Luccio
Esox lucius (Linneo, 1758)
Il luccio, un tempo ampiamente diffuso nelle acque di pianura, è attualmente segnalato, con presenza generalmente scarsa, solo in poche e ristrette zone della pianura emiliana e romagnola e in alcuni laghi e bacini artificiali del bolognese. Nella provincia di Bologna è presente anche a sud della via Emilia, probabilmente anche in seguito a immissioni di novellame effettuate all'inizio degli anni '80. La forte contrazione numerica della specie è da attribuire al degrado, e spesso alla scomparsa dei siti idonei, all'accrescimento e soprattutto alla riproduzione, tra cui i fontanili, e forse alla competizione con il Persico trota, un predatore importato alla fine dell'800 dal nord America.
Recenti e accurate ricerche hanno notevolmente ridimensionato le comuni credenze sulle capacità predatorie del luccio e hanno messo in luce l'importanza di questo Esocide come selezionatore ed equilibratore delle popolazioni ittiche naturali. Il luccio infatti consuma in media un quantitativo di prede che, a parità di peso, è paragonabile a quello di molti Ciprinidi. Le affermazioni secondo cui questo pesce sarebbe un vorace e insaziabile predatore sono pertanto pregiudizi privi di fondamento.
Il luccio è un predatore prevalentemente ittiofago che può superare eccezionalmente il metro di lunghezza e 15 Kg di peso.
La riproduzione è precoce e avviene tra il tardo inverno e l'inizio della primavera.
Tratto da "Elementi di base per la predisposizione della carta ittica regionale" , Regione Emilia-Romagna - Assessorato agricoltura e alimentazione, 1992