Acinopo delle sabbie
Ordine: Coleoptera - Famiglia: Carabidae
Acinopus ammophilus Dejean, 1829
Geonemia: Specie diffusa dall’Europa centro-meridionale all’Asia centrale. In Italia è un elemento relitto, molto localizzato, segnalato solamente del Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Basilicata. Risulta scomparso dal Piemonte e dal Veneto.
Caratteri distintivi: Specie di dimensioni medie, con lunghezza di 12-15 mm. Il corpo è convesso, di colore nero, liscio e glabro, con zampe e antenne anch’esse nere. Il pronoto è più stretto delle elitre. Le elitre sono cilindriche e percorse ognuna da 7 sottili strie. La grossa testa è dotata di due larghe e robuste mandibole asimmetriche. Le antenne sono corte e rivolte all’indietro sono poco più lunghe della metà del pronoto. Le zampe hanno tibie con all’estremità lunghe spine. Non vola e le ali sono fortemente ridotte (brachittero). Si distingue dal più comune Acinopus picipes (Olivier, 1795) e dalle altre specie di Acinopus per le maggiori dimensioni e per i tarsi anteriori del maschio non dilatati.
Biologia: L’acinopo delle sabbie è granivoro e si nutre dei semi della leguminosa Medicago minima. La specie ha ecologia fortemente specializzata ed è decisamente psammofilo. L’adulto ha attività fossoria e scava nel terreno una galleria obliqua, profonda 9,5-13 cm e larga 10-12 mm, dentro la quale consuma i semi, espellendo poi all’esterno i resti dei legumi. Compie quindi una ricollocazione del cibo, senza però sottoporlo a processi di elaborazione. Al di fuori del foro d’ingresso della galleria è sempre presente un piccolo cumulo di terra, dovuto al materiale espulso durante l’escavazione della galleria, a sua volta ricoperto dai resti dei legumi. L’adulto sfarfalla in tarda primavera ed è attivo in estate, in giugno-agosto. Le larve sono presenti in autunno-inverno.
Distribuzione e status in regione: L’acinopo delle sabbie è conosciuto in Emilia-Romagna soltanto per la provincia di Ferrara, del Boscone della Mesola nel Parco Regionale del Delta del Po. La sua presenza è a rischio e la popolazione molto isolata tanto che alcuni anni fa risultava già numericamente poco consistente.
Note tassonomiche: La specie appartiene alla sottofamiglia Harpalinae ed è inclusa nel sottogenere Osimus Fischer von Waldheim, 1829. E' poco variabile e non ha sottospecie.
Curiosità : L’individuazione dell’acinopo delle sabbie in natura è resa semplice per la presenza di numerosi fori d’ingresso delle gallerie, fino a 5-6 per m2, normalmente scavate dove cresce abbondante e dominante Medicago minuta. Le gallerie scavate nel terreno hanno un effetto mitigante, soprattutto nel tratto terminale di queste, sulla temperatura del suolo in superficie e in profondità e ciò permette una riduzione della perdita d’acqua dai semi al momento del loro consumo. La galleria serve anche da riparo contro i predatori.
Interesse conservazionistico: Interessante entità spermofaga, molto localizzata e rara. Non trattata da Ruffo & Stoch (2005) e dalla IUCN. Inclusa tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna”.
Fattori di minaccia: E’ specie molto sensibile alle trasformazioni ambientali in quanto trascorre l’intero ciclo biologico nella sabbia. Il sovrapascolo da parte del daino nel Boscone della Mesola (Ferrara) ha fortemente ridotto la popolazione di Acinopus ammophilus. L’ungulato alloctono si è riprodotto enormemente e, non controllato, ha distrutto gran parte della vegetazione erbacea (compresa la pianta nutrice dell’acinopo delle sabbie) e di conseguenza ha influito negativamente sulla comunità di insetti fitofagi a essa legata. Il danno arrecato è anche indiretto poiché in seguito al massiccio e continuo calpestio che devono sopportare i prati e le radure della Riserva, il terreno diventa inospitale per le specie di inseti psammofili. Il daino ha apportato grossi danni anche alla popolazione locale di cervo e in generale ha intaccato in maniera molto sfavorevole l’ecosistema bosco e la grande biodiversità del Boscone.
Misure per la conservazione: E' fondamentale prima di tutto monitorare la presenza del carabide per confermare la sua presenza e lo stato della popolazione. Se ancora presente è necessario eradicare il daino o comunque ridurne di molto la popolazione nel Boscone della Mesola. Per salvaguardare al meglio la specie è opportuno anche intraprendere azioni di ripopolamento in altre aree prative esterne al Boscone, congegnali al suo insediamento, dopo avere comunque valutato in dettaglio la fattibilità dell’intervento.
Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.