Cervo
Ordine: Artiodattili - Famiglia: Cervidi
Cervus elaphus (Linnaeus, 1758)
Collocazione biogeografica:
oloartica.
Caratteri distintivi: lunghezza testa-radice della coda nel maschio 185-210 cm, nella femmina 150-180 cm; altezza alla spalla nel maschio 105-130 cm, nella femmina 90-110 cm; coda 10-17 cm; peso nel maschio 100-180 Kg, nella femmina 60-90 Kg.
Corpo raccolto e robusto, testa alta su collo vigoroso, di media grandezza e allungata in un muso quadrato alle estremità; occhi grandi e ovali, orecchie grandi. Maschi con palchi ramificati provvisti a maturità almeno di 4-5 cime per stanga. Arti slanciati e robusti; coda relativamente corta e ricoperta di peli. Mantello estivo bruno rossiccio, mantello invernale grigio brunastro; "specchio anale" giallastro; i piccoli fino a 3 mesi hanno picchiettature bianche lungo i fianchi.
A Impronta zampa anteriore:
lungh. ~8-9 cm; largh. ~6-7 cm
P Impronta zampa posteriore :
lungh. ~6-6,5 cm; largh. ~4,5-5,5 cm
Habitat: pianura, collina e montagna; in boschi ampi intercalati da prati e pascoli. Vive anche in zone paludose.
Abitudini: visibile soprattutto intorno al crepuscolo, ma attivo tutto il giorno, con 3-6 distinti periodi di pascolo e ruminazione. Di udito, vista e olfatto finissimi; nonostante la mole, di movimenti agili e aggraziati. Generalmente sedentario, si sposta tuttavia se disturbato, per ricercare cibo e per la riproduzione. Specie gregaria, forma branchi anche numerosi e separati secondo il sesso per buona parte dell'anno; femmine imparentate tra loro compongono gruppi matrilineari piuttosto stabili e duraturi ai quali si uniscono giovani e cerbiatti; i maschi adulti formano piccole bande abbastanza instabili. I due sessi si associano solo in autunno per il periodo degli amori, talvolta anche in inverno. Durante la stagione degli accoppiamenti i maschi dominanti difendono il loro "harem" di femmine annunciandosi con esibizioni comportamentali e vocali caratteristiche. In primavera perdono i palchi; i nuovi trofei si sviluppano completamente e vengono puliti dal "velluto" alla fine dell'estate. Più strettamente erbivoro di altri Ungulati, si nutre di erbe, gemme, fogliame, apici di Conifere, frutta selvatica, ghiande e anche cortecce. La femmina partorisce di solito un unico piccolo, in maggio-giugno, dopo 33 settimane di gestazione; il cerbiatto, pesante alla nascita 6-8 Kg, è capace quasi subito di camminare: ciò nonostante nei primi 7-10 giorni resta immobile, accucciato e ben nascosto tra la vegetazione; viene allattato per almeno 6 mesi. La maturità sessuale fisiologica è raggiunta a 16-28 mesi. La maturità sociale è raggiunta nella femmina intorno ai 3 anni, nel maschio intorno ai 5-6. La durata massima della vita è di 17-20 anni, con declino fisico evidente a partire dai 14-16 anni. Il Lupo è l'unico predatore del Cervo adulto; i piccoli, in assenza della madre, sono attaccati da volpi, martore, gatti selvatici e aquile.
Status: numeroso.
Distribuzione generale: Europa (comprese Irlanda, Gran Bretagna, Scandinavia meridionale e Sardegna); Africa nord-occidentale; Asia Minore e Caucaso sino ai Monti Elburz, Turkestan; Asia centrale dal Tien Shan e Himalaia ai Sajan e Altaj, bacino dell'Amur, Manciuria e parti della Cina occidentale, a sud sino allo Yunnan. Anche America Settentrionale, dal Canada al Nuovo Messico, seppure in maniera molto discontinua. In Italia: distribuzione frammentaria, soprattutto nelle regioni alpine orientali e nell'Appennino settentrionale e centrale. Manca in Sicilia, presente in Sardegna. In Regione: eccetto il gruppo di Cervi presenti nel Gran Bosco di Mesola (100 esemplari circa), tutte le altre popolazioni derivano da recenti reintroduzioni. Il Cervo scomparve dalla Pianura Padana verso la fine del Medioevo (tranne alcuni nuclei nei boschi costieri) e dal settore collinare ed appenninico entro il 1700. Intorno al 1840 vennero intrapresi dal Granduca Leopoldo II i primi ripopolamenti (nel casentinese). Il Corpo Forestale dello Stato ha effettuato, negli anni '60, alcune operazioni di reintroduzione nelle foreste demaniali, soprattutto in quelle toscane di confine. Oggi presente in buon numero nelle Foreste Casentinesi e con nuclei più piccoli nell'Appennino bolognese e parmense, oltre al già citato nucleo del Gran Bosco della Mesola. I Cervi della Mesola meritano un cenno particolare: si tratta di animali di dimensioni inferiori alla media, con maschi dotati di trofei piuttosto scadenti (palchi lunghi 50-70 cm, con 2-3 punte per stanga).
Protezione esistente: il Cervo è specie cacciabile ai sensi dell'art.18 della L. 11/02/1992, n.157. Specie protetta dalla Convenzione di Berna (L. 5/8/1981, n. 503, in vigore per l'Italia dall'I/6/1982). Le misure di protezione più efficaci sono però offerte dai Parchi nazionali, regionali e Riserve naturali.
Note: poiché la specie può essere all'origine di danni alle colture agricole, la sua reintroduzione deve essere attentamente valutata.
Tratto da "I Mammiferi dell'Emilia-Romagna" di M.G. Bertusi, T. Tosetti, I.B.C. Regione Emilia-Romagna, 1986