Smeraldo a macchie arancio
Ordine: Odonata - Sottordine: Anisoptera - Famiglia: Corduliidae
Oxygastra curtisii (Dale, 1834)
Geonemia: Specie distribuita nell’Europa sud-occidentale, dove si spinge fino al Belgio, Olanda, Germania e Svizzera, e nel Nord Africa dove è molto rara. è estinta in Olanda e in Gran Bretagna. In Italia è segnalata con piccole popolazioni frammentate, soprattutto nel versante tirrenico, delle seguenti regioni: Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio e Campania.
Caratteri distintivi: Lunghezza totale del corpo 47-54 mm, misure dell’addome 33-39 mm e ali posteriori 32-35 mm. La colorazione generale è verde metallica brillante, con macchie giallo-arancio sulla testa, torace e addome. L’addome è molto stretto alla base e si allarga leggermente fino all’estremità. Le ali sono ialine, soffuse di giallo alla base e infumate nella femmina e nel maschio giovane. Le femmine sono leggermente più piccole dei maschi.Lo smeraldo a macchie arancio può essere confuso solo con alcune specie dei generi Cordulia e Somatochlora da cui si distingue per l’addome più sottile con macchie gialle dorsali (non laterali).
Habitat: Lo sviluppo larvale avviene in acque correnti di buona qualità e ombreggiate da densa vegetazione, più di rado in acque stagnanti o a debole corrente. Possono essere utilizzati anche bacini e invasi artificiali derivanti dallo sbarramento di grandi fiumi, purché provvisti di abbondante vegetazione acquatica e ripariale. La specie arriva fino a 800 m di quota.
Biologia: Le larve stazionano tra le radici di piante e sul fondo presso le rive immerse nel limo. Le rive devono essere bordate da densa vegetazione. Sebbene elofite (Juncus, Carex) e idrofite (Potamogeton, Polygonum, Nuphar) siano spesso presenti, non sembrano indispensabili alla specie. Importante è la presenza di alberi con parte dell’apparato radicale in acqua. Gli adulti compaiono da maggio ad agosto e stazionano nelle zone alberate prospicienti i corsi d’acqua. Sono sospettosi ed hanno volo veloce. La femmina depone le uova da sola, volando sulla superficie dell’acqua e immergendo l’addome più volte dove l’acqua è più calma, iniziando dal territorio del maschio e proseguendo anche in altri settori del fiume. Lo sviluppo larvale richiede due o tre anni. I giovani adulti si disperdono a grande distanza e la fase di maturazione, di una decina di giorni, avviene in boschi e radure, volando per periodi prolungati a livello della chioma. Raggiunta la maturità ritornano all’acqua. L’alimentazione è a base di insetti catturati in volo.
Note tassonomiche: Lo smeraldo a macchie arancio è l’unico rappresentante del genere Oxygastra e non presenta variazioni intraspecifiche importanti. La colorazione gialla alla base delle ali può variare per estensione da un individuo all’altro.
Distribuzione e status in regione: La specie è nota di una piccola area nell’Appennino piacentino. In regione è minacciata e la popolazione è isolata.
Curiosità : I maschi difendono un territorio di 15-20 m di diametro circondato da vegetazione ripariale, pattugliandolo incessantemente, con un volo rapido e scattante. Sono molto aggressivi sia nei confronti di intrusi conspecifici sia verso altri anisotteri. Sembra che solo pochi maschi siano in grado di conquistare e difendere un territorio. I maschi si accoppiano con ogni femmina che entri nel loro territorio.
Interesse conservazionistico: Van Tol & Verdonk (1988) le assegnano lo status di specie “endangered”; in Svizzera è considerata minacciata di estinzione (Maibach & Meier, 1987). Nelle parti più centrali dell’areale sembra peraltro essere in condizioni meno critiche (Dommanget, 1996). Considerata da IUCN come in pericolo nel 1986, vulnerabile tra il 1988-1996 e prossima alla minacciata nel 2010 con popolazioni stabili (Kalkman et al., 2010). La specie è inclusa nell’Allegato II (specie di interesse comunitario che richiede la designazione di zone speciali di conservazione) e nell’Allegato IV (specie di interesse comunitario che richiede protezione rigorosa) della Direttiva Habitat. E’ inclusa anche nell’Appendice II della Convenzione di Berna (specie strettamente protetta) ed è stata citata fra le specie che necessitano di speciali misure per la conservazione dell’habitat (gruppo di specialisti: Convenzione di Berna). Specie definita in pericolo anche per la rarità degli ambienti favorevoli allo sviluppo. Inserita tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna” come specie minacciata in regione.
Fattori di minaccia: L’habitat di questa specie è raro e minacciato in tutto l’areale. Particolarmente deleterio appare lo sviluppo agricolo, che comporta l’alterazione dei canali a scopo irriguo, e l’eliminazione della vegetazione ripariale naturale circostante. Altri fattori responsabili del declino sono l’inquinamento chimico e organico, e le attività nautiche, che causano una maggiore torbidità delle acque e un continuo sciabordio nelle sponde. In regione la captazione idrica dei piccoli corsi d’acqua collinari, senza il rispetto del deflusso minimo vitale, e il taglio degli alberi sulle rive sono le minacce principali per la specie.
Misure per la conservazione: In regione è di primaria importanza dapprima mappare i siti di presenza, intraprendendo una campagna di ricerca, in seguito tutelare al massimo le aree in cui la specie è insediata, monitorando di continuo le stazioni e programmando gli interventi che devono essere realizzati per una buona conservazione della specie. Fondamentale monitorare nei siti di presenza, le captazioni idriche dei piccoli corsi d’acqua collinari facendo rispettare il deflusso minimo vitale, inoltre i tagli degli alberi sulle rive devono essere effettuati, quando necessari, a scaglioni e prevedendo solo diradamenti, lasciando sempre fasce ripariali inalterate.
Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.