Parchi, foreste e Natura 2000

Geomorfologia

Riserva regionale Cassa di espansione del Fiume Secchia

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La cassa e i manufatti idraulici

Opera idraulicaPer avere un'idea dei cambiamenti che, in un ambiente fluviale a carattere torrentizio, provoca l'alternarsi di magre e piene, vale la pena visitare il fiume in vari momenti dell'anno: rimarranno impressi nella memoria l'estrema aridità del greto nei periodi siccitosi, quando le acque superficiali scompaiono per scorrere solo all'interno degli spessori ghiaiosi, e la straordinaria forza della corrente durante le piene più violente. Il fiume subisce una vera metamorfosi quando, nei periodi massima piovosità, i numerosi affluenti convogliano nell'alveo principale centinaia di metri cubi al secondo e la torbida e tumultuosa massa d'acqua trasporta enormi volumi di materiali detritici e anche grossi tronchi di alberi sradicati. Alla rovinosità dei fenomeni fluviali ha dato un notevole contributo, soprattutto a partire dal dopoguerra, l'estrazione di ghiaie direttamente nel greto, con conseguente aumento della velocità di trasferimento dell'acqua verso la bassa pianura e ripresa dell'erosione. A questo, oltre che alla complessiva perdita di naturalità del sistema fluviale e al dissesto idrogeologico dei versanti montani, si devono i grandi eventi di piena e le disastrose alluvioni che hanno segnato il decennio 1960-70. Per far fronte a questa emergenza nel 1966 furono proposte varie opere idrauliche, tra cui la cassa di espansione a lato del Secchia, considerata per l'epoca una novità nell'ingegneria idraulica nazionale. L'intervento, come gli altri degli stessi anni lungo il Crostolo e il Panaro, aveva lo scopo di ricreare artificialmente gli antichi assetti idraulici mediante una grande briglia, destinata a ristabilire le quote di fondo dell'alveo che tendeva ad approfondirsi per l'erosione, e una cassa di espansione che occupasse le golene e i bacini di piena perduti a causa delle bonifiche. L'opera, progettata e costruita negli anni '70, fu inaugurata nel 1980. Si compone di un'imponente briglia alta una decina di metri e lunga 150, con quattro bocche di scarico che fronteggiano altrettanti dissipatori di energia, di una briglia selettiva a pettine, costruita tre chilometri più a monte per intercettare i tronchi più grossi, e di alcuni bacini in riva sinistra, ereditati dall'attività estrattiva che aveva ormai raggiunto la falda creando ampie aree allagate. La cassa, che può essere svuotata tramite uno scaricatore di fondo subito a valle della briglia, è in grado di accogliere un volume idrico suppletivo di 15.000.000 metri cubi, su una estensione di 200 ettari, chiusi da 8 chilometri di arginature.

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ultima modifica 2016-03-08T18:15:00+02:00
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