Cicindela di fiume
Ordine: Coleoptera - Famiglia: Cicindelidae
Cylindera arenaria (Füessly, 1775)
Geonemia: Specie a distribuzione sibirico-centroeuropea. Segnalata nei decenni passati qua e là lungo la Penisola Italiana e in Sicilia ma in molte località è scomparsa.
Caratteri distintivi: Cicindela di piccole dimensioni, con lunghezza di 6,5-9 mm. Il corpo superiormente è di colore grigio-verde con riflessi ramati. Le elitre sono corte e subparallele, tondeggianti nella parte terminale. I disegni bianchi delle elitre sono sottili e molto sinuosi a forma di virgole. Il disegno elitrale nei margini è diviso dopo quello mediano. Una lunga pelosità bianca è presente sul pronoto, sotto al corpo, sui femori e sulle tibie. La testa è più larga del pronoto, gli occhi molto grandi e le due mandibole a forma di falce con 4 denti aguzzi. Le zampe sono lunghe e snelle ed è dotata di ali bene sviluppate. C. arenaria rassomiglia C. trisignata da cui si separa oltre che per la forma dell’organo copulatore maschile, per il disegno bianco dell’apice elitrale ai margini diviso da quello mediano.
Habitat: La cicindela di fiume vive sulle rive sabbiose dei fiumi e torrenti, in ambienti aperti e soleggiati, nella bassa collina ed è esclusivamente legata ai piccoli banchi sabbiosi ripariali instabili dei torrenti collinari e dei fiumi con regime delle acque torrentizio.
Biologia: L’adulto è un predatore diurno frenetico che cattura vari piccoli artropodi sulle rive correndo velocemente o con brevi voli. Di tanto in tanto rimane perfettamente immobile e diventa pressoché invisibile sul substrato. è attivo in maggio-agosto, durante il giorno ma solamente quando la temperatura del suolo è piuttosto elevata. Anche le larve sono predatrici e catturano altri piccoli invertebrati all’agguato, nascoste in un piccolo tunnel verticale scavato nella riva sabbiosa. La preda una volta afferrata, viene trasportata sul fondo del cunicolo e divorata. In caso di piene del corso d’acqua, la larva può sopravvivere sommersa per oltre tre settimane, grazie alla riserva d’aria intrappolata nella piccola galleria. All’interno del tunnel avviene anche la metamorfosi finale. In Emilia-Romagna convive spesso nei fiumi con Cicindela majalis e C. hybrida transversalis.
Distribuzione e status in regione: In Emilia-Romagna in passato era presente nel tratto più basso dei fiumi e torrenti maggiori che scendono dall’Appennino. Ora rimane con piccole popolazioni residuali e minacciate solo nei tratti terminali del fiume Taro (provincia di Parma) e del fiume Secchia (province di Modena e Reggio Emilia). La distribuzione regionale odierna è da investigare con attenzione.
Note tassonomiche: Per C. arenaria sono note altre due sottospecie, oltre quella tipica, in Europa e in Asia. In Italia è presente solo la sottospecie tipica. La specie è inclusa nel sottogenere Eugrapha Rivalier, 1950.
Curiosità : Linneo nel 1758 definì le cicindele come “Cicindelae insectorum tigrides veloces”. Da qui deriva l’appellativo odierno dato dagli anglosassoni a questi coleotteri: “tiger-beetles”, vale a dire “coleotteri tigre”.
Interesse conservazionistico: Inclusa tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna”. Un tempo frequente in buona parte dell’areale, è divenuta ora estremamente rara e localizzata e in molte località è scomparsa a causa delle diffuse cave. E’ specie in pericolo, molto minacciata. Presenta un’elevata specializzazione ecologica, vivendo in ambienti determinati, talora anche molto ristretti. è molto sensibili alle benché minime variazioni ambientali. Specie interessante come bioindicatore.
Fattori di minaccia: La specie rischia l’estinzione dalle poche località regionali per la scomparsa degli ambienti idonei a causa delle manomissioni degli alvei fluviali, con asportazione autorizzata da parte delle cave e abusiva (soprattutto notturna) di materiali inerti (sabbia, ghiaia, ecc.), per il passaggio di mezzi meccanici, moto e fuoristrada lungo le rive e le golene, per l’abnorme afflusso turistico lungo i fiumi, per la pulizia e risistemazione (con rettificazioni) e per la cementificazione dei piccoli alvei dei torrenti. Altra minaccia deriva dalle dimensioni delle popolazioni, spesso relitte, stimate in poche decine di coppie.
Misure per la conservazione: Occorre prima di tutto conoscere bene la distribuzione attuale della specie e la consistenza delle popolazioni, successivamente tutelare tali aree mantenendo allo stato naturale le rive sabbiose fluviali. Per la cicindela è importante individuare aree ripariali dove sono insediate popolazioni vitali e qui vietare l’accesso a mezzi meccanici, limitare notevolmente la fruizione turistica, vigilare sull’asportazione abusiva di sabbia e sulla risistemazione e pulizia degli alvei.
Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.