Criteri di attribuzione del carattere di monumentalità
Vanno considerati con la massima attenzione al contesto ambientale, storico e paesaggistico in cui l’albero insiste
Questi criteri sono da considerarsi in modo sia aggiuntivo che alternativo, ma sempre con la massima attenzione al contesto ambientale, storico e paesaggistico in cui l’albero insiste.
a) Pregio naturalistico legato all’età e alle dimensioni
E’ un criterio legato alle peculiarità genetiche di ogni specie ma anche alle condizioni ecologiche in cui si trovano a vivere i singoli esemplari di una specie.
Il criterio dimensionale fa riferimento a tre parametri: la circonferenza del tronco, l’altezza dendrometrica, l’ampiezza e proiezione della chioma.
Esso costituisce elemento di filtro nella selezione iniziale, ma non è imprescindibile qualora gli altri criteri siano di maggiore significatività.
b) Pregio naturalistico legato a forma e portamento
La forma e il portamento degli alberi sono alla base del loro successo biologico ma testimoniano anche l’importanza che ad essi è stata sempre attribuita dall’uomo nel corso della storia, sia per motivi produttivi che per ragioni puramente estetiche e funzionali.
Tali criteri hanno ragione di essere presi in considerazione, in particolare, nel caso di esemplari cresciuti in condizioni ambientali ottimali (es. condizioni di optimum ecologico, assenza di potature errate, forma libera perfetta per la specie) o particolari (es. presenza di vento dominante) o per azioni dell’uomo (es. potature) che possano aver indotto forma o portamento singolari ad essere meritevoli di riconoscimento.
c) Valore ecologico
Il valore ecologico è relativo alle presenze faunistiche e vegetali che si insediano al suo interno o nelle immediate vicinanze, con riferimento anche alla rarità delle specie coinvolte, al pericolo di estinzione ed al particolare habitat che ne garantisce l’esistenza.
L’albero senescente può rappresentare un vero e proprio habitat per diverse categorie animali in particolare: entomofauna, avifauna, micro-mammiferi.
Tale prerogativa si riscontra soprattutto in ambienti a spiccata naturalità, dove la salvaguardia di queste piante rappresenta elemento importante per la conservazione di specie animali rare o di interesse comunitario.
d) Pregio naturalistico legato alla rarità botanica
Si riferisce alla rarità botanica assoluta o relativa, in termini di specie ed entità intraspecifiche. A tale riguardo si considerano anche le specie estranee all’area geografica di riferimento, quindi esotiche, e alle specie che, seppur coerenti in termini di areale di distribuzione, sono poco rappresentate numericamente.
e) Pregio naturalistico legato all’architettura vegetale
Esso si riferisce a particolari esemplari arborei, filari, alberature o gruppi organizzati in architetture vegetali basate su di un progetto architettonico unitario e riconoscibile, in sintonia o meno con i manufatti architettonici.
Le architetture vegetali sono caratterizzate da una notevole complessità che deriva sia dai rapporti esistenti con gli elementi architettonici a cui si associano che con il contesto più generale in cui sono inserite.
Ad esempio, tale valore è facilmente riscontrabile nelle ville e nei parchi di notevole interesse storico e architettonico, laddove spesso si rinvengono, oltre che esemplari singoli, anche alberi disposti in gruppi riconoscibili, filari o particolari composizioni.
Il pregio naturalistico legato all’architettura vegetale deve essere verificato e valutato d’intesa con la Soprintendenza territorialmente competente del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
f) Pregio paesaggistico
Il pregio paesaggistico è da attribuirsi ad un albero o ad un insieme di alberi (componente naturale) quando vengono soddisfatti l’aspetto percettivo, seppur questo caratterizzato da una certa soggettività, e/o quello legato alla presenza incisiva dell’opera dell’uomo come fautore del paesaggio e come fruitore dello stesso.
La congruità del criterio dovrà essere verificata e valutata d’intesa con la Soprintendenza territorialmente competente del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
g) Pregio storico-culturale-religioso
Esso fa riferimento al senso di appartenenza e riconoscibilità dei luoghi da parte della comunità locale. L’albero o l’insieme di alberi che rispondono a tale criterio sono quelli che rappresentano il valore testimoniale di una cultura, della memoria collettiva, delle tradizioni, degli usi del suolo ma anche delle pratiche agricole e selvicolturali.
Si tratta di esemplari, non necessariamente secolari, legati a particolari eventi della storia locale, a dei personaggi, a tradizioni, a leggende, a fatti religiosi ma anche resi noti dall’arte. Tale valenza è generalmente nota a livello locale e si tramanda per tradizione orale o è riscontrabile in iconografie, documenti scritti o audiovisivi. L’attribuzione deve essere documentata. Il criterio deve essere verificato e valutato d’intesa con la Soprintendenza territorialmente competente del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
L’albero o l’insieme di alberi che rispondono a tale criterio sono quelli che rappresentano il valore testimoniale di una cultura, della memoria collettiva, delle tradizioni, degli usi del suolo ma anche delle pratiche agricole e selvicolturali.
Si tratta di esemplari, non necessariamente secolari, legati a particolari eventi della storia locale, a dei personaggi, a tradizioni, a leggende, a fatti religiosi ma anche resi noti dall’arte.
Tale valenza è generalmente nota a livello locale e si tramanda per tradizione orale o è riscontrabile in iconografie, documenti scritti o audiovisivi.
L’attribuzione deve essere documentata. Il criterio deve essere verificato e valutato d’intesa con la Soprintendenza territorialmente competente del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.