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Carta di identità
Istituito nel 1988.
2034 ha di parco e 1053 di area contigua.
Provincia di Parma. Comuni di Parma, Collecchio, Fornovo di Taro, Medesano e Noceto.


foto apertura Parco regionale  fluviale Taro

Il parco si estende per una ventina di chilometri lungo il fiume Taro, dalla via Emilia sino a Fornovo, in un territorio dai delicati equilibri che nei decenni scorsi è stato interessato da una intensa attività estrattiva. Ciò nonostante l'alveo del Taro presenta ancora vasti tratti di greto naturale, con ghiareti, isole e ramificazioni concorrenti nell'ampio letto. Le zone umide, i boschi e i pratelli aridi lungo il corso d'acqua convivono talvolta con le attività agricole, le zone industriali e i frantoi dove vengono tuttora lavorate le ghiaie dell'ampio greto, che sul finire degli anni sessanta contribuirono alla realizzazione della contigua Autostrada Parma-La Spezia. Gli uccelli sono senza dubbio l'elemento faunistico di maggiore interesse e attrazione, nonché i più studiati: nel parco sono state osservate oltre 270 specie, in vari casi rare o di comparsa irregolare, testimonianti l'attrattiva che questa area presenta nei confronti dell'avifauna. La valle è infatti una delle principali direttrici migratorie tra Pianura Padana e Tirreno e nei periodi di passo altre specie si aggiungono ai tanti uccelli che frequentano il fiume tutto l'anno. Il parco ospita alcune delle maggiori popolazioni italiane nidificanti di specie di elevato interesse naturalistico, quali l'Occhione, caradriforme dalle abitudini singolari. Questo uccello crepuscolare simbolo del parco stesso, necessita infatti di ampi spazi aperti seminaturali quasi privi di vegetazione. Per la grande ricchezza ornitologica e la gestione molto attiva in ricerche e progetti sulle specie di maggiore rilevanza conservazionistica, il parco è stato designato come Zona di Protezione Speciale a livello europeo. Di notevole importanza è anche il patrimonio storico della zona, in buona parte legato a una delle principali strade romee medievali, la via Francigena, che proveniente da oltralpe risaliva la valle del Taro sino al passo della Cisa.
Sempre al periodo medievale risale la Corte di Giarola, un magnifico complesso rurale fortificato che oggi ospita la sede del parco, il centro visita, il laboratorio agro-alimentare Agrilab, il teatro, una sala convegni, il Museo del Pomodoro e della Pasta.

Rete Natura 2000