Parchi, foreste e Natura 2000

Fauna

Parco regionale Abbazia di Monteveglio

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I mammiferi della fascia collinare

Nel parco vivono molti dei mammiferi tipici dei boschi e delle aree marginali della collina, anche se della loro presenza, per le abitudini schive o crepuscolari, è più facile accorgersi attraverso l'osservazione delle tracce (orme, resti di pasto, escrementi). Tra i piccoli mammiferi è diffuso un po' ovunque il riccio, mentre scoiattolo, ghiro, moscardino e arvicola rossastra sono più frequenti nelle aree boscate, dove si distribuiscono tra il sottobosco e le chiome degli alberi a seconda delle abitudini alimentari e riproduttive. Negli spazi aperti si incontrano lepre e arvicola campestre, mentre nei pressi dei corsi d'acqua si notano le gallerie dell'arvicola terrestre, un roditore in grado di nuotare senza difficoltà, che ha l'abitudine di scavare tane sulle sponde. Tra le specie di taglia maggiore sono presenti la volpe, che a volte capita di sorprendere allo scoperto all'imbrunire o di mattina, e altri carnivori come tasso, donnola e faina, ormai adattati a trarre profitto dalla convivenza con l'uomo. Negli ultimi anni ha fatto ritorno il capriolo, un cervide ben riconoscibile per le piccole corna a tre punte, l'assenza di coda e la evidente macchia chiara che compare sul posteriore durante l'inverno. Da tempo assente dalla collina, il capriolo sta lentamente riconquistando boschetti cedui, arbusteti e campi abbandonati, che rappresentano il suo habitat naturale e sono ben distribuiti all'interno dell'area protetta. Recente è anche l'apparizione del cinghiale, le cui inconfondibili orme si possono ritrovare impresse sul terreno argilloso dei bacini calanchivi di Pan Perso e del rio Ramato.

Gli uccelli dei boschi e degli spazi aperti

Luì piccoloNel parco il mosaico di ambienti diversi e tra loro molto ravvicinati, e la conseguente ricchezza di fasce di contatto (ecotoni), tra le situazioni che più favoriscono un elevato grado di diversità biologica, creano le condizioni per la presenza di una avifauna ricca di specie e numericamente apprezzabile. Nei boschi cedui, nelle boscaglie e negli intricati arbusteti che rivestono i versanti dei rilievi trovano ospitalità molti piccoli passeriformi come usignolo, capinera, scricciolo, pettirosso, merlo, fringuello, luì piccolo. I tipici fori circolari che si notano su molti pioppi senescenti segnalano la presenza di picchio rosso maggiore e picchio verde; di frequente, passeggiando nel bosco, capita di ascoltare i loro sonori tambureggiamenti, prodotti martellando ripetutamente i tronchi con il robusto becco, che accompagnano la ricerca del cibo e in primavera annunciano l'inizio dei corteggiamenti. Queste cavità vengono spesso utilizzate per la nidificazione da altri uccelli, come il picchio muratore e varie specie di cince, e sono particolarmente importanti nei giovani boschi cedui, dove la mancanza di siti adatti riduce la potenziale presenza di specie. Nel folto dei boschi riparano anche ghiandaia e cuculo, due specie i cui richiami, aspro e secco quello della prima, inconfondibile quello del secondo, sono udibili anche a distanza. Coltivi abbandonati e altri spazi aperti sono frequentati da verdone, verzellino, cardellino e zigolo nero; durante la bella stagione si assiste ai voli di rondoni, rondini e balestrucci e può accadere di scorgere la meno frequente upupa, dalla caratteristica cresta. Molto comune in questi ambienti è il fagiano, al quale in estate si aggiunge un altro galliforme, la quaglia. Esperti insettivori come l'averla piccola, ormai sempre più rara, si spostano anch'essi nelle aree prative, frequentate abitualmente anche dai rapaci. Il gheppio si spinge anche nelle aree calanchive e la grande poiana abita stabilmente tutto il settore centrale dell'area protetta, dove si libra alta nel cielo nelle ore calde della giornata. Lungo le rive di Samoggia e Ghiaia è possibile sorprendere, soprattutto durante il periodo estivo, nitticore, aironi cenerini e altri ardeidi che si spostano lungo i corsi d'acqua alla ricerca di pesci intrappolati in pozze isolate.

Rettili e anfibi

Le scarpate, i coltivi abbandonati e in genere le aree assolate con buona presenza di vegetazione arbustiva sono l'habitat ideale per varie specie di serpenti. I più facili da avvistare sono biacco e colubro di Esculapio, entrambi innocui e abituali frequentatori della fascia collinare, dove è possibile incontrare anche il colubro liscio, un piccolo cacciatore di lucertole e orbettini. In prossimità dei rii principali, ma anche nel sottobosco umido dei versanti esposti a nord, si può osservare la natrice dal collare, una specie innocua come le precedenti e altrettanto diffusa, che può spingersi spesso a notevole distanza dall'acqua. Oltre alle comuni lucertole (Podarcis muralis, P. sicula), tra i sauri è piuttosto facile incontrare il ramarro, dalla tipica colorazione verde brillante; questa grande lucertola predilige le radure cespugliate e i prati incolti, che sono frequentati anche dalla luscengola, un sauro dal corpo allungato simile a un serpente e con arti assai ridotti, rapidissimo nel guizzare e nascondersi tra l'erba al primo segno di pericolo. L'orbettino, meno rapido e completamente privo di arti, è più difficile da incontrare, nonostante si spinga nelle aree coltivate o frequentate dall'uomo. Il fondovalle umido del rio Ramato, lo stagno dell'area didattica e le raccolte d'acqua artificiali sono gli ambienti nei quali è possibile osservare con maggiore facilità le diverse specie di anfibi della collina che, dalla fine dell'inverno e per tutta la primavera, vi affluiscono talvolta in gran numero per compiere la fase riproduttiva. Il più abbondante è sicuramente il rospo comune, che predilige i boschi freschi ma si spinge senza difficoltà in tutti gli altri ambienti terricoli. La raganella ha invece abitudini più arboricole ma in primavera la si può incontrare nascosta tra le canne e gli arbusti intorno a qualcuno dei piccoli specchi d'acqua del parco, frequentati anche dalla rana agile (che nel resto dell'anno vive al riparo del sottobosco). In stagni e pozze, infine, trascorrono la fase larvale anche tritone crestato e tritone punteggiato, due urodeli che da adulti vivono in acqua solo nel periodo riproduttivo, durante il quale sfoggiano una livrea nuziale dalle appariscenti creste membranose e dagli intensi riflessi madreperlacei.

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ultima modifica 2012-05-28T19:39:00+02:00
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