Cicindela di maggio
Ordine: Coleoptera - Famiglia: Cicindelidae
Cicindela majalis Mandl, 1935
Geonemia: Specie endemica della Penisola Italiana e in Italia è distribuita dalla riva destra del Po fino alla Calabria. L’Emilia-Romagna costituisce il limite settentrionale del suo areale di distribuzione. è l’unica specie di cicindela esclusivamente endemica del territorio italiano.
Caratteri distintivi: Ben riconoscibile per le dimensioni medio-grandi, con lunghezza di 10-13 mm. Il corpo sopra è di colore bronzeo con riflessi rossastri e verdi e l’addome è color verde chiaro, leggermente dorato. La testa è molto larga, più larga del torace, con occhi notevolmente grandi e sporgenti e con lunghe mandibole a forma di falce e dentate. Sulle elitre ha larghe fasce bianche. Le zampe sono molto allungate e sottili ed ha ali bene sviluppate. Molto simile è C. hybrida transversalis Dejean, 1822, da cui si distingue per le dimensioni corporee leggermente minori, il colore dell’addome verde chiaro invece che verde a riflessi blu, per i disegni bianchi elitrali sempre uniti nelle spalle e all’apice, per la conformazione dell’organo copulatore maschile.
Habitat: Cicindela insediata sulle rive sabbiose dei fiumi e torrenti, in ambienti aperti e soleggiati, dalla pianura alla media collina. La specie è strettamente legata ai depositi sabbiosi ripariali dei torrenti collinari e dei banchi sabbiosi dei fiumi.
Biologia: La cicindela di maggio è un coleottero carnivoro. L’adulto è attivo di giorno con sole alto. Quando compaiono nubi e al tramonto si rifugia nelle crepe del terreno, sotto le erbe e altri ripari. Gli adulti hanno fenologia precoce e sono attivi da fine marzo a luglio. è un predatore situato al vertice della catena alimentare della comunità di microinvertebrati dei greti fluviali. Cattura sui greti vari artropodi, anche di dimensioni superiori alle sue, spiccando brevi e rapidi voli o rincorrendoli velocemente al suolo o con agguati. Le larve sono anch’esse carnivore e catturano le prede (piccoli invertebrati e larve) appostandosi alla sommità di un tunnel verticale scavato dove la sabbia è più compatta. Il capo e il torace costituiscono assieme una sorta di tappo per il tunnel. Grazie anche a dei particolari uncini posti sul quinto segmento addominale, la larva riesce e salire e scendere agevolmente nella sua galleria. Gli adulti della nuova generazione compaiono a fine estate e svernano nella celletta pupale per fuoriuscire nella primavera successiva. In Emilia-Romagna convive spesso con C. hybrida transversalis ma generalmente è più precoce.
Distribuzione e status in regione: Segnalata in Emilia-Romagna per tutte le province tranne quella di Ferrara. Molti dati del secolo scorso, vecchi di alcuni decenni, non sono più confermati da tempo. Le popolazioni presenti nei corsi d’acqua emiliani sono più numerose e sembrano in uno stato di conservazione migliore. La distribuzione regionale attuale è da indagare molto attentamente.
Note tassonomiche: La specie non mostra variazioni morfologiche importanti. C. majalis è stata per lungo tempo ritenuta una sottospecie di C. hybrida Linnaeus, 1758 e spesso confusa questa.
Curiosità : Il termine specifico majalis attribuito alla specie, sta proprio ad indicare che è maggiormente attiva in maggio. La cicindela di maggio fu inizialmente descritta proprio su esemplari emiliani e precisamente provenienti da Modena e Spilamberto, oltre che su esemplari calabri.
Interesse conservazionistico: Inclusa tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna”. Un tempo frequente in buona parte dell’areale italiano a sud del Po, è divenuta ora estremamente rara e localizzata e in molte località è scomparsa. E’ specie in pericolo, molto minacciata. Presenta un’elevata specializzazione ecologica, vivendo in ambienti determinati, talora anche molto ristretti. è molto sensibili alle benché minime variazioni ambientali. Specie interessante come bioindicatore.
Fattori di minaccia: La specie rischia l’estinzione da numerose località per la scomparsa degli ambienti idonei a causa delle manomissioni degli alvei fluviali, con asportazione abusiva (soprattutto notturna) di materiali inerti (sabbia, ghiaia, ecc.), per il passaggio di mezzi meccanici, moto e fuoristrada lungo le rive e le golene, per l’abnorme afflusso turistico lungo i fiumi. Altra minaccia deriva dalle dimensioni delle popolazioni, spesso relitte, stimate in poche decine di coppie.
Misure per la conservazione: Occorre prima di tutto conoscere bene la distribuzione attuale della specie e la consistenza delle popolazioni, successivamente tutelare tali aree mantenendo allo stato naturale le rive sabbiose fluviali. Per la cicindela è importante individuare aree ripariali dove sono insediate popolazioni vitali e qui vietare l’accesso a mezzi meccanici, limitare notevolmente la fruizione turistica, vigilare sull’asportazione abusiva di sabbia.
Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.