IT4010004 - ZSC-ZPS - Monte Capra, Monte Tre Abati, Monte Armelio, Sant'Agostino, Lago di Averaldi
Superficie: 6272 ettari
Province e Comuni interessati: PIACENZA (Bettola, Bobbio, Coli, Farini)
Territorio confinante con IT4010011 ZSC
Formulario
Formulario Natura 2000 del sito IT4010004 (PDF - 219.1 KB)
Note esplicative al formulario (PDF - 1.2 MB)
Enti gestori
Strumenti di gestione
Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 56.6 KB)
Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (PDF - 13.4 MB)
Piano di Gestione (PDF - 185.2 KB)
Descrizione e caratteristiche
Il sito comprende la vasta area situata tra la Val Trebbia e il contrafforte sinistro della Val Nure, in provincia di Piacenza, compresa tra Perino, Coli e il monte di Farini d’Olmo, con i rilievi di Monte Armelio (903 m), Costa di Monte Capra (1310 m), Monte S. Agostino (1256 m) e Monte Tre Abati (1072 m), fino a M.Osero (1298 m). Predominano gli affioramenti ofiolitici (serpentiniti in particolare), in un’area ad altitudini spesso superiori ai 1000 m, pur essendo collocata in una fascia collinare-submontana relativamente non lontana dalla pianura. L'area è caratterizzata da zatteroni rocciosi disposti in modo del tutto irregolare, di dimensioni e forme variabili, particolarmente visibili anche a distanza per contrasto rispetto alle dolci ondulazioni delle circostanti formazioni argillose dalle quali prepotentemente emergono. Sono inoltre presenti zone umide pianeggianti e depositi torbosi, spesso collegate a sorgenti di particolare interesse naturalistico-scientifico, in un paesaggio che reca le tracce di un potente modellamento operato dall’ultima glaciazione wurmiana. L'area presenta forti dislivelli, settori dirupati e selvaggi, elevato grado di naturalità e vegetazione in forte stadio dinamico per successioni in atto dovuto al generalizzato abbandono. Notevole è la diversità ambientale, evidente nella complessa mosaicatura fatta di boschi, vegetazione rupestre, cespuglieti, praterie substeppiche, aree umide in diversi stadi di interramento, il tutto in presenza di un ridotto grado di antropizzazione che si sposa con gli elementi di interesse faunistico. Elevato è l’interesse paesaggistico. Nella zona sono infine presenti due cavità artificiali di interesse ambientale: l'ex miniera di amianto (Costa Mangiapane) che ospita alcune specie di Chirotteri e la miniera di pietra litografica presso il Rio Vanguardone a Ghini di Aglio. E’ presente una quindicina di habitat d’interesse comunitario, tre dei quali prioritari, su meno di un quinto della superficie del sito, con prevalenza per praterie, arbusteti e habitat rocciosi a componente ofiolitica.
Vegetazione
Il sito rappresenta un'area di rifugio per la conservazione di una flora specializzata e di grande valore scientifico. E' infatti una delle aree a più alta concentrazione di specie protette di tutto il territorio regionale. E’ presente una flora rara, con elementi differenziati per adattamento al substrato ofiolitico-serpentinoso, sono localizzati alcuni relitti dell'ultimo periodo glaciale, sussistono infine forme idroigrofile-palustri altamente specializzate. Di interesse comunitario è presente il solo Hymantoglossum adriaticum. Tra le serpentinofite, quasi tutte endemiche, si segnalano: Asplenium cuneifolium, Cheilanthes marantae, Minuartia laricifolia ssp. ophiolitica, Alyssum bertolonii. Tra le altre specie rare, adattate alle rupi ofiolitiche, sono qui presenti Euphorbia spinosa ssp. ligustica, Linum campanulatum, Linaria supina, Iberis sempervirens, Sassifraghe e Crassulacee. Altre specie rare e protette non strettamente legate al substrato ofiolitico trovano qui l'habitat ideale: la Melagride minore (Fritillaria tenella), specie rarissima, è legata ai pendii rupestri delle ofioliti e ai prati aridi; la Manina profumata (Gymnadenia odoratissima), orchidea a distribuzione centroeuropea esclusiva del piacentino in ambito appenninico, è accertata solamente in due stazioni su prateria arida. E’ infine possibile rinvenire Daphne cneorum, molto rara in Emilia Romagna ed al limite meridionale del suo areale italiano. In generale, nelle aree marginali agli affioramenti rocciosi e pedologicamente più favorevoli ad espressioni di vegetazione evoluta sono presenti lembi di boscaglia dominata da Carpino nero e Roverella, oltre a estesi impianti di conifere a Pino nero, Pino silvestre, Larice e Abete bianco. Le fustaie di conifere