Trota fario

Salmo trutta trutta (Linneo, 1758)

Tipico salmonide delle acque di montagna, trota fario, anche perché regolarmente immessa con i ripopolamenti effettuati a fini di pesca sportiva, risulta presente quasi ovunque lungo la fascia appenninica. Occasionalmente, essa scende più a valle fino alla pianura; catture sporadiche sono infatti documentate ad esempio per il Po. La consistenza dei popolamenti è generalmente maggiore nell'Appennino emiliano rispetto a quello romagnolo essendo il primo più ricco di acque fredde e ben ossigenate necessarie per l'insediamento e per un'efficace riproduzione delle specie. Anche se la trota fario è segnalata abbondante in parecchi corsi d'acqua di montagna, occorre rilevare che il suo regime alimentare e il suo comportamento territoriale non le consentono di raggiungere densità di popolazione paragonabili a quelle osservate nei Ciprinidi. La consistenza numerica è inoltre fortemente condizionata dalla sua elevata sensibilità alle turbative di origine antropica: inquinamento, captazione di acque, costruzione di briglie sprovviste di scale di rimonta, escavazione di materiale litoide lungo gli alvei, taglio della vegetazione ripariale. Per ovviare a questi inconvenienti, nonché al massiccio prelievo effettuato da parte dei pescatori sportivi, la prassi seguita dalle Amministrazioni provinciali è di intervenire con altrettanto massicci ripopolamenti di materiale proveniente da allevamenti, in genere poco idoneo perché non selezionato geneticamente. E' auspicabile che in futuro si mostri una maggior attenzione per questo Salmonide autoctono, adottando misure integrate di salvaguardia che prevedano oltre all'utilizzo di materiale ittico più adatto, soprattutto la tutela della riproduzione naturale da effettuarsi attraverso la protezione di più estesi tratti dei corsi d'acqua e la riqualificazione degli habitat.

Lunga in media 25-35 cm, nei bacini lacustri della Regione la trota eccezionalmente può raggiungere anche 60-70 cm di lunghezza e 3-4 Kg di peso.

La dieta comprende soprattutto macroinvertebrati (larve di Insetti, vermi, crostacei, ecc.) ma anche piccoli vertebrati, tra cui pesci e Anfibi.

La riproduzione nell'Appennino emiliano avviene tra la fine dell'autunno e l'inizio dell'inverno.

Tratto da "Elementi di base per la predisposizione della carta ittica regionale" , Regione Emilia-Romagna - Assessorato agricoltura e alimentazione, 1992