Ditisco a due fasce (foto: J.Hlasek)

Ordine: Coleoptera - Famiglia: Dytiscidae

Graphoderus bilineatus (DeGeer, 1774)

Geonemia: Specie Sibirico-Europea. In Europa rara ovunque e, sembra, in declino. In Italia è oltremodo rara ed è conosciuta solo per poche stazioni in Lombardia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna ed una stazione in Toscana: molte di queste stazioni sono piuttosto datate o addirittura storiche e non sono state riconfermate.

Caratteri distintivi: Lunghezza 14,0-16,0 mm. Forma del corpo ovale, posteriormente dilatata e piuttosto appiattita; superficie dorsale lucida, liscia. Colorazione giallastra; testa con una linea scura a forma di mezzaluna sulla fronte e due macchie subquadrate dietro gli occhi, unite da una sottile fascia trasversa; pronoto con due fasce nere, piuttosto sottili, lungo i bordi anteriore e posteriore; elitre ricoperte uniformemente da una caratteristica marmoratura nera. Zampe rossicce. Maschi (come in tutte le specie della sottofamiglia Dytiscinae) con i tarsi anteriori trasformati in una paletta subcircolare munita, ventralmente, di grandi setole a ventosa. In Emilia-Romagna vi sono altre due specie di Graphoderus: G. cinereus (Linnaeus, 1758) e G. austriacus (Sturm, 1834). Da queste G. bilineatus si distingue per l’aspetto particolarmente largo e appiattito nella metà posteriore, per le parti inferiori pallide, giallastre o giallo-rossicce, per le fasce nere del pronoto più sottili e per le dimensioni maggiori.

Habitat: Acque lentiche. Preferibilmente grandi stagni limpidi, anche profondi, ricchi di vegetazione ripariale; anche in torbiere. Il lago di Pratignano è uno stagno di faglia, a circa 1300 m, con caratteristiche che lo fanno somigliare ad una torbiera alta per gli imponenti strati di sfagno presenti al centro dello specchio d’acqua.

Biologia: Specie carnivora, l’adulto è predatore e necrofago e la larva, nonostante le notevoli dimensioni (fino a 30 mm di lunghezza), è specializzata nella caccia di piccoli organismi planctonici ed è un’attiva nuotatrice grazie alle lunghe zampe provviste di setole natatorie. Non si hanno notizie certe sul suo ciclo vitale, probabilmente è specie monovoltina con periodo riproduttivo esteso a tutta la primavera, che sverna allo stadio adulto.

Distribuzione e status in regione: Sono noti tre siti in Emilia-Romagna: uno in provincia di Bologna (Mezzolara) e due in provincia di Ravenna (stagni lungo la via Romea e Pineta di San Vitale). A questi si aggiunge il recente ritrovamento di una popolazione nel lago di Pratignano (Fanano, Modena) all’interno del Parco dell’Alto Appennino Modenese.

Note tassonomiche: Nessuna in particolare.

Curiosità : I lati delle elitre degli adulti sono percorsi da un’espansione che raggiunge la sua larghezza massima poco sotto la metà della lunghezza elitrale, donando un aspetto particolarmente largo all’insetto che appare così provvisto di una sorta di carena ai due lati.

Interesse conservazionistico: La specie è inclusa negli Allegati II (specie di interesse comunitario che richiede la designazione di zone speciali di conservazione) e IV (specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa) della Direttiva Habitat 92/43/CEE (Council Directive 2006/105/EC); è inclusa anche nell’Appendice II della Convenzione di Berna (specie a protezione rigorosa) ed è valutata come “vulnerabile” dalla IUCN (Baillie & Groombridge 1996 e aggiornamenti); infine è inclusa nell’allegato A della Legge Regionale n. 56 del 6 aprile 2000, della Regione Toscana (Rocchi, 2001). G. bilineatus è specie rara e dichiarata in declino in buona parte dell’Europa (Nilsson & Dolmen, 1995), dichiarata estinta in Belgio e regionalmente estinta in Gran Bretagna (Foster 1996). Non vi sono dati estrapolabili dalla letteratura sul grado di minaccia in Italia, se si fa eccezione del commento dato in Pederzani (1989) sulla forte rarefazione di Graphoderus spp. nelle zone umide di Ravenna. Monitoraggi recenti praticamente hanno accertato l’attuale estinzione della specie dai siti dove è segnalata. La specie, oltre che rara è anche sporadica e spesso difficile da rinvenire anche laddove esiste una popolazione stabile e consistente e questo, naturalmente, non facilita le conoscenze sul suo status. Inclusa tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna”.

Fattori di minaccia: Per quanto se ne sa finora, le principali cause di minaccia sono direttamente di origine antropica: distruzione ed inquinamento degli habitat per attività agricole, industriali o edilizie, nonché l’introduzione di specie ittiche alloctone (trota iridata, persico trota) per la pesca sportiva. Nelle stazioni di pianura l’arrivo del Gambero della Louisiana (Procambarus clarkii) è un altro grave fattore di minaccia, viste le profonde alterazioni ambientali che provoca la sua presenza. Bisogna inoltre tenere presente che il ditiscide ha distribuzione pressoché puntiforme nel territorio: singole popolazioni sono praticamente isolate in aree molto circoscritte; la loro sopravvivenza, quindi, è da ritenersi piuttosto critica e il rischio di estinzione regionale assai elevato, senza che sia possibile, o quasi, la naturale ricolonizzazione da parte di esemplari in fase di dispersione.

Misure per la conservazione: Specie di importanza comunitaria, che richiede la designazione di zone speciali di conservazione; a tutt’oggi è di primaria importanza, anzitutto, accertare in quali siti la specie è ancora presente; quindi tutelare tali aree monitorandole periodicamente e individuando volta per volta eventuali gradi e fattori di minaccia, programmando così gli interventi che devono essere realizzati. Con l’accertata presenza della specie nel lago di Pratignano, le stazioni di questa specie in Emilia-Romagna ammontano a tre (riunendo le due stazioni in provincia di Ravenna, pressoché adiacenti). è stato accertato di recente che il lago di Pratignano ospita una popolazione in buona salute di questo coleottero e quindi si presenterebbe come il luogo più adatto per la tutela di questa specie nella regione, anche perché già sito SIC e ZPS, all’interno del Parco Regionale dell’Alto Appennino Modenese, lontano da fonti di inquinamento e da gravi disturbi antropico (se si eccettua un certo numero di turisti giornalieri e la volontà, fortunatamente non favorita dal Parco, da parte di alcuni locali di effettuare la “pulizia” del laghetto, nonché dalla presenza di vari equini e bovini che durante l’abbeverata producono danni alla vegetazione delle sponde) e presumibilmente inaccessibile al Gambero della Louisiana, dal momento che, pare, l’altitudine sembra costituisca una barriera per questo crostaceo (Pederzani & Fabbri, 2006). La presenza di un’altra specie di importanza Comunitaria quale Graphoderus bilineatus, darebbe ulteriore valore al lago di Pratignano, in base alle direttive di Natura 2000.

Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.