Geologia, suoli e sismica

L'Area Geologia suoli e sismica supporta le politiche regionali collegate all’ambiente e alla pianificazione territoriale, soprattutto attraverso la produzione di sistemi informativi territoriali e di cartografie geologiche, pedologiche e geo-tematiche. Nel campo della riduzione del rischio sismico e del monitoraggio strategico di alcuni rischi naturali come mareggiate e frane, si pone l'obiettivo di mitigarne gli impatti sul territorio e sulla popolazione. Inoltre lavora per identificare e studiare le risorse naturali come acque, suoli, energia geotermica, risorse minerali

Inquinanti organici nei suoli

Pubblicato il rapporto sui livelli di fondo di alcune molecole organiche (diossine, furani, IPA, PCB) nei suoli della pianura emiliano-romagnola

Diossine e furani (PCDD/PCDF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono inquinanti organici in grado di persistere nell’ambiente e bioaccumularsi, costituendo pertanto un pericolo per la salute umana e per l’ambiente.

Il rapporto è il risultato della collaborazione avviata, dal 2017, tra l’Area Geologia, Suoli e Sismica del Settore Difesa del Territorio e l’Osservatorio Energia, Rifiuti e Siti Contaminati della Direzione Tecnica di ARPAE, al fine di produrre un quadro conoscitivo dei livelli di fondo di alcune molecole organiche (diossine, furani, IPA, PCB) nei suoli della pianura emiliano-romagnola. Scopo del progetto è identificare i valori di riferimento dei microinquinanti organici nei suoli agricoli, legati a fonti diffuse di inquinamento quali la deposizione atmosferica, lo spandimento di fanghi, compost e altri ammendanti organici e lo spandimento di sedimenti provenienti da esondazioni o da escavazione dei corsi d’acqua (normativa ISO19258:2018).

Oggetto dell’analisi sono stati i suoli agricoli che rappresentano un insieme particolarmente “integro” e possono consentire la definizione di valori di riferimento rispetto ai quali poter confrontare situazioni sottoposte a maggior impatto quali i suoli urbani, le zone industriali, le aree nei pressi di inceneritori e/o cementifici e altre (Decreto Legislativo n. 152/2006 così come modificato dal DM 46/19). In particolare, la scelta dei siti da analizzare è ricaduta nei pressi delle stazioni rurali della rete di monitoraggio regionale di ARPAE (Rete Misura Qualità dell’Aria e Zonizzazione a norma del D.lgs.155/2010 e del DGR n. 2001 del 27/12/2011) per le quali erano disponibili anche i dati sulla qualità dell’aria strettamente correlati al contenuto di microinquinanti organici al suolo.


Sintesi dei risultati

Per quanto riguarda IPA e PCB, dall’elaborazione statistica si rileva che i valori sono talmente bassi che risultano per lo più al di sotto del limite di quantificazione (LoQ) e pertanto non si evidenziano correlazioni né con la tipologia di suolo, né con l’ubicazione geografica o la morfologia del territorio.

Per quanto riguarda invece Diossine e Furani si riscontrano valori sempre al di sotto delle CSC (Concentrazione soglia di contaminazione). Inoltre, le analisi hanno permesso di individuare tre macro-gruppi affini per la distribuzione del contenuto di diossine nel suolo. Le analisi permettono di affermare che il tipo di suolo è ininfluente rispetto all’accumulo di tali sostanze e che l’accumulo è legato, in un gruppo, al fall-out atmosferico e all’inquinamento dell’aria, mentre, in un altro gruppo, prevale il contributo dei pesticidi utilizzati in agricoltura. Le analisi rivelano anche variazioni stagionali nella concentrazione degli inquinanti che riflettono il contributo della combustione di spazzatura (estate) e gli effetti legati a caldaie ad uso industriale (inverno).

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ultima modifica 2024-02-06T09:02:05+02:00
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