Parco regionale Vena del Gesso Romagnola
Un'area protetta di recente istituzione, per tutelare la più imponente dorsale gessosa italiana.
Carta di identità
Istituito nel 2005.
2.033 ettari di parco e 4.064 di area contigua e Zona D 26 ettari.
Province di Bologna, e di Ravenna.
Comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Fontanelice (BO), Brisighella, Casola Valsenio e Riolo Terme (RA)
Dalla valle del Sillaro sino a Brisighella, nella valle del Lamone, le colline romagnole sono solcate da una spettacolare dorsale grigio argentea ben riconoscibile a prima vista, che interrompe bruscamente i dolci profili collinari conferendo un aspetto unico al paesaggio. L'affioramento, che è il più lungo e imponente rilievo gessoso in Italia, si sviluppa per 25 km e ha una larghezza media di un chilometro e mezzo. La migliore prospettiva sulla sequenza di maestose pareti rocciose si ha provenendo dalla pianura, mentre il versante settentrionale della dorsale si innalza scosceso ma in gran parte rivestito dalla vegetazione. Come nel non lontano Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa, l'area è caratterizzata da peculiari morfologie carsiche, che comprendono doline, valli cieche e numerosissime grotte, tra le quali spiccano molti "abissi" (cavità verticali che nella zona raggiungono profondità record). La denominazione di "Vena", attribuita dai topografi dell'Istituto Geografico Militare, privilegia l'utilizzo minerario del corpo roccioso, da sempre sfruttato per l'estrazione del gesso. In molte zone sono ben visibili i segni delle passate attività estrattive, ma impressionante è soprattutto la gigantesca lacerazione di monte Tondo, dove una cava è tuttora attiva e le moderne tecnologie utilizzate producono rapide progressioni dei fronti e delle gallerie di cava a scapito del paesaggio, delle grotte e dei delicati ambienti gessosi.