Vetusto esemplare di carpino bianco. Bosco della Frattona BO (foto Fabio Liverani)

I boschi sono una risorsa rinnovabile solo se ben condotti, forniscono beni e servizi in maniera costante purché il grado di utilizzazione non sia eccessivo. Solo attraverso il mantenimento del bene-capitale, è possibile trarre vantaggiosamente frutti-interessi.

Principale ma non unico indicatore della rinnovabilità della risorsa è la rinnovazione stessa, di tipo agamico (ricacci da ceppaia) nei cedui, di tipo gamico (nuove piantine da seme) sia nei cedui che nelle fustaie.

Se in passato il livello di sfruttamento è stato sproporzionato alle potenzialità o si sono sovrapposti all’eccessiva antropizzazione forme di degrado indotte da eventi naturali e cambiamenti climatici, la sostenibilità degli interventi può trovare ragion d’essere in un utilizzo contenuto che sia comprensivo di azioni di ripristino o di ricostituzione di ambienti dotati di maggior equilibrio e capacità rigenerative.

Quella che in senso generico veniva chiamata selvicoltura naturalistica, intesa come pratica che affianchi l’evoluzione spontanea assecondandone i processi e promuovendone gli sviluppi, rimane il riferimento principale. Oggi trova stimoli crescenti e un rinnovato interesse, integrando in quanto selvicoltura sistemica i principi dell’ecosistema con il fattore tutela della biodiversità.

Citando Leibundgut (1960), il sistema biologico bosco più è complesso più è stabile e come tale rinnovabile. Un approccio corretto ed equilibrato nella gestione delle risorse naturali viene raccomandato dalla Regione anche nell'applicazione delle misure forestali del Programma di Sviluppo Rurale.

È auspicabile che certe regole di minimizzazione d’impatto possano essere estese ovunque quali norme generali di buona gestione forestale. Un incentivo alla tutela ambientale in questi termini potrebbe essere dato dalla certificazione di qualità, con la quale la gestione forestale ha l’opportunità di confrontarsi, valorizzando i territori e le produzioni soprattutto nei contesti di parco e di sistema collegato al turismo e ad obiettivi innovativi come lo stoccaggio del carbonio.

Si concorre ad una corretta gestione del patrimonio boschivo anche riutilizzando più volte i materiali che ne derivano. Nei diversi frangenti del vivere quotidiano deve essere incentivato l’uso di legno e carta riciclati. Prima fra tutti deve essere l’Amministrazione Pubblica ad orientare gli acquisti con scelte consapevoli, ad esempio preferendo i prodotti "ecologici" per le forniture di carta e di mobili dei propri uffici. 

La gestione sostenibile e il Programma di Sviluppo Rurale

Nell’applicazione del PSR il finanziamento degli interventi di miglioramento forestale è strettamente vincolato ad una gestione sostenibile delle risorse naturali. 

Il legname certificato e proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile

L'Ente Regione Emilia-Romagna aderisce e si fa promotrice dei due principali Sistemi di certificazione esistenti attualmente: 

  • FSC Forest Stewardship Council;
  • PEFC Programme for Endorsement of Forest Certification schemes.

FSC (Forest Stewardship Council, www.fsc-italia.it) è un’organizzazione non-profit con sede a Bonn in Germania, la cui missione è quella promuovere una gestione mondiale delle foreste appropriata dal punto di vista ambientale, socialmente benefica, ed economicamente fattibile. Un prodotto forestale certificato FSC è quindi garantito dal punto di vista della "sostenibilità" nella gestione delle foreste (con riferimento anche alla possibilità di immagazzinamento del carbonio).

Questa associazione è stata creata nel 1993 da varie organizzazioni di carattere economico, governativo, ambientale, come per esempio Greenpeace, Fern e WWF.

