Tritone alpestre
Ordine: Caudata - Famiglia: Salamandridae
Mesotriton alpestris (Laurenti, 1768) (ex Triturus alpestris )
Areale: Entità Centroeuropea diffusa nei Monti Cantabrici e nella regione costiera di Santander, Navarra (Sierra de Urbasa), Francia, Europa centrale, a nord fino alla Danimarca e nell'Italia peninsulare.
Caratteri distintivi: Individuo metamorfosato con parti ventrali del tronco da giallo a rosso; nella ssp. T. alpestris alpestris la gola è priva di macchie nere, presenti invece nella ssp. T. alpestris apuanus. Maschio con cresta vertebrale lungo tutto il dorso, bassa e a margine Rettilineo senza interruzioni con quella della coda. Parti dorsali grigio-nerastre, marmorizzate o no, azzurre negli esemplari in fregola. Fianchi con banda argentea punteggiata di nero e inferiormente marginata da una stria celeste. Rilievo cloacale emisferico. Femmina priva di cresta vertebrale e con solco dorsale mediano. Larva con parti dorsali giallastre o bruno chiare macchiate di scuro, parti ventrali bianche o rosate.
Habitat: Laghi, stagni, pozze, torbiere ad alta quota; localmente anche a basse quote in risorgive di pianura.
Biologia: E' tra le nostre specie di tritoni quella più legata all'acqua; alcune popolazioni presentano il fenomeno della neotenia. Preda vari invertebrati acquatici ed è predato in particolare dai pesci. La fregola e la disposizione delle uova sono influenzate dall'altitudine e dalla latitudine, variando sia per la durata sia per la stagione, dall'inverno all'estate successiva.
Note tassonomiche: Specie politipica che conta 13 sottospecie. In Italia è presente con T. a. alpestris (Laurenti, 1768) diffusa dalle Alpi orientali alle Lepontine; T. a. apuanus (Bonaparte, 1938), presente in Emilia-Romagna, diffusa nelle Alpi Marittime, nelle Alpi Apuane e nell'Appennino Tosco-Emiliano-Romagnolo fino ai Monti della Laga; T. a. inexpectatus (Dubois & Breuil, 1983) in Calabria.
Distribuzione regionale: Presenta una distribuzione prevalentemente appenninica con una frequenza maggiore nel settore centro-occidentale, si segnalano sporadiche presenze nella pianura padana occidentale e stazioni localizzate in provincia di Forlì-Cesena. Il suo spettro altitudinale va da 73 a 1 790 m con prevalenza nelle fasce montane. Frequenta soprattutto ambienti acquatici e, in particolare, pozze e sorgenti e laghi ove ha risentito in molti casi dell'immissione di specie ittiche a scopi alieutici (mazzotti, 1993).
Tratto da "Gli Anfibi e i Rettili dell'Emilia-Romagna" di S. Mazzotti, G. Stagni, Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara - Regione Emilia-Romagna, IBACN - 1993
Revisione e aggiornamento, nel 2009, a cura del Servizio Parchi e Risorse forestali in collaborazione con G. Tedaldi, secondo quanto riportato in: "Amphibia" a cura di B. Lanza, F. Andreone, M.A. Bologna, C. Corti, E. Razzetti (fauna d'Italia), Calderini editore - 2007 e "Atlante degli Anfibi e dei Rettili d'Italia" a cura di R. Sindaco, G. Doria, E. Razzetti, F. Bernini. Societas Herpetologica Italica, Edizioni Polistampa - 2006