Rosalia alpina
Ordine: Coleoptera - Famiglia: Cerambycidae
Rosalia alpina (Linnaeus, 1758)
Geonemia: Specie a distribuzione europeo-anatolica (Europa centrale e meridionale, Turchia settentrionale, Siria, Caucaso e Transcaucasia). Nota per l’Italia di quasi tutte le regioni tranne Valle d’Aosta e Sardegna, spesso però per reperti molto datati; più rara al nord appare più abbondante nell’Appennino centrale. Attualmente è rinvenibile soprattutto in aree naturali protette.
Caratteri distintivi: Corpo medio-grande con lunghezza tra 20 e 38 mm. Si distingue a prima vista per i colori, per i folti ciuffi di peli neri all’apice degli articoli delle antenne. Ha un colore azzurro-celeste, con un disegno a macchie nere vellutate sul protorace e sulle elitre. Le antenne sono molto lunghe e anch’esse azzurre.
Habitat: Foreste montane mature a faggio, fino a 1600 m, può insediarsi anche in faggete a quote più basse (600 m).
Biologia: Xilofaga, la larva monofaga su faggio, Fagus sylvatica, e solo occasionalmente su tiglio, acero e castagno. La larva preferisce le parti legnose esposte al sole, dove scava gallerie nella zona superficiale del legno. Lo sviluppo si compie in genere in tre anni, negli alberi morti di recente o malandati, nei tronchi freschi abbattuti al suolo da poco o nelle parti morte di piante sane e anche in ceppi. Generalmente gli alberi sono di medio-grandi dimensioni. Gli adulti sono attivi di giorno nelle giornate soleggiate e compaiono inizio estate, in giugno-luglio, sugli stessi alberi in cui si è sviluppata la larva, sulle cataste di tronchi di faggio e anche su legname ammassato, dove si mimetizzano molto bene con la corteccia di faggio.
Distribuzione e status in regione: E’ conosciuto in Emilia-Romagna per le province di Modena e Forlì-Cesena ma è solo in quest’ultima provincia che sono noti vari reperti recenti, soprattutto all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e di Campigna. La specie è rara e le popolazioni regionali sono isolate tra loro.
Note tassonomiche: La specie è molto variabile nella colorazione e per questo motivo sono state descritte oltre un centinaio di varietà. Soltanto due forme di Bulgaria e Siria sono accettate come sottospecie.
Curiosità : Rosalia alpina è ritenuto il cerambicide europeo più elegante ed è una delle specie simbolo, o meglio bandiera, delle foreste di faggio perché per le sue dimensioni e la sua splendida livrea è facilmente riconoscibile anche dalle persone poco esperte di insetti. In dissonanza con il nome, questa specie non è tanto legata all’ambiente alpino, quanto alla presenza di faggete di tipo termofilo più frequenti nell’Appennino.
Interesse conservazionistico: Inserita, come prioritaria, tra le specie degli allegati II e IV della Direttiva Habitat (specie di interesse comunitario che richiede la designazione di zone speciali di conservazione e che richiede una protezione rigorosa), inoltre tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna”. E’ in rarefazione e perciò segnalata come “VU”, vulnerabile, in Ruffo & Stoch (2005), inoltre è un bioindicatore dello stato e grado di maturità delle faggete.
Fattori di minaccia: Distruzione dell’habitat (boschi maturi e naturali di faggio) a causa dell’abbattimento delle vecchie piante e rimozione dal bosco degli alberi morti o deperienti di faggio Anche la raccolta indiscriminata per collezione degli adulti può essere localmente una minaccia.
Misure per la conservazione: Salvaguardia delle grandi piante vetuste, morte o deperite di faggio e in generale di tutte le caducifoglie. Rilascio di legno morto, tronchi, grossi rami e ceppaie di faggio nelle foreste. Deve essere imposto il divieto di raccolta degli adulti in natura per scopi collezionistici.
Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.