Bombice del prugnolo
Ordine: Lepidoptera - Famiglia: Lasiocampidae
Eriogaster catax (Linnaeus, 1758)
Geonemia: La specie ha una gravitazione europea ed è distribuita dalla penisola iberica ai Balcani, con limite orientale costituito dalla foce del Danubio. Il limite settentrionale del suo areale è dato dal 50° parallelo e quello meridionale dal 40°.
Caratteri distintivi: Apertura alare 38-45 mm. Maschio con colorazione delle ali anteriori giallo ocra scuro con il bordo bruno-rossastro e la presenza, nella porzione centrale, di una grossa macchia di un bel bianco brillante bordata di scuro; ali posteriori marrone chiaro con venature più scure. Le antenne sono bipettinate. La femmina è più grande e ha una colorazione che va dal marrone rossastro al marrone scuro con una sottile linea giallastra verso il bordo e un tacca discoidale bianca orlata di marrone; ali inferiori marrone chiaro uniforme. Antenne provviste di una corta dentellatura. Addome in apparenza lanoso, di colore marrone e con un ciuffo di peli argentei all’apice.
Habitat: Distribuita dalla pianura fino a circa 1000 m dove sembra prediligere i margini di aree boscate esposte a mezzogiorno.
Biologia: Una sola generazione annua con sfarfallamento degli adulti tra la seconda metà di ottobre e i primi di novembre. La farfalla è attiva nelle prime ore notturne. La femmina depone le uova in spirali alquanto strette sui rami delle piante ospiti, costituite principalmente da prugnolo e secondariamente da biancospino. La covata viene coperta e protetta dalla lanugine addominale rilasciata dalla femmina. In questo stadio avviene poi lo svernamento e nella primavera successiva si ha la schiusa delle uova. Le larve ai primi stadi sono gregarie e vivono in un nido collettivo costituito da un ammasso sericeo da loro stesse secreto caratterizzato da una colorazione bianco brillante, facilmente visibile anche nell’intrico della vegetazione. Una volta maturi, i bruchi diventano solitari e si spostano per completare lo sviluppo e ricercare un posto adatto per l’impupamento. La crisalide è avvolta in un bozzolo compatto e liscio al tatto, posto di solito sul substrato alla base della pianta nutrice.
Note tassonomiche: Le popolazioni presenti in Italia sono tutte riconducibili alla sottospecie nominale.
Distribuzione e status in regione: In regione è distribuita nel bolognese, modenese e soprattutto in Romagna, dove conta diverse stazioni concentrate in massima parte a quote collinari
Curiosità : Le larve di questa specie sono ricoperte da peli urticanti che fungono da mezzo di difesa contro i predatori.
Interesse conservazionistico: La specie è inclusa negli Allegati II e IV (specie di interesse comunitario che richiede la designazione di zone speciali di conservazione e specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa) della Direttiva Habitat 92/43/CEE. E’ inserita anche nell’Appendice II della Convenzione di Berna fra le specie strettamente protette. Valutata come DD, ovvero come specie che necessita di studi approfonditi per essere inclusa nelle categorie proposte dalla IUCN. Eriogaster catax è una specie in calo in diverse parti del suo areale. In Svizzera, ad esempio, dalle 30 stazioni note prima del 1960 si è passati alle sole 2 stazioni odierne, mentre nella regione tedesca del Baden Württenberg è considerata ormai estinta. Essa risulta ancora comune nella porzione più orientale del suo areale europeo, dove può contare su popolazioni molto robuste, soprattutto nella Repubblica Ceca. Inclusa tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna” in quanto vulnerabile.
Fattori di minaccia: Le cause individuate in letteratura sono legate a fattori antropici quali, ad esempio, la cura dei bordi forestali con l’eliminazione delle piante di prugno selvatico e l’uso di antiparassitari sugli alberi da frutto. In Europa centrale si pensa che la diminuzione sia legata a modificazioni di tipo climatico.
Misure per la conservazione: Visto che si tratta di una specie di importanza comunitaria è di primaria importanza tutelare le aree in cui essa è insediata, monitorando di continuo le stazioni e programmando gli interventi gestionali che devono essere realizzati. In particolare la pulizia sistematica dei margini forestali da arbusti o alberelli va assolutamente limitata, al fine di salvaguardare sia le stazioni in cui questo taxon è presente sia i potenziali ambienti in cui abbondano le sue piante ospiti.
Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.