Licena delle paludi
Ordine: Lepidoptera - Famiglia: Lycaenidae
Lycaena dispar (Haworth, 1803)
Geonemia: Questo taxon ha una gravitazione asiatico-europea ed è distribuito, con diverse sottospecie, dalla Francia occidentale attraverso l’Europa centrale, la Turchia e in tutta l’Asia temperata fino alla Corea. In Italia è presente soprattutto nella Pianura Padana ed in alcune stazioni isolate situate in Toscana.
Caratteri distintivi: Apertura alare 27-40 mm. E’ una specie caratterizzata da un notevole dimorfismo sessuale. Maschio con le ali superiori di un colore arancio ramato brillante e sottili bordi neri con un punto, pure di colore nero, situato nell’area discale dell’ala. Femmina più grande con ali anteriori aranciate e la presenza di una serie di punti neri verso i bordi e con ali inferiori marroni bordate di arancio.
Habitat: Formazioni erbacee igrofile planiziali. Solitamente legata ad ambienti umidi e marcite, si è adattata in modo confortante agli habitat secondari costituiti dai canali di irrigazione che delimitano i coltivi. In queste aree è facilmente osservabile in quanto si posa di frequente sui fiori della salcerella (Lythrum salicaria) che abbondano lungo le rive. E’ considerata specie indicatrice dell’associazione fitosociologica del Polygono-Bidentetum.
Biologia: Nelle nostre zone presenta tre generazioni annue con sfarfallamento degli adulti da metà maggio a settembre inoltrato. Lo svernamento, come nella stragrande maggioranza degli altri licenidi, avviene allo stadio larvale. Le larve passano la stagione invernale all'interno del gambo della pianta ospite costituita dal Rumex hydrolapathum. In questo stato esse possono sopportare anche 3-4 settimane di completa immersione: un chiaro adattamento all’ambiente tipico delle aree paludose, caratterizzato da forti escursioni del livello dell’acqua.
Distribuzione e status in regione: Largamente distribuita anche se quasi mai comune nelle zone pianeggianti della regione, dal piacentino alla Romagna. Localmente frequente nelle aree golenali del fiume Po e lungo i suoi principali affluenti.Note tassonomiche: La sottospecie italiana, L. dispar rutilus (Wernerburg), è quella che ha anche una maggiore distribuzione a livello europeo e si distingue per le minori dimensioni rispetto alla ssp. batavus Oberthür presente nella Frisia olandese. La sottospecie nominale, simile alla precedente e descritta in origine per il Cambridgeshire nell’Inghilterra meridionale, risulta attualmente estinta.
Curiosità : Il nome specifico dispar deriva dal fatto che il maschio differisce molto dalla femmina per il colore e il numero dei punti neri, tanto da apparire male assortiti e appartenenti a due specie diverse.
Interesse conservazionistico: La specie è inclusa negli Allegati II e IV (specie di interesse comunitario che richiede la designazione di zone speciali di conservazione e specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa) della Direttiva Habitat 92/43/CEE. E’ inclusa anche nell’Appendice II della Convenzione di Berna (specie strettamente protetta) ed è stata citata fra le specie che necessitano di speciali misure per la conservazione dell’habitat. Valutata con la sigla NT (prossima ad essere minacciata) nell’ambito della categoria LR (specie a basso rischio) dalla IUCN. Estinta dalla Gran Bretagna, in calo in una vasta parte del suo areale europeo, in Italia è considerata specie minacciata nelle Checklist della fauna italiana (Balletto & Cassulo, 1995). Inclusa tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna”; in Emilia-Romagna risulta specie a basso rischio.
Fattori di minaccia: Le cause individuate sono legate alla sistemazione idraulica dei piccoli corsi d’acqua, alla pulizia periodica dei canali e al drenaggio dei corpi idrici minori. Anche il progressivo inurbamento di aree un tempo agricole contribuisce in modo notevole alla riduzione dell’areale di questo importante licenide.
Misure per la conservazione: Visto che la licena delle paludi è una specie di interesse comunitario che richiede la designazione di zone speciali di conservazione, sarebbe di primaria importanza tutelare le stazioni in cui è insediata. Va detto che questo non è affatto semplice in quanto le aree dove essa è più frequente sono costituite da zone agricole e antropizzate per cui la cosa più importante da fare è quella di procedere ad una oculata gestione di questi ambienti. Occorre innanzitutto tutelare gli argini dei fiumi e i canali irrigui, anche piccoli, evitando sfalci eccessivi fuori stagione e una pulizia radicale delle rive mediante l’utilizzo di mezzi meccanici quali le benne. Andrebbe evitato anche l’interramento di questi canali, dovuto soprattutto alla progressiva espansione delle aree urbanizzate, al fine di limitare la frammentazione e la contrazione delle aree idonee alla sopravvivenza di questa specie.
Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.