Salamandrina di Savi(autore: G.Tedaldi)

Ordine: Caudata - Famiglia: Salamandridae

Salamandrina perspicillata (Savi, 1821) (ex Salamandrina terdigitata )

Areale: Specie endemica dell'Italia Centro-Settentrionale, diffusa dalla provincia di Genova fino al Lazio-Molise.

Caratteri distintivi: Mano e piede con 4 dita; macchia a V ad apice posteriore tra gli occhi. Individuo metamorfosato con tronco snello, privo di cresta vertebrale; parti dorsali da bruno nerastre a nere, quelle ventrali con colore di fondo bianco e posteriormente rosso, macchiate di nero. Dimorfismo sessuale poco accentuato: maschio con cloaca più rilevata. Larva con cresta vertebrale che inizia poco dietro la nuca, ma che si riduce progressivamente nel corso dello sviluppo. Arti con lo stesso numero di dita dell'adulto; questo carattere la distingue da quelle degli altri Urodeli nelle quali il piede ha sempre 5 dita a sviluppo definitivo.

Habitat: Ambienti del suolo (lettiera, tane di micromammiferi, sotto sassi, tronchi di alberi, ecc.) e del sottobosco di faggete, abieti-faggete, castagneti, querceti mesofili, boschi misti di caducifoglie in genere. L'habitat riproduttivo: torrenti e ruscelli.

Biologia: Si riproduce da marzo a maggio; la femmina si reca nelle pozze di torrenti, dove la corrente dell'acqua non è molto forte e depone le uova in piccoli gruppi, attaccandole a corpi sommersi. Le larve si nutrono di vari piccoli invertebrati acquatici, i metamorfosati di piccoli molluschi, e vari artropodi. Se disturbata la Salamandrina reagisce inarcando il dorso, sollevando gli arti ed erigendo la coda ad angolo retto rispetto al corpo o arrotolandola sul dorso. Con tale comportamento viene messa in evidenza la vivace colorazione rossa che potrebbe essere un segnale di avvertimento per scoraggiare eventuali predatori.

Note tassonomiche: Genere endemico italiano recentemente suddiviso in due entità specifiche, Salamandrina perspicillata (al centro-nord) e Salamandrina terdigitata (al centro-sud).

Distribuzione regionale: Distribuzione appenninica atipica con evidente carattere di discontinuità, la sua presenza è infatti limitata al settore orientale (Appennino bolognese e forlivese) e all'estremo settore occidentale della regione (Appennino piacentino). è presente fra 55 e 1480 m con una prevalenza nella fascia fra 400 e 800 m. Fra gli ambienti forestali è frequente nei querceti e nelle faggete. Le uova vengono deposte prevalentemente in corsi d'acqua, canali e fossati.

Tratto da "Gli Anfibi e i Rettili dell'Emilia-Romagna" di S. Mazzotti, G. Stagni, Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara - Regione Emilia-Romagna, IBACN - 1993

Revisione e aggiornamento, nel 2009, a cura del Servizio Parchi e Risorse forestali in collaborazione con G. Tedaldi, secondo quanto riportato in: "Amphibia" a cura di B. Lanza, F. Andreone, M.A. Bologna, C. Corti, E. Razzetti (fauna d'Italia), Calderini editore - 2007 e "Atlante degli Anfibi e dei Rettili d'Italia" a cura di R. Sindaco, G. Doria, E. Razzetti, F. Bernini. Societas Herpetologica Italica, Edizioni Polistampa - 2006