Parchi, foreste e Natura 2000

Fauna

Parco regionale Laghi Suviana e Brasimone

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Il cervo e gli altri mammiferi

Tra i mammiferi la specie più rappresentativa è senza dubbio il cervo, tornato ad abitare queste montagne da alcuni decenni.
Gli esemplari osservabili nel parco derivano dai pochi cervi liberati dal Corpo Forestale dello Stato nel 1958 e nel 1965 nell'alto Pistoiese, all'interno della foresta demaniale dell'Acquerino. Si tratta di una popolazione di ottima qualità, con maschi di grande taglia dotati di palchi ben ramificati. Il territorio del parco rappresenta la porzione principale dei quartieri degli amori del cervo sul versante emiliano dell'areale di distribuzione: qui dall'inizio dell'autunno, per alcune settimane, si riuniscono una parte rilevante dei riproduttori, percorrendo anche distanze considerevoli. Piuttosto comune è un altro ungulato, il cinghiale, che lascia quasi ovunque le inconfondibili tracce del suo passaggio: scavi sul suolo ("grufolate") e i sentieri ("trottoi"), bagni di fango ("insogli"). Più raro ed elusivo è il capriolo, qui legato soprattutto ai cespuglieti e ai cedui fitti, dove bruca gemme e tenere foglie. Il daino, una specie estranea alla fauna originaria, è avvistabile con una certa facilità solo nella fascia più periferica del parco. Degna di nota è la comparsa sporadica del lupo, tornato ad abitare l'Appennino settentrionale solo dagli anni '80 e irregolarmente richiamato nel territorio del parco dalla presenza di buone densità di ungulati selvatici. Altri carnivori sicuramente presenti sono volpe, tasso, faina e donnola. Tra i micromammiferi terrestri non mancano roditori come scoiattolo, ghiro, moscardino, topo selvatico e arvicola rossastra e insettivori come talpa e crocidura minore (un piccolo toporagno). Nelle aree aperte, con un po' di fortuna, si può osservare la lepre. Agli inizi degli anni ‘90 ha fatto la sua comparsa una specie piuttosto insolita, l'istrice, un roditore a prevalente diffusione africana ma presente anche in Italia centro-meridionale e in netta espansione verso nord negli ultimi decenni. Grotte e vecchi castagni ospitano, infine, alcune importanti specie di chirotteri, animali rari e particolarmente bisognosi di tutela.

Gli uccelli dei boschi e dei cespuglieti

Picchio rosso maggioreNel territorio del parco, oltre alla maggior parte delle specie del basso e medio Appennino, sono presenti, soprattutto durante le migrazioni, anche uccelli tipici delle zone umide: cormorani, gabbiani comuni e reali, svassi maggiori e anatre come il germano reale trovano, infatti, soprattutto nel lago di Suviana, un luogo di alimentazione e sosta durante il superamento dell'Appennino; nel medesimo lago è facilmente osservabile, e probabilmente nidificante, il martin pescatore. Altre specie osservabili intorno ai due bacini e lungo i principali corsi d'acqua sono la ballerina gialla (poco diffusa), la ballerina bianca (visibile invece anche nei centri abitati) e il merlo acquaiolo (abbastanza frequente soprattutto sulle sponde del Limentra). Tra i rapaci, oltre a specie come gheppio, poiana, sparviero, e allocco, è da segnalare la nidificazione regolare del falco pecchiaiolo. Come in altre zone dell'Appennino settentrionale l' aquila reale, per quanto non nidificante, è di comparsa più o meno regolare con individui immaturi. Tra le specie di maggiore interesse spiccano codirosso, pigliamosche, picchio muratore, torcicollo, rampichino, picchio rosso maggiore e picchio verde, tutti localizzati nelle poche zone con castagneti maturi che offrono cavità per la nidificazione. Particolarmente diffuse e numerose sono invece le specie legate ai boschi cedui, tra le quali spiccano il colombaccio, molto raro come nidificante in Emilia-Romagna, e la bigia grossa, segnalata sino agli inizi degli anni '90 (mancano tuttavia segnalazioni recenti). Molto abbondanti sono la tortora, soprattutto nei boschi giovani di querce, e il succiacapre, che durante la notte caccia insetti in volo su prati e cespuglieti radi. L'espansione dei cespuglieti, in seguito all'abbandono di seminativi e pascoli, ha favorito specie tipiche di questi ambienti come zigolo nero, sterpazzola, sterpazzolina e, quando i cespuglieti si trasformano in boscaglie, prispolone, canapino e lu' bianco. Nelle praterie rimaste, oltre alla comune allodola, sono presenti l'affine tottavilla e la quaglia, una specie difficile da osservare allo scoperto ma della quale è facile udire il monotono canto del maschio.

Anfibi, rettili e altre presenze

Tra gli anfibi del parco spicca la salamandra pezzata, dalla brillante livrea gialla e nera, una specie rara e localizzata lungo il crinale appenninico che frequenta i boschi di faggio solcati dai limpidi ruscelli montani (dove in estate si sviluppano le sue larve). Del tutto terricolo è anche il geotritone, privo di polmoni e strettamente legato agli umidi ambienti del suolo, nelle cui cavità depone le uova e trova riparo nei periodi caldi e siccitosi; nel parco è diffuso soprattutto nelle zone boscose caratterizzate da affioramenti rocciosi intensamente stratificati e fessurati. Gli altri urodeli osservabili nel parco sono i tritoni crestato, punteggiato e alpestre, che abitano pozze, abbeveratoi e piccole raccolte d'acqua anche temporanee. Tra gli anuri sono presenti la rana italica, tipica abitatrice di torrenti e ruscelli appenninici, e la rana agile, che frequenta di preferenza boschi e prati e depone le sue grosse ovature in raccolte d'acqua stagnante, dove vive abitualmente anche la rana verde. Ancora meno dipendenti dall'acqua sono il rospo comune e l'arboricola raganella, diffusi in tutta la fascia collinare e in pianura. Tra i rettili, amanti in genere degli habitat ben soleggiati, ricchi di vegetazione e poco disturbati dall'uomo, sono presenti tutte le specie tipiche della fascia alto collinare e montana. I sauri più facili da osservare sono lucertola muraiola e ramarro, mentre decisamente più elusivo è l'orbettino. L'agile e battagliero biacco, dalla colorazione giallo-nera, e la biscia o natrice dal collare sono gli ofidi più frequenti. Meno facili da scorgere sono il colubro di Esculapio, dalla livrea giallo-olivastra, e la vipera comune; quest'ultima specie, l'unica a rappresentare un pericolo per l'uomo, è ben riconoscibile per le movenze più lente, il corpo breve e tozzo e l'aspetto squadrato del muso. Tra i pesci la presenza più tipica nei torrenti del parco è la trota fario, un salmonide perfettamente adattato alle fredde e ben ossigenate acque montane, ma soprattutto alle quote più basse sono presenti specie di minori dimensioni come vairone e ghiozzo. Alcuni ruscelli ospitano ancora consistenti popolazioni di gambero di fiume, un crostaceo indicatore di acque incontaminate che negli ultimi decenni è andato via via scomparendo in molti corsi d'acqua appenninici.

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ultima modifica 2012-05-28T19:35:00+02:00
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