Flora
Riserva regionale Salse di Nirano
Intorno ai conetti
Alla vegetazione che cresce in prossimitá dei conetti di fango non si presta di solito particolare attenzione. La prima impressione non è dissimile da quella che, complice la giornata estiva, ne ricavó l'abate Antonio Stoppani, che nel suo celebre Il Bel Paese (1864) scrisse di "un piano uniforme e fangoso sparso di erbacce che si abbarbicano al terreno piuttosto per intisichirvi che per vivere...".
E' necessaria un'osservazione un po' piú accurata per scoprire che queste "tristi pianticelle", dall'aspetto poco appariscente, sono diverse da quelle che crescono tutt'intorno e rappresentano un bell'esempio di vegetazione tipica e specializzata, legata a precise condizioni ambientali. I depositi fangosi che circondano i conetti sono, infatti, un ambiente estremamente selettivo per la vita vegetale, soprattutto per l'alto contenuto in argilla e la notevole salinitá del terreno. Quest'ultimo è il fattore che piú condiziona la presenza e la distribuzione delle piante, determinando, con la sua progressiva diminuzione via via che ci si allontana dalla salsa, il caratteristico assetto della vegetazione, in cui è possibile riconoscere, seppure in maniera non netta, varie fasce concentriche. Nei pressi delle bocche la copertura vegetale è rada e frammentata, quasi esclusivamente formata da cespi sparsi di gramignone delle bonifiche (Puccinellia borreri), una graminacea tipica dei terreni salsi del litorale che a Nirano ha una delle rare stazioni dell'entroterra. Tra le specie presenti è quella piú spiccatamente alofila (amante del sale), in grado di sopravvivere a concentrazioni di solfati e cloruro di sodio pari a 6 g/l. Con l'arrivo della primavera spuntano anche le esili piantine di erba corregiola (Atriplex patula), una comune infestante delle colture qui presente nella varietá angustifolia, con particolari adattamenti all'ariditá e salinitá del terreno (foglie strettissime, glauche e carnosette, portamento prostrato). Allontanandosi un poco dai conetti vegeta il buplero grappoloso (Bupleurum tenuissimum), una ombrellifera a distribuzione prevalentemente litoranea, e prende il sopravvento la gramigna litoranea (Agropyron pungens), che forma praterie piú dense e leggermente glauche, ravvivate dalle gialle fioriture della scorzonera delle argille e del raro ginestrino a foglie strette. Fra queste specie, che piú caratterizzano la vegetazione delle salse, compaiono anche erbacee comuni: la canna palustre nei punti dove l'acqua ristagna; carota selvatica, ceppitoni, aspraggine volgare, romice crespo, gramigna comune e altre adattate all'ariditá dei terreni argillosi in posizione piú marginale, a segnare il graduale passaggio verso i prati circostanti.
I calanchi e i coltivi abbandonati
Per la vita vegetale i calanchi pliocenici costituiscono un altro ambiente poco ospitale. Anche qui lo sviluppo della vegetazione, oltre che dalle particolari morfologie, è influenzato dall'elevato contenuto di argilla e dalla relativa salinitá del terreno (con concentrazioni che possono superare i 2 g/l).
Lungo le pareti piú ripide e soggette alla tumultuosa erosione delle acque meteoriche, solo poche specie erbacee interrompono, con radi ciuffi isolati, la chiara superficie delle argille. In queste condizioni estreme vegetano la gramigna litoranea e alcune composite dai gialli capolini: astro spillo d'oro (Aster linosyris), ceppitoni e scorzonera delle argille.
Sui crinali, in condizioni di maggiore stabilitá, si forma una prateria arida di graminacee che, alla sommitá del calanco, evolve in una densa macchia arbustiva dove dominano le ginestre. Sul fondo delle principali vallecole l'olmo e l'orniello si addensano in una folta boscaglia bordata di rose selvatiche e prugnolo, e dove il suolo è intriso d'acqua vegetano pioppi, cespugli di salici, equiseti e farfari.