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I castagneti

Erica

 

Il paesaggio vegetale del parco tradisce la sapiente e metodica azione dell'uomo: i prati stabili attraversati da filari di ciliegi e piantate, i seminativi e le vigne hanno nel corso dei secoli occupato le aree a minore pendenza e meglio esposte, relegando i boschi nei punti meno favorevoli. Un elemento di transizione puó essere considerata la presenza di lembi di castagneto da frutto, con piante spesso secolari che crescono, ben distanziate, su un prato periodicamente sfalciato per la raccolta. Si tratta in genere di piccoli appezzamenti, una ridotta frazione della superficie che la coltura occupava sino a 50 anni fa nella zona come in tutta la fascia collinare. Nel parco i castagneti piú o meno rinselvatichiti sono molto diffusi: quelli di piú recente abbandono ospitano specie che, come il castagno, prediligono i terreni acidi e, soprattutto nelle zone piú aperte, compaiono ginestra dei carbonai, felce aquilina e, piú localizzati, brugo ed erica arborea. Dove invece le cure dell'uomo sono cessate da piú tempo, il castagneto tende a fondersi nel bosco naturale.

 

I boschi freschi e umidi

Ciclamino

Nelle vallette dei rii Vallecchie e Frascara e nel Fosso Tregenda, lungo i ripidi versanti esposti a nord e ovest, cresce un fitto bosco apparentemente uniforme: soprattutto in estate la scarsa penetrazione della luce determina un microclima umido e ombroso che limita lo sviluppo degli arbusti e seleziona le specie presenti nel sottobosco. Nello strato arboreo domina il carpino nero, soprattutto nei tratti governati a ceduo, dove i periodici tagli favoriscono le specie più vigorose. Al carpino si affiancano roverella, cerro, acero campestre, opalo, sorbo domestico, ciavardello, orniello, maggiociondolo. Nelle zone più fresche, all'ombra delle guglie o nel fondo delle vallecole, crescono pioppo tremulo, carpino bianco e anche faggio (una presenza singolare a quote così basse). Lo strato arbustivo è formato soprattutto da nocciolo, al quale si aggiungono corniolo, fusaggine, sanguinello e, più raramente, nespolo; particolarmente ricco è il sottobosco dove, accanto a macchie sempreverdi di pungitopo, Daphne laureola e felci, compaiono già in febbraio ricche fioriture di elleboro profumato e fetido, e poi di primula, erba trinità, dente di cane, viola, polmonaria, anemone dei boschi; sul finire dell'estate, la spettacolare fioritura del ciclamino forma ampi tappeti rosa sulla lettiera. Sul fondo delle vallecole l'aspetto del bosco muta ancora e la presenza di acqua determina lo sviluppo di una stretta fascia di vegetazione ripariale dove domina l'ontano comune e compare spesso il pioppo nero. Sotto le loro chiome noccioli e sambuchi protendono i rami arcuati fino all'acqua che, tra massi e tronchi coperti di muschio, scorre lambendo le lunghe foglie di carice e, in alcuni punti, le fronde della rara lingua cervina.

I boschi secchi

Dittamo

 

Un bosco con caratteristiche completamente diverse ricopre i tratti a maggiore pendenza rivolti a sud, dove le condizioni caldo-secche favoriscono lo sviluppo di formazioni forestali aperte e luminose, caratterizzate nel sottobosco da una copertura pressochè continua di graminacee. Nello strato arboreo domina, con esemplari di dimensioni piuttosto modeste, la roverella, a cui si associano acero campestre, orniello e, più sporadici, carpino nero e sorbo domestico. Ben rappresentato è il livello arbustivo con ginepro, sanguinello, biancospino e diverse leguminose (ginestra odorosa, citiso a foglie sessili, vescicaria). In vari punti, quando il terreno è particolarmente povero e i tagli sono frequenti, il bosco sfuma in una macchia arbustata dove, tra ginestra, citiso, coronilla, ginepro e rose selvatiche, compaiono elicriso, saponaria rossa, vedovella dei prati, garofanino dei certosini e, localizzato, il raro dittamo (Dictamnus albus), una specie aromatica che a fine primavera si copre di grandi fiori bianco-rosati venati di porpora.

Le piante dei Sassi

Mirtillo

La copertura boscata si interrompe frammentandosi nel cuore dell'area protetta, dove affiorano le dirupate pareti arenacee dei Sassi. L'elevata pendenza, la scarsità di suolo, la povertà d'acqua e le ampie escursioni termiche limitano la vegetazione a una copertura rada e discontinua, con piante che spesso presentano precisi adattamenti alla vita rupicola: tra le più comuni ginestra, ginepro, elicriso e, particolarmente abbondante sulle pareti esposte a sud, l'erica arborea, un arbusto della macchia mediterranea che in primavera si copre di piccoli fiori bianco perlacei. Sulle rocce compaiono anche alcuni alberi: castagni ma soprattutto roverelle e ornielli, con esemplari dalla chioma ridotta e dal tronco contorto; le loro radici spesso serpeggiano in superficie prima di penetrare nelle fessure della roccia, dove trovano asilo anche diverse specie del genere Sedum. Dove la minore pendenza permette la formazione di un sottile strato di suolo si sviluppano aridi prati di graminacee, arricchiti dalla presenza di orchidee (Serapias vomeracea, Ophris fusca, O. insectifera, O. sphegodes), saponaria rossa e garofanino selvatico (Dianthus sylvestris). Tipiche di questi ambienti sono anche specie aromatiche come assenzio e timo. La morfologia dei sassi determina una grande diversità nelle condizioni microclimatiche, con ovvie conseguenze sui popolamenti vegetali: è sufficiente affacciarsi sui versanti più ombrosi e umidi per scoprire pareti coperte di polipodio, dove tra vigorose piante di edera vegeta anche il mirtillo, solitamente presente a quote molto più elevate.

Approfondimenti

Le piante delle argille
Nel settore nordoccidentale del parco, sui versanti prativi che degradano verso i fondovalle, dove compaiono le argille e le aspre morfologie del calanco, i medicai cedono il posto agli incolti: dense praterie punteggiate da ginepro, rose selvatiche e altri arbusti pionieri coprono campi in abbandono; lembi di canneto crescono nei punti dove l'acqua ristagna; ciuffi di graminacee frammiste a specie ruderali, come ceppitoni e artemisia, si spingono fin sulle creste e sul fondo delle vallecole calanchive. Lungo le ripide pareti, dove la copertura erbacea si interrompe mettendo a nudo la roccia argillosa, la salinità del substrato, i lunghi periodi di aridità, l'erosione tumultuosa che continuamente rimodella i versanti consentono la sopravvivenza di pochissime piante estremamente specializzate: astragalo rosa, sulla e, vera rarità botanica, Camphorosma monspeliaca.