Geologia, suoli e sismica

Il contributo della geologia allo studio delle acque sotterranee nell’Appennino emiliano-romagnolo - Applicazioni

Nel sito sono consultabili le cartografie sugli acquiferi montani, il cui dettaglio è compatibile con una restituzione a scala 1:25.000-1:10.000. Queste elaborazioni sono il risultato del confronto tra i risultati dei censimenti delle sorgenti svolti presso l’Area Geologia Suoli e Sismica e la cartografia geologica ivi disponibile e informatizzata.

Allo scopo di ottenere cartografie applicative, sono state individuate le aree recanti significativi addensamenti di sorgenti, corrispondenti alle unità geologiche sede di acquiferi. Storicamente, la metodologia adottata è derivata dalle elaborazioni predisposte per lo “Schema Direttore della pericolosità geo- ambientale” (Viel et alii, 2003), un prototipo di Masterplan relativo alle analisi territoriali di argomento geologico applicate a corredo dei quadri conoscitivi della pianificazione territoriale di area vasta, pubblicato dall’Area Geologia, Suoli e Sismica regionale. Nella pubblicazione, gli acquiferi dell’Appennino emiliano-romagnolo venivano delimitati in prima approssimazione, andando poi a costituire il fondamento dell’individuazione delle zone di protezione delle sorgenti, in attuazione del Piano di Tutela delle Acque (2005).

Attraverso successivi approfondimenti delle cartografie dello “Schema Direttore”, predisposti per la pianificazione di ambito provinciale in attuazione della pianificazione regionale del settore acque, sono stati individuati diversi strati informativi sugli acquiferi montani, articolati in:

  • acquiferi in roccia:
    • permeabili per fratturazione, (complessi idrogeologici sede delle sorgenti da cui dipende l’approvvigionamento idropotabile della montagna) ed “aree di approfondimento” (unità geologiche potenzialmente sede di acquiferi minori);
    • permeabili per dissoluzione, dati da evaporiti (gessi triassici e messiniani).
  • depositi quaternari continentali:
    • depositi detritici di versante e di origine morenica, eventualmente connessi agli acquiferi in roccia del substrato;
    • depositi alluvionali in evoluzione e terrazzati più recenti, sede di scambi tra il fiume e le falde locali.

Tra le applicazioni di queste conoscenze territoriali, che hanno determinato anche altrettante tappe nell’aggiornamento ed implementazione degli strati informativi pubblicati nel catalogo “minERva” della Direzione Cura del territorio e dell’ambiente, di utilità per la pianificazione territoriale ed urbanistica nell’ambito della regione Emilia-Romagna, si ricordano le seguenti:

  • Piano regionale di Tutela delle Acque (PTA, 2005), collaborazione con la competente Struttura regionale, per il contributo alla Relazione generale sul tema delle zone di protezione delle acque sotterranee nel territorio collinare e montano.

  • collaborazioni con le province per i Piani Territoriali di Coordinamento (PTC) delle Province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, approvati nel periodo 2006-2012, per il contributo al quadro conoscitivo finalizzato all’individuazione delle zone di protezione delle acque sotterranee nel territorio collinare e montano provinciale, in adeguamento al PTA.

  • Piani di Gestione di Distretto Idrografico, per i cicli di pianificazione 2010 e 2015, collaborazione con la competente Struttura regionale, per la cartografia di individuazione dei Corpi Idrici Sotterranei dell’Appennino emiliano-romagnolo.

  • collaborazione con la Provincia di Parma per la Variante 2016 del Piano Infraregionale delle Attività Estrattive (PIAE) relativa al comune di Parma, cartografia dei Sistemi Idrogeologici dell’Appennino parmense.

  • contributi tematici in attuazione della Legge Urbanistica regionale L.R. 24/2017, per il quadro conoscitivo del Piano Territoriale della Città Metropolitana di Bologna e dei Piani Territoriali di Area Vasta (PTAV) in corso di formazione.

  • contributi di settore funzionali alla formazione di una metodologia regionale per l’individuazione dei Servizi Ecosistemici collegati alle acque, per il quadro conoscitivo degli strumenti di pianificazione territoriale di area vasta, in collaborazione con la competente struttura regionale.

  • collaborazione fra AGSS-RER, Gruppo Idrogeologia UNIBO BiGeA e Gruppo Hera per attività di ricerca su tematiche di idrogeologia applicata allo studio delle risorse idriche sotterranee dell’area appenninica compresa fra le valli del Reno e del Panaro.

  • accordo di collaborazione istituzionale con il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano - area MAB Unesco, per lo svolgimento di studi applicativi sulle risorse idriche sotterranee, i suoli forestali e le torbiere di alta quota.

Le cartografie predisposte hanno un dettaglio idoneo all’ambito provinciale e comunale (scala 1:10.000 -1:25.000), con l’eccezione di quelle a corredo dei Piani di Gestione di Distretto Idrografico, in attuazione della Direttiva Quadro sulle Acque; in questo caso, le cartografie si riferiscono alla scala 1:250.000 in quanto elaborate per un confronto a scala nazionale.

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ultima modifica 2023-01-24T12:03:10+01:00
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