Carta di identità
Istituita nel 1995.
280 ha.
Provincia di Modena. Comune di Pavullo nel Frignano



foto di apertura Riserva di Sassoguidano

Situata nella media valle del Panaro, nel comune modenese di Pavullo nel Frignano, una balza rocciosa emerge dal bosco, allungandosi tra pareti precipiti su un vero e proprio altopiano. E' la riserva di Sassoguidano che tutela oltre all'altopiano boscato, l'imponente dorsale accidentata del Cinghio di Malvarone (722 m s. l. m.) e la selvaggia valle del torrente Lerna, affluente del Panaro, che si sviluppa tra le rocce per poi aprirsi in un tipico paesaggio calanchivo, tra scoscese pareti e morfologie carsiche. Sulle pareti calcarenitiche del Cinghio, colonizzate da una rada vegetazione erbacea e arbustiva, si può avvistare il falco pellegrino. Nell'altopiano querceti e vecchi castagneti si alternano a verdi radure prative di origine carsica, popolate da varie specie di orchidee; in una di esse si trova una piccola zona umida, lo stagno di Sassomassiccio, quasi asciutto nei mesi estivi ma ricco di interessanti presenze vegetali e animali. Lo specchio d'acqua infatti custodisce una stazione di Hottonia palustris, una rara pianta acquatica sommersa dalla quale emerge in primavera una spiga di fiori chiari a verticillo. Inoltre l'assenza di pesci permette a numerose specie di anfibi di portare a termine la delicata fase riproduttiva. La varietà floristica è piuttosto ricca: sono segnalate numerose specie erbacee di notevole interesse per rarità o specializzazione, legate agli habitat rupicoli ed ai substrati argillosi. Nel cuore della Riserva, che si estende su circa 280 ettari, è stato allestito un Centro Visita in un edificio rurale storico situato nelle vicinanze della Chiesa di Sassoguidano, di origine milleduecentesca, edificata in posizione assai panoramica. L'altro interessante edificio religioso dell'area protetta è l'oratorio di Sassomassiccio, dei secoli XI-XII, immerso nel bosco di castagni. Per quasi trent'anni, nel Settecento, fu il luogo di eremitaggio di un capitano dell'esercito estense, Vincenzo Muzzarelli, poi fattosi frate francescano con il nome di Antonio Francesco.

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