Superficie: 528 ettari
Province e Comuni interessati: FORLI'-CESENA (Verghereto)

Territorio confinante con IT4080008 ZSC e con IT5180006 ZSC "Alta Valle del Tevere" della Regione Toscana.

Formulario

Formulario Natura 2000 del sito IT4080015 (PDF - 147.6 KB)

Enti gestori

Regione Emilia-Romagna

Strumenti di gestione

Misure Specifiche di Conservazione (PDF - 1.5 MB)

Descrizione e caratteristiche

Le aspre formazioni delle Marne di Verghereto. Foto Fabio Liverani, archivio Servizio Parchi e Risorse forestali della Regione Emilia-Romagna

Si tratta dell’area appennica estesa in continuità tra il romagnolo Fumaiolo e il toscano Alto Tevere, all’estrema propaggine orientale del grande blocco delle foreste Casentinesi, le più estese d’Italia.
Poco a valle delle Vene del Tevere, al di là del ripiano coltivato di Falera e Montecoronaro, si estende l'unico versante tirrenico dell'Appennino romagnolo, proteso verso la provincia di Arezzo, tra le selve che occhieggiano sui dirupati versanti pseudocalanchivi delle Marne di Verghereto. Il neonato Tevere, prima di incunearsi tra le selvagge "Alpi" di Serra e della Luna, incide le plaghe argillose del Castel di Colorio, tra la Teveriola e il Poggio Castagnolo, per vasti tratti denudate tra pittoresche formazioni calanchive ammantate di boschi di cerro, tra i più belli in regione. Le difficili condizioni edafiche relegano la faggeta nel settore meridionale, alle quote più alte, tra i 1000 e i 1180 m., dove ricompaiono substrati arenacei. Al confine di tutto, alla radice della penisola tra adriatico e tirreno, questo sito si trova evidentemente sulle principali rotte migratorie appenniniche, vero corridoio ecologico di livello nazionale e continentale, una porta tra Nord e Sud. Il 90% della superficie del Sito è rappresentato da pubblico demanio forestale regionale. Il più evidente fattore di minaccia è dato dall’apertura e gestione di piste e strade sterrate, con forte rischio di dissesto idrogeologico. Inoltre la vicinanza con la E45, ingombrante barriera ecologica, crea problemi e rischi al contiguo ambiente fluviale. Decisivo in questo senso è il controllo gestionale perseguibile mediante il piano di assestamento forestale del complesso demaniale, che si estende anche oltre il sito a interessare le aree del Fumaiolo e che va armonizzato con gli analoghi strumenti allestiti per le contigue parti toscane.
Dieci habitat di interesse comunitario (tre prioritari), dei quali quattro prativi, quattro forestali dei quali uno arbustivo e due d’acqua dolce di ambito fluviale, complessivamente ricoprono circa un quinto della superficie del sito.

Vegetazione

Calcatreppola o Spin celeste (Eryngium amethystinum) sulle aride Marne di Verghereto. Foto Fabio Liverani, archivio Servizio Parchi e Risorse forestali della Regione Emilia-Romagna

Boschi mesofili e moderatamente termofili si alternano in base alle condizioni stazionali, in una situazione piuttosto singolare caratterizzata sia dalla dominanza di substrati argillosi sia dalla peculiare presenza di flora montana con specie tirreniche a influsso mediterraneo, in quello che può essere considerato un sito forestale adiacente alle Foreste Casentinesi, molto vicino ma sostanzialmente già molto distante per quanto riguarda gli ambienti. Così le estese e ben strutturate cerrete, tenacemente legate ai terreni argillosi, lasciano il posto solo verso la cima del Poggio Castagnolo, a lembi di faggeta con tiglio e agrifoglio, abbastanza ben conservati: vi si segnala la presenza - non comune - di Paris quadrifolia, Atropa belladonna, Polygonatum multiflorum, Euonymus latifolius, nonchè di vischio sempreverde (Viscum album). E’ degna di nota la presenza di numerose specie floristiche d’interesse conservazionistico come Aconitum lamarckii, Aquilegia vulgaris, Daphne mezereum, Galanthus nivalis, Scilla bifolia e Lilium martagon. Sicuramente, oltre a Dactylorhiza sambucina, sono presenti altre orchidee notevoli sia di margine o ambienti aperti (Anacamptis pyramidalis, Dactilorhyza maculata, Ophrys insectifera, Orchis purpurea, O. morio, O. provincialis), sia di sottobosco fresco (Listera ovata, le tre specie di Cephalanthera, Neottia nidus-avis, Epipactis helleborine); è tuttavia ancora da definire una checklist floristica completa.

Fauna

Esemplare di gatto selvatico individuato con la tecnica del trappolaggio fotografico. Foto Giancarlo Tedaldi, Museo di Ecologia - Meldola FC, CTA Parco Nazionale Foreste Casentinesi.

L'ambiente forestale e poco disturbato ospita stabilmente il Lupo (Canis lupus), specie prioritaria. Recenti studi hanno confermato la presenza stabile del gatto selvatico (Felis silvestris), di provenienza appenninica da Sud e in probabile diffusione verso gli ambienti forestali del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, a lui particolamente idonei.
Tra i rettili, particolare interesse suscita la Luscengola Chalcides chalcides, presente a quote tra le più elevate per lei in regione, poi l'Orbettino (Anguis fragilis), il Colubro liscio (Coronella austriaca) e il Saettone o Colubro di Esculapio (Zamenis longissimus). Sono presenti gli anfibi il Tritone crestato italiano (Triturus carnifex), specie di interesse comunitario, Rana agile (Rana dalmatina) e Rana appenninica (Rana italica). 
Per l’Avifauna sono presenti cinque specie di interesse comunitario: Aquila reale (Aquila chrysaetos), Averla piccola (Lanius collurio), Calandro (Anthus campestris), Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) e Tottavilla (Lullula arborea). Da segnalare anche sei specie di uccelli migratori abituali non elencati nell'Allegato I della Direttiva 79/40: Gheppio, Lodolaio, Picchio verde, Quaglia, Rondine montana e Sparviere. L’ittiofauna è rappresentata da due specie di interesse comunitario: Barbo tiberino (Barbus tyberinus, vicariante del B. plebejus), endemita tirrenico e Vairone (Leuciscus souffia) e tra gli Invertebrati è segnalato il Lepidottero Eterocero Callimorpha (=Euplagia) quadripunctaria, specie di interesse comunitario prioritario.

Per saperne di più

Itinerario sulle Marne di Verghereto

Le Aree protette della Toscana

Cartografia

Carta di dettaglio (PDF - 4.8 MB)

Inquadramento territoriale