hanno favorito l'insediamento di alcune interessanti presenze floristiche e faunistiche, tra le quali l'orchidea Goodyera repens, tipica delle peccete alpine. Le praterie substeppiche e le brughiere sono ben rapresentate, con presenza di formazioni spinoso-arbustive caratterizzate da Ginepro, Biancospino e Pero selvatico. Nelle torbiere vegetano sfagni (Sphagnum spp.), carici (Carex spp.) ed eriofori (Eriophorum spp.), con Menyanthes trifoliata e la piccola, rara “carnivora” Drosera rotundifolia. Specie rare e legate agli ambienti umidi sono anche Parnassia palustris, Gratiola officinalis, Salix rosmarinifolia, Thelypteris palustris, Triglochin palustre. Quest'ultimo, insieme a Menyanthes trifoliata ed a Eriophorum angustifolium, viene considerato relitto glaciale. Altre specie la cui presenza può ricondursi agli eventi glaciali sono Dianthus superbus, Trollius europaeus, Gentiana kochiana, Polygala chamaebuxus, Saxifraga paniculata e, tra le orchidee, Traunsteinera globosa. Ulteriori orchidee tipiche delle stazioni umide e ombrose sono Coeloglossum viride, Epipactis helleborine, E. muelleri, E. palustris, Gymnadenia conopsea oltre all'endemica alpina Dactylorhiza traunsteineri, rarissima, e a D. praetermissa, qui nella sua unica stazione dell'Appennino emiliano. L'area è inoltre una delle poche stazioni dell'endemica piacentina Epipactis placentina. Del numeroso contingente di specie protette, si segnala infine la presenza di Epipactis atrorubens, E. muelleri, E. microphylla, Cephalanthera damasonium, C. longifolia, C. rubra, Limodorum abortivum, Neottia nidus-avis, Listera ovata, Spiranthes spiralis, Platanthera bifolia, P. chlorantha, Dactylorhiza latifolia, D. maculata, D. fuchsii, D. incarnata, Orchis morio, O. ustulata, O. tridentata, O. simia, O. purpurea, O. mascula, O. pallens, Anacamptis pyramidalis, Nigritella nigra, Aquilegia vulgaris, Armeria seticeps, Campanula medium, Crocus vernus, Daphne laureola, D. mezereum, D. oleoides, Dianthus armeria, D. balbisii, D. monspessulanus, Doronicum columnae, Erythronium dens-canis, Gentiana asclepiadea, G. ciliata, G. cruciata, G. kochiana, G. pneumonanthe, Ilex aquifolium, Lilium bulbiferum, L. martagon, Saxifraga exarata, S. moschata, S. paniculata, Scilla bifolia, Sempervívum arachnoideum, Sempervivum tectorum, Tulipa australis, Vinca minor.
Fauna
Per quanto riguarda gli uccelli, nelle aree prative ed ecotonali nidificano Tottavilla (Lullula arborea), Calandro (Anthus campestris), Ortolano (Emberiza hortulana), Averla piccola (Lanius collurio). Presenti e da considerarsi nidificanti eventuali Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) e Albanella minore (Circus pygargus). L'ornitofauna legata agli ambienti rupestri e ai cespuglieti conta, tra gli altri, Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros), Codirossone (Monticola saxatilis), Rondine montana (Ptyonoprogne rupestris), zigoli (Emberiza spp.), Culbianco (Oenanthe oenanthe) e Fanello (Carduelis cannabina). Il Biancone (Circaetus gallicus), da alcuni anni osservato in quest'area durante la stagione riproduttiva, è da considerarsi possibile nidificante. Nidificanti certi sono l’Astore (Accipiter gentilis) e il Lodolaio (Falco subbuteo). Negli impianti maturi di conifere nidifica la Cincia dal ciuffo (Parus alpestris); nei rimboschimenti di sempreverdi il Regolo (Regulus regulus) e il Prispolone (Anthus trivialis). Tra gli anfibi, sono presenti Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata) e tutte e tre le specie di Tritone (Triturus spp.). Tra i rettili, c’è il Colubro d'Esculapio (Zamenis longissimus) e la Biscia viperina (Natrix maura). Nei corsi d'acqua è presente Ghiozzo padano (Padogobius martensii), oltre al Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes). E’ diffuso il Coleottero forestale Lucanus cervus. Diverse specie di Chirotteri trovano rifugio nelle miniere: Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus), Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii), Rinolofo minore (Rhinolophus hipposideros), Serotino comune (Eptesicus serotinus) e Orecchione meridionale (Plecotus austriacus). Tra i mammiferi, è presente anche il Quercino (Elyomys quercinus). Tra gli invertebrati sono di grande importanza conservazionistica la farfalla Maculinea arion e la grande cavalletta Saga pedo.
Per saperne di più
Geositi: Miniera di Rio Vanguardone
Cartografia
Carta di dettaglio (PDF - 1.8 MB)