Pelobate fosco
Ordine: Anura - Famiglia: Pelobatidae
Pelobates fuscus (Laurenti, 1768)
Areale: Entità eurocentroccidentale-ovest asiatica, diffusa dalla Francia nord-orientale agli Urali e alle steppe dei Chirghisi e dalla Svezia meridionale e dalla Pianura Padana ai Balcani settentrionali e alla Ciscaucasia.
Caratteri distintivi: Dorso di colore bruno chiaro con macchie olivastre o giallastre; ventre biancastro talvolta macchiato di bruno-grigiastro. Tubercolo metatarsale voluminoso e duro; pupilla verticalmente ellittica. L'assenza delle ghiandole parotoidi lo distingue dai rospi del genere Bufo. Maschio munito di una grossa formazione ghiandolare nell'avambraccio. La lunghezza massima raggiunta dalle femmine è di 8 cm, quella dei maschi è di circa 6,5 cm. La larva, a pieno sviluppo, può raggiungere la lunghezza di 18 cm, risultando il girino di maggiori dimensioni tra i nostri Anuri.
Habitat: Zone umide di pianura quali risorgive, stagni, canali, fossati, risaie; generalmente ambienti a substrato sabbioso.
Biologia: E' una specie di abitudini fossorie che generalmente si muove all'aperto di notte in giornate umide e piovose; di giorno ciò avviene solo durante il periodo dell'accoppiamento che ha luogo da marzo a luglio. In autunno si interra fino a 1 m di profondità a non grande distanza dai luoghi dell'accoppiamento e riemerge in marzo dopo la quiescenza invernale. L'accoppiamento è lombare; ogni ovodeposizione conta un numero di uova che va da 1200 a 3400. Il Pelobate fosco si nutre prevalentemente di invertebrati ed è predato da varie specie di Mammiferi, di Uccelli acquatici e di Rettili (testuggini palustri, natrici ecc.). Se molestato emette una secrezione di odore repellente, rigonfia il corpo, si solleva sulle zampe ed emette degli stridii a bocca aperta.
Note tassonomiche: Specie politipica rappresentata nella Pianura Padana dalla ssp. P. fuscus insubricus (Cornalia, 1873), tuttavia recentemente messa in discussione (Lanza e altri, 2007)
Distribuzione regionale: Recentemente riconfermato in Regione in tre aree del Delta del Po in seguito a ricerche specifiche. Le popolazioni padane risultano estremamente frammentate dalla esiguità degli habitat idonei rimasti, pertanto la scoperta di nuove presenze è particolarmente significativa.
Tratto da "Gli Anfibi e i Rettili dell'Emilia-Romagna" di S. Mazzotti, G. Stagni, Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara - Regione Emilia-Romagna, IBACN - 1993
Revisione e aggiornamento nel 2009 a cura del Servizio Parchi e Risorse forestali in collaborazione con G. Tedaldi, in riferimento a "Amphibia" a cura di B. Lanza, F. Andreone, M.A. Bologna, C. Corti, E. Razzetti (fauna d'Italia, Calderini editore - 2007) e "Atlante degli Anfibi e dei Rettili d'Italia" a cura di R. Sindaco, G. Doria, E. Razzetti, F. Bernini. Societas Herpetologica Italica, Edizioni Polistampa - 2006