario All.II e presenti in particolare nella zona dei Gessi di Sapigno, annoverano la Puzzola e la Faina, poi l'Istrice (Hystrix cristata) e il Moscardino (Muscardinus avellanarius).
Dei vertebrati minori occorre segnalare il Tritone crestato (Triturus carnifex) e, nelle grotte sui Gessi di Sapigno, il Geotritone (Speleomantes italicus). Certamente non mancano il Rospo comune poi rettili quali Luscengola (Chalcides chalcides), Saettone (Zamenis longissimus), Biacco (Hierophis viridiflavus), Ramarro (Lacerta bilineata) e Vipera (Vipera aspis). Poche sono le informazioni sugli Invertebrati, al di là della presenza accertata dei Coleotteri forestali Cerambice eroe (Cerambix cerdo) e Cervo volante (Lucanus cervus).

Per saperne di più

Il territorio di Sant'Agata Feltria

Itinerari geologici

La discesa del torrente Fanantello 

Cartografia

Carta di dettaglio (pdf9.27 MB)

Inquadramento territoriale

Azioni sul documento

ultima modifica 2022-09-08T17:24:07+02:00
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