Carassio
Carassius carassius (Linneo, 1758)
Il carassio e il carassio dorato, meglio conosciuto come "pesce rosso", sono specie di origine orientale introdotte in Italia in epoche diverse. Non è stato accertato se il carassio sia da considerarsi specie indigena, mentre il carassio dorato è certamente alloctono. La distribuzione delle due specie viene trattata in modo unificato in quanto esistono seri dubbi circa la possibilità di distinguerle con sicurezza. Gli esemplari rinselvatichiti di carassio dorato tendono infatti a perdere la colorazione rossa e ad assumere quella tipica del carassio. Le due specie hanno inoltre esigenze ecologiche simili e pertanto la loro area di distribuzione nei corpi idrici regionali é sovrapposta. Il carassio e il "pesce rosso" sono diffusi in tutta la pianura e sono particolarmente comuni nei canali di bonifica: nel bolognese e nella Romagna sono presenti anche nella zona collinare. Sono inoltre stati introdotti in alcuni laghi e invasi dell'Appennino. Nelle acque di pianura, la presenza dei carassi risulta spesso preponderante a quella di altre specie ittiche per la capacità di questi Ciprinidi di resistere a condizioni di estrema scarsità di ossigeno e di tollerare tassi d'inquinamento piuttosto elevati. L'aumento numerico e l'ampliamento dell'areale di queste specie verso monte sono dovuti al generalizzato peggioramento della qualità delle acque e della assai discutibile qualità dei ripopolamenti effettuati con pesce prelevato in pianura e immesso in acque collinari.
I carassi misurano mediamente 15-20 cm, con massimi di 30-40 cm.
La loro colorazione è assai variabile volgendo dal bruno scuro, al bruno giallastro o al bruno argenteo.
Il regime alimentare, estremamente vario, comprende invertebrati bentonici, organismi planctonici e materiale vegetale anche in decomposizione.
Tratto da "Elementi di base per la predisposizione della carta ittica regionale" , Regione Emilia-Romagna - Assessorato agricoltura e alimentazione, 1992