Qualsiasi organizzazione o impresa che opera nel campo del legno, che desidera esporre il logo FSC, deve prima contattare un ente terzo accreditato dall’organizzazione FSC, che non rilascia direttamente tali certificati ma si serve di altri enti , che controllano e monitorano le risorse, per la certificazione forestale. Il passo finale consiste nell’assicurare che i prodotti a base di legno che derivano da foreste accreditate FSC possano esporre il logo FSC; certificati di rintracciabilità accompagnano il percorso dei prodotti dalla foresta al punto vendita.

Solo le aziende del legno che sono in possesso di un certificato FSC di chain of custody (catena di custodia) valido per uno o più prodotti determinati possono riprodurre il logo FSC direttamente sui prodotti interessati e/o sui loro imballaggi. Si tratta in questo caso di un uso del logo on product a scopo commerciale, per assicurare al cliente che il legno usato per fabbricarlo proviene effettivamente da foreste gestite in modo corretto dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes, www.pefc.it) è un sistema di certificazione per la gestione sostenibile delle foreste, nato nel 1999 in ambito europeo su iniziativa di alcuni produttori di legname e enti gestori di foreste. Anche nel caso del sistema PEFC, l’obiettivo è la certificazione della gestione forestale, ovvero la verifica riconosciuta e collaudata da parte di un organismo indipendente di un certificato che attesta che le forme di gestione boschiva rispondono a determinati requisiti di sostenibilità.

La base dell’organizzazione è in Lussemburgo. Al momento è il maggior sistema di certificazione mondiale, con più di 25 schemi nazionali e più di un milione di kmq di foreste certificate.

Tale sistema di certificazione è stato promosso da enti ed industrie anche come alternativa al sistema FSC, ritenuto inadeguato dai promotori soprattutto nel caso di proprietà forestali di piccole dimensioni. A sua volta il sistema PEFC è stato criticato da associazioni non governative che non lo supportano.

Non c’è quindi attualmente un mutuo riconoscimento tra i due principali sistemi di certificazione delle foreste; per tale ragione molte aziende del settore preferiscono utilizzare entrambi i sistemi di certificazione. 

I pannelli ecologici

È anche possibile concorrere ad una gestione sostenibile delle foreste acquistando legname non proveniente direttamente dal bosco. Un mobile può essere riciclato praticamente all’infinito, trasformandolo dopo l’uso in pannelli ecologici pronti per essere nuovamente assemblati.

I costi e le prestazioni sono simili ai comuni pannelli di truciolato, ma in più c’è la garanzia che nessun albero è stato abbattuto. Sono 400 i produttori italiani di mobili che utilizzano i pannelli ecologici, e circa 200 i Comuni che sostengono il Consorzio del pannello ecologico, partecipando alla raccolta differenziata del legno e sensibilizzando i cittadini. In Emilia-Romagna i primi Comuni ad aderire al Consorzio sono stati Casalgrande, Gualtieri (Reggio Emilia), Rimini e San Pietro in Casale (Bologna). 

Acquisti verdi

Gli acquisti pubblici rappresentano circa il 14% del mercato europeo del legno e della carta, e numerose disposizioni di legge li orientano verso la sostenibilità.

Il Decreto Ronchi del 1997 impone alle Regioni di emanare norme affinché le forniture di carta degli uffici pubblici siano al 40% provenienti da carta riciclata; il Decreto Matteoli del 2003 prevede che le forniture degli uffici pubblici siano composte almeno al 30% da manufatti e beni riciclati o con basso impatto ambientale. Le amministrazioni pubbliche faticano però a reperire sul mercato i prodotti ecologici.
Per aiutarle è stato fondato il portale acquistiverdi.it, strutturato come un grande catalogo di aziende produttrici e distributrici di prodotti ecologici.

Inoltre circa 130 Enti fra Regioni, Province e Comuni hanno aderito al progetto “Città amiche delle foreste”, promosso dall’associazione Greenpeace, impegnandosi in modo vincolante a dare la precedenza, negli acquisti di carta e legname, a quelli certificati Fsc. In Emilia-Romagna ci sono più di 20 “Città amiche delle foreste”, ad iniziare da Bologna e da altri importanti centri come Ferrara, Modena, Ravenna, Rimini, Reggio Emilia e Cesena.