Parchi, foreste e Natura 2000

IT4050001 - ZSC-ZPS - Gessi Bolognesi, Calanchi dell'Abbadessa

Superficie: 4296 ettari
Province e Comuni interessati: BOLOGNA (Ozzano dell'Emilia, Pianoro, San Lazzaro di Savena)

Il sito è incluso quasi interamente nel Parco regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4050001 (pdf312.09 KB)

Note esplicative al formulario (pdf1.26 MB)

Enti gestori

Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Emilia orientale     

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (pdf430.7 KB) 

Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (pdf3.93 MB)

Misure Specifiche di Conservazione - Progetto LIFE EREMITA

Piano di gestione (pdf570.87 KB) 

Seleziona dal Riepilogo le Misure regolamentari del settore agricolo previste nel Sito e cartografate (visualizzabili in formato KMZ e scaricabili in formato SHP)

Descrizione e caratteristiche

I Calanchi dell'Abbadessa - Foto Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003L’area è situata nella prima collina bolognese, tra i torrenti Savena e Quaderna, ed è caratterizzata da affioramenti gessoso-solfiferi del Messiniano, preceduti verso la pianura da terreni sabbiosi plio-pleistocenici e seguiti verso monte da arenarie e marne mioceniche, a loro volta costrette da un’estesa coltre di argille scagliose. Rispetto alla Vena del Gesso romagnola, i Gessi bolognesi appaiono meno imponenti e rilevati, distribuiti non linearmente ma in modo sparso. Gli affioramenti rocciosi, diffusi ma di spessore non eccezionale, non hanno quasi mai l’aspetto di falesia continua, tuttavia sono riscontrabili tutti i fenomeni tipici delle morfologie carsiche, i più spettacolari dei quali consistono nella presenza di profonde e articolate depressioni imbutiformi (doline), le più grandi della regione (Croara, Gaibola, Ronzano) e di grotte, estese e spettacolari. In particolare il complesso Spipola-Acquafredda, con una decina di ingressi, diversi inghiottitoi, un articolato fiume sotterraneo e una notevole risorgente, rappresenta il sistema di grotte in depositi evaporitici più grande d'Europa, con oltre 10 km di sviluppo sotterraneo. La morfologia carsica determina la presenza di condizioni microclimatiche assai differenziate: vegetazione termofila alla sommità delle doline; vegetazione mesofila e sciafila sul fondo, con piante tipiche della fascia altitudinale più elevata; vegetazione xerica con inconsuete presenze mediterranee nei versanti meridionali e con roccia affiorante. Nel settore orientale il paesaggio è dominato da estesi bacini calanchivi in argille scagliose, sui quali si sviluppa la tipica vegetazione xerofila alotollerante. In generale il bosco non è molto diffuso (14%); prevalgono praterie a diverso grado di aridità (25%) connesse a cespuglieti, macchie e boscaglie, spesso con l’aspetto di gariga (15%), con frequenza di rocce affioranti (10%). Sono diffusi i coltivi, elevata è l’antropizzazione (siamo alle porte di Bologna). Il sito è in gran parte (86%) ricompreso nel Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell'Abbadessa: in zona preparco per 642 ha, in zona C per 1661 ha, in zona B per 932 ha, in zona A per 163 ha; sono inoltre incluse un’Azienda faunistico-venatorie e due zone di rifugio, ripopolamento e cattura faunistici. Il sito è stato interessato dal recente Progetto LIFE Pellegrino, condotto dalla Città Metropolitana di Bologna. Diciassette habitat d’interesse comunitario, dei quali cinque prioritari, coprono un buon 20% della superficie del sito, più l'importante contesto idrologico e territoriale di ambiente carsico sopra e sottoterra riconosciuto d'interesse regionale. Prevalgono praterie aride e situazioni rocciose in un quadro molto vario con foreste mediterranee (le più occidentali in regione, discontinue e poco sviluppate in statura) e diffusi arbusteti.

