IT4070009 - ZSC-ZPS - Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano
Superficie: 1256 ettari
Province e Comuni interessati: RAVENNA (Ravenna)
Territorio confinante con IT4070010 ZSC-ZPS
Il sito ricade quasi interamente nel Parco regionale Delta del Po
Formulario
Formulario Natura 2000 del sito IT4070009 (PDF - 435.5 KB)
Enti gestori
Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Delta del Po
Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Punta Marina
Strumenti di gestione
Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 509.9 KB)
Misure Specifiche di Conservazione - Quadro conoscitivo (PDF - 1.6 MB)
Seleziona dal Riepilogo le Misure regolamentari del settore agricolo previste nel Sito e cartografate (visualizzabili in formato KMZ e scaricabili in formato SHP)
Descrizione e caratteristiche
E’ uno dei siti con maggiore diversità ambientale in ambito litoraneo della regione. In esso ricadono la foce del Torrente Bevano, ultimo estuario meandriforme dell'alto Adriatico libero di evolvere naturalmente, cinque chilometri di dune costiere attive con alle spalle la pineta litoranea a Pinus pinaster e il sistema di zone umide perifluviali salmastre dell'Ortazzino e dell'Ortazzo. Il sito comprende anche la fascia marina costiera per circa 300 metri di larghezza. La foce del Bevano vera e propria occupa un’area di circa 40 ettari, e testimonia, con i suoi equilibri tra acque e sabbie, mutevoli in base agli andamenti stagionali di maree e portate fluviali, come doveva essere l'intera fascia costiera regionale prima dei massicci interventi antropici. L’area ad Ovest della foce è detta Ortazzino e comprende i meandri fossili del Bevano, con parte delle dune costiere, i retrostanti prati umidi salmastri con falda affiorante e prati aridi con arbusteti termofili, dominati da Ginepro comune e Olivello spinoso. In questo complesso di zone umide e dune aride sono presenti quasi tutti i tipi di vegetazione alofila nordadriatica, dai salicornieti annuali e perenni, agli spartinieti e giuncheti marittimi, al puccinellieto. Alle spalle delle dune si trovano le pinete demaniali, sezioni Ramazzotti e Savio, create alla fine del XIX secolo sul cordone litoraneo di più recente deposizione, con lo scopo di proteggere le colture retrostanti dai venti marini. Le pinete artificiali sono state sovrapposte all’originaria vegetazione arbustiva tipica delle dune consolidate che, in parte, rimane nelle fasce marginali e nel sottobosco. L'Ortazzo era un’antica valle di acqua dolce, arginata ed ottenuta dalla riconversione di precedenti risaie; attualmente è soggetto agli influssi salmastri della falda, come testimoniato dalla presenza di giuncheti marittimi e puccinellieti e si caratterizza come un ampio stagno subcostiero. Le superfici con acque più basse si prosciugano durante l'estate, originando distese fangose in cui si insediano le comunità alofile annuali tipiche di questi ambienti. La palude è attraversata da una penisola con pineta a Pinus pinea. A sud dell’Ortazzo sono presenti praterie umide con acque dolci, ripristinate alla fine degli anni ’90 su seminativi ritirati dalla produzione attraverso l’applicazione di misure agroambientali per la fauna e la flora selvatiche. Il sito rientra quasi totalmente nel Parco Regionale del Delta del Po e comprende l'Oasi di protezione "Ortazzo e Ortazzino" (796 ha su 807 ha), una Riserva Naturale dello Stato (per complessivi 172 ha), e una zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar (430 ha su 439 ha).
Habitat e specie di maggiore interesse
Habitat Natura 2000. 18 habitat di interesse comunitario, 5 dei quali prioritari, coprono oltre il 60% della superficie del sito, più il 15% di fascia marina estesa per 300 m verso il largo: estuari, lagune, vegetazione annua delle linee di deposito marine, prati di Spartina (Spartinion), pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi), steppe salate (Limonietalia), dune mobili embrionali e dune fisse, prati dunali di Malcolmietalia, perticaia costiera di ginepri (Juniperus spp.), foreste dunari di Pinus pinea e Pinus pinaster, praterie mediterranee con piante erbacee alte e giunchi (Molinion-Holoschoenion). Si tratta di uno dei siti costieri a naturalità più elevata e a maggiore biodiversità. In esso si mantiene intatta la naturale successione dal mare all’entroterra, senza insediamenti balneari, e abbastanza completa la serie psammofila relativa alle "dune bianche" e alle retrostanti "dune grigie".
Specie vegetali. Segnalata Salicornia veneta, specie di interesse comunitario prioritaria. Tra le specie rare e minacciate sono da segnalare Bassia hirsuta, Erianthus ravennae, Plantago cornuti, Spartina maritima, Trachomitum venetum. Le localizzatissime stazioni di quest'ultima apocinacea e del vistoso giglio marino (Pancratium maritimum) meritano approfondimenti e un costante monitoraggio. Il sito floristicamente forse più interessante dell'Alto Adriatico (650 specie censite e 47 target d'interesse conservazionistico, dato ARCA 2013) presenta infatti clamorose novità, tra le quali, unici in regione, il papavero delle sabbie Glaucium flavum e Polygonum maritimum. Tra le orchidee delle praterie più interne vanno citate Orchis palustris e Spiranthes spiralis.
Mammiferi. Tra i Mammiferi degni di rilievo vi sono 8-9 specie di chirotteri tra i quali i piccoli Vespertili di Blith e di Daubenton Myotis daubentoni, piuttosto localizzati in regione. Non mancano l'Istrice, recentemente comparso, e la Puzzola. Purtroppo, per passate introduzioni, è presente il Daino.
Uccelli. Numerosissime le specie note per il sito, tra le quali almeno 42 di interesse comunitario; quasi un terzo di queste ultime nidifica più o meno regolarmente nell’area: due specie di averle (Averla piccola, Averla cenerina), rapaci diurni (Albanella minore, Falco di palude), diverse specie di uccelli acquatici nidificanti, coloniali come Cavaliere d'Italia, Avocetta, Fratino, Sterna zampenere, Fraticello, Sterna comune, Tarabuso, Voltolino, Schiribilla e specie tipiche degli ambienti dunosi ed aperti, di siepe ed ecotono come Ortolano e Succiacapre. Particolarmente numerose le specie acquatiche (Anatidi, Ardeidi e altri Ciconiformi, Caradridi, Laridi e Sternidi), i Passeriformi di canneto (Acrocefalini) e i rapaci durante le migrazioni e l’inverno. Interessante la presenza nidificante del Calandro Anthus campestris.
Rettili. Sono note una specie di interesse comunitario (Emys orbicularis) e specie rare e minacciate quali la Luscengola Chalcides chalcides e il Saettone o Colubro di Esculapio Zamenis longissimus.
Pesci. Segnalate 4 specie di interesse comunitario: Cheppia Alosa fallax, Nono Aphanius fasciatus e due specie di ghiozzi Pomatoschistus canestrini e Padogobius panizzae, tipiche di acque salmastre degli ambienti lagunari ed estuariali.
Invertebrati. Segnalate una specie di interesse comunitario (il Lepidottero Ropalocero Lycaena dispar) e due specie rare di Coleotteri (Scarabaeus semipunctatus e Cicindela majalis).
Per saperne di più
Foce Bevano: l’area naturale protetta e l’intervento di salvaguardia (PDF - 2.9 MB)
Cartografia
Carta di dettaglio (PDF - 4.7 MB)