Rana agile o dalmatina

Ordine: Anura - Famiglia: Ranidae

Rana dalmatina (Fitzinger in Bonaparte, 1838)

Areale: Entità Sud-Europea diffusa dalla Francia sino all'estremo nord della Spagna; a nord fino alla Danimarca e alla Svezia meridionale, nell'Europa centrale e nella Penisola Balcanica, in tutta Italia peninsulare e la Sicilia.

Caratteri distintivi: Corpo relativamente slanciato, con muso appuntito. Macchia temporale ben marcata, con al centro un timpano grande ed evidente: inferiormente questa è delimitata da una netta banda sopralabiale chiara che si prolunga fin sotto l'occhio e prosegue, più sfumata, verso la punta del muso. Se distesi in avanti lungo il tronco, gli arti posteriori raggiungono o superano la punta del muso con l'articolazione tibio-tarsica. Colorazione dorsale bruno-giallastra-rossastra, gola e parti inferiori biancastre, regione inguinale e femorale spesso giallastre. Lunghezza massima 9 cm; i maschi sono più piccoli con arti inferiori più robusti e provvisti, sul lato interno del primo dito di una callosità grigiastra. Larva con coda appuntita, cresta dorsale convessa, in parte estesa sul dorso, di colore bruno-giallastro con macchie dorate, lunga fino a 6 cm.

Habitat: Boschi e boscaglie, anche xerofili, radure, campi e prati umidi: tra le nostre rane è la meno legata all'acqua, che frequenta solo nel periodo riproduttivo (per lo più pozze e stagni, ma anche ruscelli a lento corso).

Biologia: Molto ben adattata agli habitat terricoli, in cui si muove con lunghi e agili salti, non è però altrettanto abile nel nuoto; la fregola ha inizio talora già a febbraio, di norma tra marzo e aprile. Le ovature sono masse gelatinose sferoidali delle dimensioni di un pugno, vengono ancorate alla vegetazione o a rami sommersi, oppure lasciate galleggiare in superficie; la metamorfosi delle larve ha luogo a 2-3 mesi dalla schiusa. Assai resistente al freddo, la si vede spesso in attività anche in inverno.

Note tassonomiche: Specie monotipica.

Distribuzione regionale: Diffusa sull'intero territorio ma in modo discontinuo, rara nelle aree fortemente antropizzate. Nella distribuzione per fasce altitudinali presenta una frequenza decrescente all'aumentare delle altitudini, raggiungendo la quota massima a 1667 m. Predilige gli ambienti forestali e nel periodo riproduttivo è frequente in corsi d'acqua, pozze e sorgenti.

Tratto da "Gli Anfibi e i Rettili dell'Emilia-Romagna" di S. Mazzotti, G. Stagni, Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara - Regione Emilia-Romagna, IBACN - 1993


Revisione e aggiornamento nel 2009 a cura del Servizio Parchi e Risorse forestali in collaborazione con G. Tedaldi, in riferimento a "Amphibia" a cura di B. Lanza, F. Andreone, M.A. Bologna, C. Corti, E. Razzetti (fauna d'Italia, Calderini editore - 2007) e "Atlante degli Anfibi e dei Rettili d'Italia" a cura di R. Sindaco, G. Doria, E. Razzetti, F. Bernini. Societas Herpetologica Italica, Edizioni Polistampa - 2006T