Vegetazione

Aggruppamenti xerofili a Helicrysum e Sedum su gesso. Foto Maurizio Sirotti, Ecosistema - archivio Servizio Sistemi informativi geografici della Regione Emilia-RomagnaComposizione e distribuzione delle formazioni vegetali risultano notevolmente differenziate, risultato della dinamica di fattori fisico-geografici, climatici e antropici che si sono susseguiti nel tempo, dando vita ad un mosaico paesaggistico complesso. Alle tipiche formazioni termofile della media e bassa collina bolognese, si aggiungono situazioni post-colturali da un lato e peculiarità floristiche legate agli ambienti gessosi (presenze mediterranee associate a entità “microterme”) o agli ambienti calanchivi (flora specializzata) dall’altro. E’ di grande utilità la Carta della vegetazione del Parco Regionale, prodotta dal Servizio Cartografico della Regione Emilia-Romagna. Le tipologie boschive prevalenti sono riconducibili a Laburno-Ostrieti mesofili con presenze "microterme" e a querceti xero-termofili a dominanza di Roverella, con stenomediterranee. Ambedue i tipi sfumano spesso l’uno nell’altro e in arbusteti che rappresentano forme di degradazione oppure, all’opposto, di successione verso il bosco stesso. Nei versanti più ombrosi e sul fondo delle doline il Carpino nero è accompagnato da querce, Orniello e Acero campestre, più di rado da Tiglio, Carpino bianco, Cerro e Castagno (su terreni con un buon grado di acidità). Si tratta in larga parte di boschi cedui, che hanno subìto tagli frequenti e che scarseggiano di individui grandi e vecchi, tuttavia il sottobosco è localmente ancora ricco di specie erbacee rare, in gran parte protette a livello regionale, quali Erythronium dens-canis, Scilla bifolia, Corydalis cava, Galanthus nivalis. Tra le specie microterme di particolare rilievo va citata la presenza del raro Isopiro a foglie di Talictro, del Giglio martagone e della rarissima Speronella lacerata (Delphinium fissum), presenti in poche stazioni appenniniche. Nei versanti caldi il querceto di Roverella risulta sovente corredato da specie mediterranee e presenta una variante acidofila (in particolare sulle prime alture comprese tra i torrenti Idice e Zena, su terreni sabbiosi) con Cerro, Cisto femmina, Erica arborea, Brugo e Dittamo. Più in generale compaiono il Sorbo domestico, l’Olmo campestre, l’Acero minore e una fitta compagine di arbusti in gran parte spinosi, spesso sormontati dai fusti rampicanti dell'Asparago pungente. Tra alberi bassi e contorti, tra fitte macchie di Ginestra odorosa compaiono anche Fillirea, Alaterno e Leccio. Il gesso nudo ospita rade garighe a Elicriso e Onosma, con specie erbacee adattate all’aridità. Non mancano boschi ripariali lungo le sponde dei torrenti Savena, Idice e Zena, con Pioppo nero, e secondariamente Pioppo bianco, Salice bianco e Ontano. Nei greti prevale Salix purpurea ed è segnalata la presenza di Typha minima, elofita rara e localizzata. Sui calanchi, con argilla affiorante instabile e localmente ricca di sali, vegetano specie xerofile come Agropyron pungens e Aster linosyris, a cui si affiancano pochi isolati cespi di Artemisia, Orzo marittimo e Scorzonera. E’ presente l’endemica e rara Ononis masquillierii, leguminosa esclusiva dei terreni argillosi emiliani e marchigiani. Nelle praterie, spontanee o post-colturali, dominano le graminacee (Forasacco, Paleo, Erba mazzolina) a cui si affiancano leguminose (soprattutto la Sulla nelle argille) e composite. A questi ambienti sono legate specie di particolare interesse protette dalla legge regionale come le orchidee (Himantoglossum adriaticum, di interesse comunitario, poi Gymnadenia conopsea, Orchis morio, O. coriophora, Ophrys bertolonii e O. fusca).

Fauna

Ululone dal ventre giallo appenninico (Bombina pachypus). Foto Guglielmo Stagni, Mostra e Catalogo Biodiversità in Emilia-Romagna 2003Di assoluto rilievo è la presenza di colonie riproduttive e siti di riposo e svernamento di Chirotteri legati ad habitat di grotta. La locale comunità di pipistrelli comprende una quindicina di specie, delle quali otto di interesse comunitario: Ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), Ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum), Ferro di cavallo euriale (Rhinolophus euryale), Vespertilio maggiore (Myotis myotis), Vespertilio di Blith (Myotis blithii), Miniottero (Miniopterus schreibersi) più due vespertili minori. Circa gli altri Mammiferi, è il caso di citare la presenza dell'Istrice, del Quercino e della Puzzola. Per quanto riguarda gli uccelli, è rilevata la presenza di specie di interesse comunitario tipiche degli habitat collinari termofili e comunemente nidificanti (Calandro, Tottavilla, Ortolano, Averla piccola, Succiacapre, Albanella minore). Aquila reale e Ghiandaia marina sono presenti ma non si riproducono nell'area. L'avifauna migratrice rileva la presenza regolare e la nidificazione di 20-25 specie tra le quali spiccano Quaglia, Prispolone, diversi Silvidi legati agli ambienti arbustivi termofili e mediterranei, Topino e Gruccione che nidificano in cavità scavate in pareti con substrato terroso o sabbioso. Tra i vertebrati minori compaiono gli anfibi Tritone crestato e Ululone appenninico, i rettili Saettone (Zamenis longissimus) e Colubro del Riccioli (Coronella girondica) e i pesci Chondrostoma genei, Leuciscus souffia, Barbus plebejus, Barbus meridionalis e Cobitis taenia, oltre a Padogobius martensii. Tra gli invertebrati, quattro sono le specie di interesse comunitario: Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), il Lepidottero Eterocero Euplagia quadripuntaria e i due Coleotteri legati agli ambienti forestali e con resti di alberi marcescenti Lucanus cervus e Cerambix cerdo. E’ presente anche la farfalla Zerynthia polyxena.

Per saperne di più

Parco regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa

Grotte protette

Il sito "Puliamo il buio"

Acque dalle rocce, una ricchezza della montagna

Cartografia

Carta di dettaglio (pdf2.26 MB)

Inquadramento territoriale

Azioni sul documento

ultima modifica 2022-09-08T17:25:27+02:00
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