Parchi, foreste e Natura 2000

Smeraldo vellutato

Smeraldo vellutato (foto: E.Riservato)Ordine: Odonata - Sottordine: Anisoptera - Famiglia: Corduliidae

Cordulia aenea (Linnaeus, 1758)

Geonemia: Specie a distribuzione asiatico-europea, maggiormente diffusa nel settore settentrionale. In Italia è segnalata di località alpine, subalpine, padane e di alcune stazioni relitte sull’Appennino.

Caratteri distintivi: Lunghezza del corpo 47-55 mm, misure dell’addome 33-39 mm e ali posteriori 31-35 mm. La colorazione generale è verde metallica scura, nel torace bronzea e con tonalità rosse. Le ali sono ialine, o leggermente infumate nella femmina, con una piccola macchia gialla alla base di queste, più marcata nelle ali posteriori. Il maschio ha l’addome con i segmenti dal sesto al nono fortemente allargati. Nella femmina l’addome è più robusto di quello del maschio, con un leggero restringimento nel terzo segmento. C. aenea potrebbe essere confusa con specie del genere Somatochlora da cui si distingue per non avere la striscia gialla sulla fronte. L’addome, privo dorsalmente di macchie gialle, permette di non confonderla col genere Oxygastra.

Habitat: Libellula il cui ciclo si svolge in acque stagnanti come paludi, torbiere, stagni e laghi, sia di piccole sia grandi dimensioni, dalla pianura alla montagna fino a 1800 m di altitudine.

Biologia: L’adulto è molto precoce e vola tra aprile e luglio sugli specchi d’acqua, anche con tempo nuvoloso. Spazia anche su grandi distanze, volando a diversi metri d’altezza e lo si può allora osservare negli ambienti più diversi come sentieri, boschi, margini di praterie. Il maschio è territoriale e ispeziona ripetutamente il proprio territorio, generalmente le sponde dei bacini nei punti meno ombreggiati, tenendosi circa mezzo metro sopra l’acqua. La femmina è più schiva e la si osserva più facilmente durante l’accoppiamento o l’ovideposizione. L’accoppiamento dura alcuni minuti, poi i partner si separano e la femmina comincia a deporre da sola le uova. Con l’estremità dell’addome tocca ripetutamente la superficie dell’acqua rilasciando ogni volta diverse uova. La larva vive sulle piante acquatiche, sul fondo o nel limo. Lo sviluppo larvale si compie in uno o due anni, a seconda delle condizioni ecologiche. Quando deve sfarfallare, risale un supporto, come pietre, piante, tronchi, e vi si fissa verticalmente; il processo dura 2-3 ore. Dopo un periodo di maturazione di circa 15 giorni, gli adulti si concentrano nei luoghi riproduttivi.

Note tassonomiche: Non vi sono variazioni intraspecifiche importanti per la specie.

Distribuzione e status in regione: La specie è conosciuta oggigiorno solo per un lago nell’alto Appennino reggiano. Alla fine del 1800 era nota anche per il modenese e il ravennate, da dove è scomparsa. E’ seriamente minacciata e in pericolo in regione in quanto nota soltanto per una stazione isolata e con un’esigua popolazione presente.

Curiosità : Il maschio ispeziona il suo territorio con volo caratterizzato da bruschi spostamenti intervallati da soste in volo stazionario e da scatti all’inseguimento di prede, che vengono immediatamente divorate, o da scatti eseguiti al fine di scacciare un rivale o un intruso.

Interesse conservazionistico: La IUCN (Kalkman et al., 2010) le assegna lo status di specie con popolazioni stabili in Europa e a basso rischio. In realtà in Italia è minacciata, almeno lungo tutto l’Appennino perché presente in poche stazioni molto isolate. Inserita tra le specie particolarmente protette della Legge Regionale 15/2006 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna” come specie seriamente minacciata, in pericolo e in declino in regione per l’isolamento dell’unica stazione regionale e per l’esiguità della popolazione.

Fattori di minaccia: Nella sola località in cui la specie è presente in regione, per il bacino idrico con acqua stagnante le minacce maggiori derivano dall’eutrofizzazione delle acque in seguito al versamento di scarichi civili e all’immissione di ittiofauna esotica. Altri bacini che un tempo potevano ospitare C. aenea o che potenzialmente potrebbero custodirne una popolazione, devono fare i conti con l’eutrofizzazione e la diffusione in pianura del gambero rosso della Louisiana.

Misure per la conservazione: è di primaria importanza tutelare al massimo l’area in cui la specie è insediata, monitorando di continuo la stazione, programmando gli interventi che devono essere realizzati per una buona conservazione della specie. Visto l’eccessivo isolamento della stazione nota e quindi sussistendo il pericolo di estinzione regionale, deve essere presa in seria considerazione la reintroduzione ex situ dove era presente in passato, ricreando preventivamente le condizioni ambientali idonee. Occorre nel lago reggiano ove è presente controllare che non vi sia l’immissione diretta di scarichi civili e vietare il rilascio di ittiofauna esotica o anche autoctona non compatibile con la collocazione e le caratteristiche del lago.

Revisione e aggiornamento nel 2010 a cura del Servizio parchi e risorse forestali in collaborazione con R.Fabbri.

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ultima modifica 2012-11-02T12:58:00+01:00
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