Ordine: Coleoptera - Famiglia: Carabidae

 

Carabus clatratus antonellii Luigioni, 1921

Geonemia: Specie a distribuzione asiatico-europea, diffuso in Europa (Penisola Iberica esclusa), Caucaso, Anatolia, Iran settentrionale, Russia asiatica. Risulta in declino in numerose aree del nord e centro Europa. Localizzatissime e minacciate sono le popolazioni della Padania e del ravennate. In Italia è segnalato per sole 7 regioni del centro-nord.

Caratteri distintivi: Ben riconoscibile per le dimensioni medio-grandi, con lunghezza di 28-36 mm. Corpo di colore nero o nero-bronzeo a riflessi verdi o ardesia; zampe e antenne nere. Elitre con fossette rotonde principali grandi e profonde, metalliche, verde dorate o rameiche. Pronoto fortemente trasverso, rettangolare. Elitre con spalle angolose e con sinuosità apicale accentuata. Ali corte, talora ben sviluppate e funzionali anche se la specie è stata raramente osservata in volo. I maschi presentano un profilo più allungato, dimensioni lievemente minori e i tarsi delle zampe anteriori dilatati. Per la tipica conformazione elitrale il carabo di Antonelli non è confondibile con altre specie congeneri.

Habitat: Specie di zone umide, prevalentemente sponde di laghi, corsi d’acqua lenti, torbiere, lagune, marcite e stagni anche salmastri. Elemento planiziale in Europa. Nei settori meridionali dell’areale predilige zone umide relitte circondate da foresta mesofila o igrofila.

Biologia: Il carabo di Antonelli è specie fortemente igrofila e molto specializzata tanto da essere uno dei pochi rappresentanti del genere Carabus in grado di predare in immersione. è un predatore notturno sia da adulto che da larva e cattura larve di anfibi, gasteropodi e piccoli crostacei acquatici, larve e adulti di insetti. Osservata anche cibarsi di rane morte. Trascina spesso la preda fuori dall’acqua, dove è in grado comunque di permanere fino a un’ora, rinnovando in superficie ogni 15-20 minuti, la provvista d’aria. Riproduzione in aprile-maggio, con schiusura dell’immagine in luglio-agosto. L’adulto sverna da ottobre a marzo, a seconda delle latitudini e della quota.Gli adulti svernano sotto le cortecce dei tronchi marcescenti, spesso raggruppati in gran numero e talora associato al più comune Carabus granulatus.

Distribuzione e status in regione
: Segnalato in Emilia-Romagna per le province di Piacenza, Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena. L’unica popolazione in cui sembra ancora presente il carabo di Antonelli è nel ravennate nella Pineta di San Vitale; nelle altre località regionali la specie è certamente scomparsa. La distribuzione regionale attuale è da indagare molto attentamente.

Note tassonomiche: La specie è l’unica inclusa nel sottogenere Limnocarabus Seidlitz, 1887. La ssp. antonellii è endemica della penisola italiana; altre 4 sottospecie sono presenti nel suo areale di distribuzione.

Curiosità : Già molto localizzata per le particolari esigenze ecologiche, la specie ha subito nel secolo scorso una forte contrazione e frammentazione di areale per la scomparsa di ambienti idonei alla sua sopravvivenza. A causa della recente invasione nelle zone umide relitte del gambero rosso della Louisiana, Procambarus clarkii, la sopravvivenza del carabo di Antonelli sembra essere irrimediabilmente compromessa. Il carabo se disturbato può emettere un getto di acido formico.

Interesse conservazionistico: E’ specie in pericolo, localmente minacciata e localmente estinta secondo IUCN (Baillie & Groombridge, 1996), inoltre bioindicatrice secondo Ruffo & Stoch (2005). Inclusa tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna”. Un tempo frequente in buona parte dell’areale italiano, è divenuta ora estremamente rara e localizzata e in molte località è scomparsa.

Fattori di minaccia: Scomparsa di ambienti idonei a causa della bonifica e del drenaggio delle zone umide, delle pratiche agro-colturali intensive sulle formazioni ripariali igrofile, per l’uso di fitofarmaci e diserbanti, per la scomparsa di foreste planiziali. Oggigiorno le principali minacce derivano dal degrado degli ambienti umidi superstiti a causa tra l’altro della presenza dei voraci gamberi esotici come Procambarus clarkii. Altra minaccia deriva dalle dimensioni delle popolazioni relitte della Padania, stimate in appena 50-100 coppie inizio anni ’90 del secolo scorso.

Misure per la conservazione: Occorre prima di tutto conoscere bene la distribuzione attuale della specie e la consistenza delle popolazioni, successivamente tutelare quanto più possibile tali aree. Nel caso delle zone umide presenti nella Pineta di San Vitale, è fondamentale eradicare o quantomeno circoscrivere la presenza di Procambarus clarkii.

Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.